lunedì 11 dicembre 2023

“Il Mistero di Funomiya Migako” di Serena Lavezzi: il nuovo intrigante giallo giapponese della scrittrice piemontese

Il segreto di mio marito, Serena Lavezzi

“Aveva indirizzato i suoi pensieri verso un’altra questione che non la lasciava tranquilla. Avrebbe dovuto raggiungere Otsuki e cercare Kohei per parlargli di persona? Ci aveva riflettuto a lungo, ma cosa gli avrebbe detto una volta trovato?”

Funomiya Migako è una giovane donna che da sempre desidera scrivere e avere la sua indipendenza mentre la madre la vorrebbe solo sposata. Lei stessa si stupisce quando incontra quello che diventerà suo marito. 

La loro vita a Kobe scorre tranquilla, Migako è finalmente una scrittrice di gialli di successo e una nota rivista le chiede di scrivere un romanzo a puntate.

Le cose cambiano quando la sorella, che vive nella casa di fronte alla sua, le chiede aiuto per via del marito che, partito per lo Shikoku per il funerale di un amico, non è più tornato a casa. Migako parte subito da Kobe con l’intento di ritrovare il cognato, spinta inoltre da un vecchio segreto che potrebbe stravolgere la sua vita.

“Nessuno si preoccupava della sua assenza, o era in un appartamento o nell’altro. Non si era mai allontanata da sola. Migako era sempre stata così, indipendente, pensierosa, creativa.”

Il romanzo di Serena Lavezzi (autrice di diversi romanzi e saggi ambientati in Giappone e nell’Asia orientale), “Il segreto di mio marito” (dicembre 2023), primo volume della trilogia "Il Mistero di Funomiya Migako", è un bellissimo giallo, di quelli che intrigano fin dalle prime pagine. Migako viene raccontata dalle origini, cresciamo insieme a lei e con lei scriviamo il romanzo a puntate dal titolo “Il segreto di mio marito”.

“Avrebbe scritto una nuova storia e ogni cosa avrebbe trovato il suo posto. In fondo era quello che aveva sempre voluto.”

I misteri si moltiplicano, le storie rischiano di incrociarsi ma ciò non capita mai e gli intrecci rimangono sempre, e con maestria, ben distinti, sebbene con piccoli dettagli che fanno intuire quanto della protagonista via sia in ciò che scrive per mestiere.

Serena Lavezzi
Il tutto tra luoghi bellissimi, dettagliatamente descritti tanto da catapultarci in modo vivido nelle varie ambientazioni. 

“La cosa che amava di più da bambina erano i fiori e i
libri.”

Una storia nella storia, entrambe affascinanti allo stesso modo, un giallo nel giallo, una donna che rivendica la sua libertà e non si fa scappare la possibilità di intraprendere un viaggio durante la quale si troverà ad investigare sulla scomparsa di Kohei e potrà riflettere sulla sua esistenza e su quel passato che sembra voler riemergere prepotentemente.

“Era per questo che si era allontanata da Kobe così a cuore leggero? Non era forse la fama come scrittrice che aveva sempre cercato? Sì, in fondo al cuore, per cancellare qualcos’altro nascosto ancora più in profondità.”

Un viaggio per gli amanti del Giappone, dei gialli intrisi di enigmi, delle storie emozionanti che restano nel cuore. 

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sabato 18 novembre 2023

“Grida” di Nicola Rocca: un nuovo intrigante thriller tra violenti e misteriosi omicidi in bergamasca

Grida, Nicola Rocca

“La donna scosse la testa. Forse non sapeva. O non voleva parlare. Del resto, la macabra fine dell’amica era un chiaro invito a tenere la bocca chiusa.”

Il corpo di Elisa Verzeni è stato trovato senza vita in un parco della periferia di Bergamo: è subito chiaro che sia stata violentata e poi colpita con violenza.

Il commissario David Walker si mette immediatamente al lavoro ma la sua attenzione viene distolta da un inaspettato nuovo omicidio, quello di Nicoleta, una prostituta romena abbandonata sul ciglio della strada, in una zona di Dalmine nota per la prostituzione.

Oltre allo strangolamento l’omicida ha pensato bene di cucire le labbra con filo e ago, come per impedirle di parlare di qualcosa che potrebbe aver visto e sentito.

Il lavoro diventa complicato e se in un primo momento i casi delle prostitute, Nicoleta non sarà l’unica vittima, sembrano non avere collegamenti con Elisa Verzeni, le indagini riveleranno ben presto dei punti di contatto molto importanti. Ciò che è certo è che si tratta di un assassino seriale che viene subito ribattezzato dai media il killer delle prostitute.

Riusciranno Walker e l’ispettore Scola a rintracciare l’omicida? E se quanto accaduto avesse a che fare con il passato?

Il nuovo romanzo di Nicola Rocca, “Grida” (Enneerre, ottobre 2023), è ancora più intenso, violento e crudo dei precedenti.

Compiamo, insieme al commissario Walker, un viaggio attraverso la sofferenza umana e ciò che questa può portare, alle sue conseguenze più profonde e desolanti.

I flashback rendono la storia ancora più cupa ed interessante, entrare nella mente di uno dei protagonisti, nella sua psiche, fa riflettere su quanto l’uomo può interiorizzare quanto subisce e su quanto pericolose possono essere le reazioni.

"Leggeva di tutto. Da sempre. A volte, quando non riusciva a dormire, i libri lo aiutavano a conciliare il sonno. Quando invece non c'era proprio verso di addormentarsi, gli tenevano compagnia, evitandogli di trascorrere la notte fissando la stanza buia e silenziosa."

Nicola Rocca
Le grida evocate dal titolo sono quelle dei morti che rivendicano giustizia ma al tempo stesso quelle dei vivi che vagano inesperti alla ricerca di un significato per una vita subita senza un adeguato supporto.

Un inseguimento che pare essere senza fine, follia che si amalgama alla brutalità degli omicidi, donne che non hanno scelto i loro destini ma li hanno dovuti subire fino al loro ultimo respiro.

Un nuovo coinvolgente e sconvolgente thriller che trascina il lettore dalla prima all’ultima pagina lasciandolo senza fiato, alla ricerca di ogni piccolo dettaglio in una trama ben pensata e ricca di visioni che rimangono impresse ben oltre la lettura.

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venerdì 8 settembre 2023

“Il valzer dei traditori” di Rosa Teruzzi: morte e mistero a Milano tra le inquietudini e i timori del cuore

Il valzer dei traditori, Rosa Teruzzi

“Il pugno gli partì istintivamente. Prese Fiorella in pieno viso, sulla bocca. Per il contraccolpo, lei cadde all’indietro, batté il capo contro uno spigolo del tavolo di rovere e rovinò a terra, tirandosi addosso la tovaglia e il piattino con le fette di mela pronte per il pappagallo. Non era morta, pensò l’uomo guardandole il petto, che si alzava e si abbassava affannosamente mentre cercava di dire qualcosa. Non era morta, ma una macchia scura le si stava allargando sotto la tempia.”

Il tempo non è dei migliori a Milano, il cielo è grigio e il rumore della pioggia battente avvolge tutto. L’umore di Libera non è differente e la sua inquietudine per la relazione con Gabriele, che aspetta un figlio da un’altra donna, non è semplice da scacciare. 

Ma c’è qualcosa di più urgente: la figlia Vittoria esce ogni sera senza dire dove va e quando madre e nonna, le Miss Marple del Giambellino, scoprono gli appostamenti per scagionare il padre del compagno, decidono di ritornare in pista e indagare, ancora una volta, con l’aiuto del Dog e della fedele Irene. Armando Belardinelli è stato accusato di omicidio volontario nei confronti di una nota ricettatrice, tutti gli indizi sembrano contro di lui ma qualcosa non torna. Sarà necessario scavare nel passato e dare ascolto ad un protagonista insolito, un pappagallo che potrebbe aver sentito, e ripetuto, qualcosa che non doveva.

Nel frattempo, Libera tenta di sistemare almeno la sua situazione sentimentale ma ricompare anche Furio, sempre così appassionato, che forse non si è ancora rassegnato alla scelta dell’affascinante amica.

“Il valzer dei traditori” (Sonzogno, maggio 2023) è il nuovo capitolo delle vicende delle ormai mitiche Libera e Iole (la madre ultrasessantenne dallo stile hippy): difficile non affezionarsi a loro due, così diverse ma accomunate dal desiderio di aiutare gli altri e darsi sempre da fare.

Rosa Teruzzi
L’autrice, Rosa Teruzzi (esperta di cronaca nera, caporedattrice della trasmissione di Rete 4 Quarto grado) vive e lavora tra Milano e Colico, sul lago di Como e ha precedentemente pubblicato per Sonzogno “La sposa scomparsa" (2016), “La fioraia del Giambellino” (2017), “Non si uccide per amore” (2018), “Ultimo tango all’Ortica” (2019), “La memoria del lago” (2020), “Ombre sul Naviglio” (2021) e "Gli amanti di Brera". E proprio come Libera e Iole vive in un casello ferroviario nel quale scrive anche i suoi libri.

I misteri non mancano neppure stavolta così come i fiori (Libera è una fioraia e non ha mai interrotto tale lavoro) con i loro colori e il linguaggio differente e adattabile ad ogni situazione. Non manca neppure l’amore, quello di Libera, che forse comincia a rendersi conto di piccoli dettagli della sua relazione così passionale che non le vanno a genio, quello di Vittoria, sempre così riservata e quelli di Iole, che forse stavolta frequenta un uomo diverso dal solito.

“Nonostante la doccia appena fatta, anche Libera si sentiva ancora addosso il profumo di mela verde di Gabriele. Non succede mai che un libro, se è buono, non abbia una suggestione da darci. Basta saperla cogliere. E fu pensando a questo che finalmente, verso le quattro del mattino, si addormentò.”

Un altro bellissimo giallo milanese nel quale immergersi per indagare con le protagoniste, sognare con loro, vivere le loro incertezze e felicità di donne forti e sensibili, sempre in bilico tra sentimenti contrastanti e scelte non semplici. Proprio come noi lettrici.

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mercoledì 6 settembre 2023

“Weyward” di Emilia Hart: tre donne coraggiose, il potere e fascino della natura e la prepotenza degli uomini

Weyward, Emilia Hart

“Anche sua madre era così? Anche lei avvertiva il richiamo della natura con la stessa forza con cui lo avvertiva Violet in quel momento? E che cosa poteva esserci di così sbagliato in questo?”

Kate vive a Londra, ha 30 anni e un giorno trova il coraggio di fuggire da quella vita e da quell’uomo che si erano trasformati in una vera e propria prigione. Si rifugia nel Weyward Cottage, una vecchia casa di campagna lasciata a lei in eredità da una prozia vista una sola volta tanti anni prima. Subito intuisce che quel posto nasconde dei segreti dalle lontane origini e si sente protetta come non mai. 

Quasi parallelamente ma nel 1942, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, Violet vive insieme al padre e al fratello in una vecchia dimora di famiglia. Lei vorrebbe solamente arrampicarsi tra gli alberi, stare in mezzo alla natura e sapere qualcosa di più su quella madre di cui nessuno vuole parlare e della quale l’unico ricordo è un medaglione con una W.

Nel 1619 Altha vive con la madre che le ha insegnato l’amore per la natura e i suoi segreti e per questo viene accusata di stregoneria. Un contadino del villaggio è morto improvvisamente, pare che lei si trovasse da quelle parti e quale migliore colpevole di una donna che si comporta in modo insolito?

Le donne Weyward sono uniche e tutte strettamente legate alla natura, nessuno può dire loro cosa fare e se anche ancora non lo sanno le loro esistenze saranno per sempre unite, nel bene e nel male, e dovranno combattere in un mondo di uomini troppo spesso violenti.

“Weyward” (Fazi Editore, luglio 2023, traduzione di Enrica Budetta), dell’australiana Emilia Hart, è un romanzo indimenticabile, con una copertina stupenda, che ci fa viaggiare per cinque secoli in compagnia di tre donne forte e ribelli che conservano un segreto che parla di fiori, di alberi, di insetti e di quanto di più bello la natura ci offre.

È anche la storia di un mondo patriarcale nel quale le donne più colte vengono chiamate streghe o alle quali viene proibito di coltivare la propria vita per poterle tenere sotto controllo con maggiore facilità.

“Sì, un giorno avrebbe lasciato Orton Hall e girato il mondo… da scienziata. Da biologa, sperava, o forse da entomologa? Qualcosa che aveva a che fare con gli animali, comunque, che, secondo la sua esperienza erano di gran lunga preferibili rispetto agli esseri umani.”

È una storia affascinante di donne che faticano ad andare avanti ma che in un momento
preciso trovano la loro strada e la personale sicurezza, di libri che possono salvare, di uomini che fanno la differenza in mezzo a tanta cattiveria.

“Per un po’ aveva pensato di aver perso per sempre la capacità di godersi la magia della lettura: la capacità di immergersi in un altro tempo, un altro luogo. Era stato come dimenticare di respirare.”

Emilia Hart
“Weyward” è un romanzo coraggioso, magico ed emotivo che ti cattura fin dalle prime pagine e non ti molla più, rimanendo impresso ben oltre la lettura.

La natura fragile e maestosa è specchio delle donne e con esse si intrecciano i rapporti materni e paterni che colpiscono per l’intensità regalandoci storie intense e fortemente attuali, al di là delle ambientazioni temporali.

“Non avevamo mai pensato a noi in questi termini, mia madre e io. Perché ‘strega’ è una parola inventata dagli uomini, una parola che dà potere a chi la pronuncia, non a coloro che descrive. Una parola che erige forche e roghi, che trasforma donne vive in cadaveri.”  

Uno stile travolgente, un libro da tenere vicino al cuore per ricordare che nonostante tutto e tutti la caccia alle streghe non è mai terminata ma che noi stesse possiamo coltivare la forza per andare oltre. 

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venerdì 4 agosto 2023

“29 virgola 9 periodico” di Sara Pollini: alla ricerca della felicità sulle tracce della Beat Generation

29 virgola 9 periodico, Sara Pollini

“Doveva partire. L’ispirazione sarebbe arrivata solo se avesse saputo coltivarla. Se avesse respirato aria intrisa di fiumi e ribellione. Se avesse mangiato poesia e bevuto assenzio, se avesse guardato lo stesso cielo che guardavano Jack Kerouac, Allen Ginsberg e William Burroughs, giusto in tempo per perdersi di nuovo al calare della notte. Doveva bere whisky soda dagli stessi bicchieri, pisciare birra nella stessa latrina. Doveva sentire la vita sulla pelle. Anzi, sotto.”

Giovanni compirà trenta anni tra pochi mesi e questo lo ossessiona così tanto da portarlo a riflettere sul suo passato e presente, arrivando alla conclusione di non aver mai combinato niente di davvero rilevante. Il suo intento è di fare qualcosa che lo porti alla felicità tanto agognata e di allontanarsi da una famiglia per lui opprimente. 

Va detto che è un ragazzo molto particolare con una passione per tutto ciò che è sregolato, tra queste la Beat Generation, il movimento culturale che si sviluppò in America negli anni Cinquanta con Jack Kerouac tra i principali esponenti.

Giovanni vorrebbe emularne i passi ed è così che partorisce un’idea che è certo gli cambierà la vita: partire per San Francisco, fare ciò che Kerouac e compagni facevano, frequentare gli stessi luoghi e perfino scrivere un romanzo.

Sarà un viaggio da sogno ma il risveglio, una volta giunto a destinazione, non sarà dei migliori, e ben poco risulterà come lo aveva immaginato. Inoltre, le abitudini sfrenate di Kerouac non sono per tutti e il famoso scrittore è a proprio causa di queste che morì precocemente.

Riuscirà Giovanni a trovare l’ispirazione e la felicità desiderate? E, soprattutto, riuscirà a scrivere il libro che potrebbe cambiargli la vita?

“29 virgola 9 periodico” (Porto Seguro, 2023) è il primo romanzo della milanese Sara Pollini che di mestiere scrive slogan e altre cosette per le auto, le birre e i mobili svedesi.

Una storia nella quale il viaggio fisico incontra quello mentale, all’inseguimento di un qualcosa che chissà se esiste ancora.

“Doveva avere una vita più interessante, una vita on the road. Il resto sarebbe arrivato.”

Giovanni potrebbe essere uno di noi, nei momenti di incertezza delle nostre esistenze, quando capire chi fossimo e cosa volessimo sembrava la cosa più complicata che avremo dovuto affrontare.

Sara Pollini
“29 virgola 9 periodico” è anche un bellissimo viaggio in una San Francisco magica, con il suo iconico Golden Gate Bridge, le stradine che nascondono localini fuori dal tempo e l’immenso Oceano Pacifico.

Ma non è solo questo, è anche il faccia a faccia con le insidie della quotidianità sempre pronte a ghermire chi, come Giovanni, si scopre fragile e non ancora pronto a prendere decisioni importanti.

“Ma poi la sua mente si rimise a macinare ipotesi. Forse era il segno che aspettava, la conferma che era davvero lui, l’erede moderno della Beat Generation.”

Droga e alcol, amici poco affidabili e festini senza fine: il nostro amico, non lo si può non considerare tale dopo averlo accompagnato per quasi duecento pagine, si sarebbe dovuto comportare in modo differente o noi avremo compiuto le stesse scelte, al suo posto?

Giudicare qualcuno non è mai corretto ma il finale dolceamaro ci porta sicuramente a riflettere su quanto accade, sul mondo che stiamo vivendo, sul disorientamento nostro e di tutti quei giovani che faticano a trovare un posto nel mondo e che troppo spesso si ritrovano vittime dell’emulazione scordando di coltivare la propria personalità.

Un romanzo scorrevole, piacevole, ironico e divertente quanto basta, con una scrittura che potrà certamente essere affinata e ulteriormente potenziata.  

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lunedì 31 luglio 2023

“Le sette lune di Maali Almeida” di Shehan Karunatilaka: amore, guerra, magia, mistero tra vivi e morti nello Sri Lanka della guerra civile

Le sette lune di Maali Almedia, Shehan Karunatilaka

“Stai dormendo per forza, di questo sei sicuro. Tra poco ti sveglierai. E poi ti viene in mente un pensiero terribile. Più terribile di quest’isola di selvaggi, di questo pianeta senza Dio, di questo sole morente e di questa galassia in letargo. E se in realtà fosse stato per tutto questo tempo, fino adesso, che hai continuato a dormire? E se da questo momento in poi tu, Malinda Almeida, fotografo, giocatore d’azzardo e puttana, fossi destinato a non chiudere gli occhi mai più?”

Maali, giovane fotografo singalese, si è appena risvegliato, con la sua macchina fotografica al collo, in uno strano ed indecifrabile luogo; poco dopo gli è chiaro di essere morto ma non capisce se quel posto è il paradiso o qualcosa di simile. Ciò che scopre nell’immediato è che il suo corpo sta affondando nelle acque del lago Beira, nel centro di Colombo, capitale commerciale dello Sri Lanka. Come è finito lì e perché?

Ora deve preoccuparsi del tempo che scorre rapidamente nell’aldilà, ha a disposizione solamente sette lune, ovvero sette giorni e sette notti, per capire cosa è accaduto e soprattutto riuscire a contattare DD e Jaki, gli amori della sua vita, per condurli alla sua scatola segreta contenente le fotografie compromettenti che potrebbero sconvolgere lo Sri Lanka e portare allo scoperto fatti nascosti dai politici più in vista. 

Da morto l’impresa è ancora più complicata che da vivo e forze superiori faranno il possibile per ostacolarlo. Ma in tutto questo Maali non dimentica mai la sua morte e cercherà a tutti costi di scoprire chi lo ha ucciso.

“Le parole ti vengono facili, anche se non hai avuto tempo di rifletterci su. Vuoi vedere il tuo cadavere? Rivuoi indietro la tua vita? Oppure la vera domanda su cui dovresti meditare è un’altra. Come diavolo hai fatto a finire qui?”

“Le sette lune di Maali Almeida” (Fazi Editore, giugno 2023, traduzione di Silvia Castoldi) è il romanzo vincitore del Booker Prize 2022 che ha reso l’autore Shehan Karunatilaka il secondo singalese della storia (il primo fu Michael Ondaatje nel 1992 con “Il paziente inglese”) ad aggiudicarsi il prestigioso premio letterario.

Quella di Maali è una storia incredibile ambientata durante la guerra civile nello Sri Lanka degli anni Ottanta, anni di scontri fratricidi e lotte tra governo, Tigri Tamil, singalesi e indiani.  

“Sei nato prima che Elvis interpretasse il suo primo successo. E sei morto prima che Freddie interpretasse il suo ultimo. Nel frattempo, ne hai scattate a migliaia. Hai le foto del ministro che stava a guardare mentre i selvaggi dell’83 davano fuoco alle case tamil e massacravano gli abitanti. Hai i ritratti di giornalisti scomparsi e di militanti svaniti nel nulla, legati e imbavagliati, morti durante la prigionia.”

Fatti poco noti agli occidentali che fanno da sfondo alla trama di questo romanzo che di politico ha però bene poco. Il protagonista è Maali con i suoi amori, la sua passione per la fotografia e la giustizia, un uomo stravagante che non può fare a meno del gioco clandestino e delle sfuggenti relazioni gay clandestine.

Il suo è un amore proibito per un uomo che gli ha cambiato la vita ma essere omosessuali nello Sri Lanka non era (e ancora oggi non lo è) facile né ‘permesso’ ma Maali non si fa mancare nulla e a modo suo ama anche Jaki, intraprendente compagna di gioco e di vita.

“Dicono che la verità vi renderà liberi, ma nello Sri Lanka la verità può farvi finire in gabbia. E tu non hai più bisogno né di verità né di assassini né di amanti dalla pelle perfetta. Ti restano solo le tue immagini di fantasmi. E forse questo basta.”

Shehan Karunatilaka

Il mondo ultraterreno nel quale Maali si trova a transitare, con il rischio di rimanervi bloccato per l’eternità, è inquietante ma al tempo stesso magico e spassoso con personaggi surreali all’inverosimile.

Impossibile non fare riferimento al realismo magico di Salman Rushdie o agli intrecci dei gialli di Agatha Christie e in alcuni tratti ricorda perfino il mitico Beetlejuice di Tim Burton.

Quello di Shehan Karunatilaka è uno stile travolgente, una voce unica e riconoscibile grazie alla quale diventa difficile staccarsi dalle pagine una volta iniziata la lettura.

“Jaki la raccoglie dal tavolo e traffica con il coperchio. Tu ti libri sopra lo spettacolo, fissi le buste impilate all’interno, ciascuna con il nome della carta da gioco. Un flusso di scene ti inonda lo spazio dietro gli occhi che non hai. Ricordi di foto che non ricordi di aver scattato e di immagini che non puoi annullare. Non vuoi sollevare la fotocamera che hai al collo perché hai paura di ciò che potrebbe rivelare.”

Un piccolo grande capolavoro, una grande avventura di guerra, amore, vita e morte che non manca di commuovere, divertire, indignare e con un giallo da sciogliere i cui indizi vengono sparpagliati lungo le quattrocentoottanta pagine e la cui soluzione viene svelata solamente nell’ultima parte.

Leggere “Le sette lune di Maali Almeida” significa immergersi in una storia dalle mille sfaccettature ed emozioni, è un’esperienza tra i vivi e i morti ora fantasmi, è la ricerca di giustizia in un modo ingiusto e crudele. Il tutto con un finale dolce-amaro che… non voglio certo spoilerare e vi lascio perciò alla lettura di questo bellissimo romanzo che non dimenticherete facilmente.

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giovedì 27 luglio 2023

“Strenuamente ti cancello”: la poesia di Cristina Biolcati

"Poesia è il più bel soprannome che diamo alla vita." Jacques Prévert
Siamo alla fine del mese di luglio. Tra caldo soffocante e temporali tropicali le giornate sono trascorse diciamo in modo piuttosto movimentato e tra un meteo e l’altro il tempo per le letture estive non è mancato.

Anche la nostra Cristina Biolcati non ha certo smesso di scrivere, anzi, e ha deciso di regalarci una nuova bellissima poesia dalle mille possibili interpretazioni.

Si parla di amore, quello che brucia, che fa male e che talvolta si mostra così effimero.

E quando tali sentimenti emergono non resta che affidarsi all’universo, ad un cielo stellato senza fine che racchiude le nostre speranze nascoste in profondità.

Cristina Biolcati
A voi “Strenuamente ti cancello” di Cristina Biolcati, scrittrice e poetessa ferrarese e padovana d’adozione, che da anni ormai ci fa sognare e riflettere con i suoi racconti e con le sue liriche (per e con entrambi si è aggiudicata numerosi premi letterari); di recente abbiamo potuto leggere il suo primo romanzo thriller “Le congetture di Bonelli” (Delos Digital), l’abbiamo poi ritrovata nel racconto breve “Al riparo dai sogni” (Officina Milena, per la nuova collana Milena in love), ne “Il castigo dell’acqua” (il cui ricavato va a sostenere “Sorriso in viaggio”, associazione che supporta i bambini malati e le famiglie che devono affrontare spese di viaggio e assisterli nei continui spostamenti per le visite specialistiche), ne “Il suono delle sue ferite” (Delos Digital Passport), nel thriller "Una mano negli abissi" (Delos Digital Crime) e più di recente in “Là qualcuno è morto”, “Gemino” (entrambi per Delos Digital) e “In grazia di Dio” per i Gechi della Todaro Editore 

 

Strenuamente ti cancello

dalla mente e dal cuore.

Passano migliaia di ore,

in cui tu sei fuoco, io ardore.

Un divario slargato per niente:

obnubili tutto, anche se assente.

E così mi ravvedo alla resa

cercando un segno, una difesa.

M’affido al linguaggio delle stelle;

altresì celesti brillano, le anime

gemelle.




venerdì 21 luglio 2023

“La regina del Nord” di Anne Lise Marstrand-Jørgensen: lo splendido racconto della vita di Margherita, grande donna e regina dei regni di Scandinavia

La regina del Nord di Anne Lise Marstrand-Jørgensen

“Alla fine della giornata, la regina convocò Jakob Gertsen e due scrivani norvegesi. Per quanto fosse insolito, nessuno osò contraddire il volere della sovrana, che ormai aveva deciso e non si sarebbe lasciata dissuadere facilmente: ogni donna a est dell’Øresund che fosse stata aggredita e violentata dai soldati in concomitanza con la battaglia di Åsle avrebbe ricevuto un risarcimento.”

Si tratta di un romanzo storico, penserete subito, e forse non è il genere che non preferite. Vale lo stesso per me ma quello di cui vi sto per parlare è molto altro ed è il libro adatto a coloro che amano le grandi storie, quelle che ci portano in mondi differenti dal nostro, in altre epoche, condite con una scrittura carismatica e quasi magica.

“La regina del Nord” (Sonzogno, 2022, traduzione dal danese di Clara Victoria LaCour) ha inizio nel 1363, in Danimarca, patria di Margherita che a dieci anni venne data in sposa a re Håkon VI di Norvegia. Per adempiere al suo compito dovette lasciare l’amato padre Valdemaro IV e portare con sé la sofferenza per la morte del fratello Cristoforo. Trovò un marito gentile che seppe avere pazienza ma le fu chiaro da subito che avrebbe dovuto dare un erede a quel trono così importante. Fin da piccola venne istruita al meglio per il futuro che la attendeva e la sua intelligenza la portò ad interessarsi in modo approfondito alle questioni politiche, cosa che la avvantaggiò notevolmente e che le permise di dimostrarsi capace e lungimirante su ogni decisione da prendere per il regno.

“Valdemaro amava sua figlia, così come amava tante altre cose che appartenevano al mondo terreno. Margherita non sapeva se anche il diavolo avesse a cuore gli esseri umani, visto che li tentava, o se invece l’amore fosse una prerogativa esclusiva di chi era devoto al Signore.”

Anne Lise Marstrand-Jørgensen
Ma prima dovette subire la morte del padre, poi quella del marito, poi l’arrivo della nuovaancella, Kerstin, così enigmatica e selvaggia e alla quale si legherà per la vita. Insieme a quest’ultima si avvicinerà ai culti pagani rimanendone affascinata ma non smetterà di pregare con devozione e affidarsi ai santi e alla Madonna. 

Con la nascita di Oluf, futuro re, dovrà difenderne i diritti ma soprattutto dovrà mostrarsi all’altezza di un ruolo insolito per una donna, subirà pregiudizi, discriminazioni, ostilità e dicerie. 

Nonostante tutto non dimenticherà le sue ambizioni, si imporrà con forza, cercherà di mantenere il suo profondo legame con la natura, unico sollievo di una vita complicata, e vedremo Margherita trasformarsi da bambina a donna forte e tenace, nonostante le vulnerabilità, anche queste caratteristiche fondamentali della sua personalità. 

Avrà come alleato il fedele Podebusk e per anni tenterà di comprendere le origini di Kerstin, le sue assenze improvvise, i suoi silenzi, il suo riuscire sempre ad essere se stessa nonostante tutto e tutti.

“Nel pomeriggio arrivarono a Ringsted, dove si sarebbero fermati per la notte. Era l’ora del vespro, e la giovane regina insistette per andare direttamente a messa. Al termine della celebrazione, si trattenne a lungo davanti alle tombe. Fiaccola alla mano, l’abate le fece strada e si mise a raccontarle le vite dei vecchi re. Margherita si girò verso di lui, portandosi un dito alle labbra.”

 “La regina del Nord” è bellissimo e coinvolgente, sacro e profano si incontrano e scontrano, visitiamo luoghi bellissimi, come Avaldness, sull’isola di Karmøy, sperimentiamo i duri inverni della Norvegia, veniamo a conoscenza delle leggende lapponi, scopriamo come allora, come e più di oggi, fosse difficile per una donna mostrarsi all’altezza degli uomini.

“Il cielo era sconfinato, così come il mare, che cambiava colore di continuo: all’orizzonte si mettevano al mondo a vicenda. La dimora e la chiesa stavano fianco a fianco, blocchi di pietra grigi e neri circondati da pendii ricoperti di muschio verde chiaro, prati, giunchi e fiori minuscoli di tutte le sfumature.”

Margherita I di Danimarca
Crescendo Margherita prenderà coscienza del suo essere donna e si batterà per esse, oltre che per se stessa. Il peso che dovrò sopportare sarà enorme, dovrà combattere perlopiù da sola ma tutto ciò la porterà ad essere una delle regine, Margherita I di Danimarca, più intelligenti, visionare e potenti di tutti i tempi.

Anne Lise Marstrand-Jørgensen ci restituisce questo personaggio in maniera così vivida e realistica, grazie alla sua scrittura affascinante e con quel tocco di mistero e magia che fa sì che la lettura sia ancora più godibile e intrigante.

Non ci si vorrebbe fermare neppure al termine delle seicento pagine; il lungo viaggio di e con Margherita è stato impegnativo ma toccante e ricco di folklore, di quell’atmosfera medievale scandinava della quale non sapevamo poi così tanto.

E di tanto altro ancora. E per capire di cosa si tratta, innamorarvene, e soffrire con lei, non vi resta che leggerlo ed immergervi in un’ambientazione che vi conquisterà dalla prima all’ultima pagina.

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giovedì 20 luglio 2023

“La solitudine del Minotauro” di Francesco G. Lugli: un giallo milanese all’insegna della perversione e della follia

La solitudine del Minotauro, Francesco G. Lugli

“Come sempre piazza del Duomo brulicava di piccioni affamati e turisti a caccia di ricordi. Il freddo tagliente non scoraggiava la brama di scatti rubati. Nel carosello di pose plastiche e battiti di ali davanti al sagrato, un saxofonista di strada intonava le note Careless Whisper di George Michael, mentre un’anziana donna spingeva lentamente la sua carrozzina vuota, noncurante di ciò che le accadeva intorno, in un ultimo, straziante, sussulto di dignità e indipendenza. La solitudine in mezzo alla folla e al disinteresse; un quadro in movimento lento, che strappò un moto di pietà al Minotauro. Non c’era tempo per i sentimentalismi, se li sciacquò come sapeva fare lui e si accese il sigaro, malgrado il proposito di non fumare prima di pranzo.”

Francesco G. Lugli è tornato e lo ha fatto con un giallo da brividi ambientato a Milano.

Nel milanese sono stati ritrovati una serie di cadaveri ai quali sono stati asportati gli organi e subito gli inquirenti decidono di creare una speciale task force guidata da Remo Giorgi, detto Il Minotauro. Quest’ultimo rimette in sesto la vecchia squadra di fidatissimi ma questa volta risolvere il caso sarà molto più difficile di quanto non sia mai stato in passato. 

I criminali non lasciano tracce e si divertono a giocare con il commissario della Digos Giorgi, inoltre la loro perversione li lascia a bocca aperta e li fa precipitare in un vero proprio inferno che sembra non avere fine. Ogni volta sono un po’ più vicini ma forse c’è dell’altro, qualcuno parla della leggenda metropolitana de La Bruja: sarà davvero collegata ai massacri che stanno avvenendo nella penombra del capoluogo lombardo o è solo una fantasia per depistare le indagini? E si tratta realmente di traffico di organi o qualcuno vuole solamente giocare con le persone?

“La solitudine del Minotauro” (Laurana Editore, giugno 2023) è il libro perfetto per questa calda estate, con una storia davvero cruda nella quale le atrocità e i dettagli raccapriccianti non si risparmiano. La follia dilaga, bene e male si incontrano e scontrano e quanto di terribile potrebbe accadere, accadrà.

Ci si immerge in una brutta storia di traffico di organi che ci fa riflettere sull’esistenza o meno, ancora oggi, di simili commerci nel mondo, nella nostra Italia, e se le motivazioni e modalità possano essere le stesse del romanzo.

“Bastò un cenno del Minotauro e la porta venne giù di schianto. Si prepararono al peggio, anche se lì di lì a poco il loro concetto di ‘peggio’ sarebbe stato riscritto più volte. Quello che trovarono avrebbe cancellato per sempre la linea ideale di demarcazione tra realtà e orrore, sanità mentale e follia.”

Francesco G. Lugli
Ma non è solo questo. Lugli riesce sempre a creare personaggi i cui animi vengono scandagliati in profondità e che difficilmente si dimenticano. 

Il Minotauro, Remo Giorgi (che tiene sempre in bocca il suo sigaro, forse un omaggio al mitico Andrea G. Pinketts?), non è solamente un commissario ma anche, e soprattutto, un uomo, e l’inquietudine regna in lui per una serie di questioni che non vi spoilero.

Con esso ci confrontiamo con la solitudine della metropoli, osserviamo come ci si possa sentire soli anche in mezzo alla folla e come tutto ciò possa essere logorante.

Duecento pagine coinvolgenti di indagini, di squilibrio mentale, di incontri, di passati dolorosi, di amori.

Un piccolo consiglio: non leggetelo prima di andare a dormire se non volete che gli incubi popolino ripetutamente le vostre notti.

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lunedì 17 luglio 2023

“I tuoi occhi sono foglie” di Marilena Guglielmi: un romanzo floreale tra misteri e desiderio di felicità

I tuoi occhi sono foglie, Marilena Guglielmi

“Quando Andrea era bambino, Lea e Anna Bianca facevano a gara per tenerlo sotto una campana di vetro. Perché era il più piccolo; sembrava così indifeso rispetto a Yuri. Nello stesso tempo Andrea aveva, e ha, qualcosa del veggente; può sembrare distratto, e invece a volte scorge ciò che è invisibile per chiunque altro. Anna Bianca pensa che al suo misterioso potere di capire le piante e di farle crescere e prosperare; un lasciapassare per il mondo vegetale, di cui non sembra un semplice ospite ma un consanguineo, come se la linfa gli scorresse nelle vene.”

Ci sono libri che fanno venir voglia di essere letti a primo sguardo e questa attrazione prosegue non appena lo si tiene tra le mani e si apre sfogliano le prime pagine.

Questo è quanto mi è capitato con “I tuoi occhi sono foglie” (Il Canneto Editore, 2022), l’ultimo romanzo di Marilena Guglielmi, torinese di adozione, ma di origine genovese e con una laurea in Lingue straniere a Nizza.

Tutto inizia con Andrea in stato confusionale all’interno del vagone di un treno con direzione Ventimiglia. Tutto ciò che ricorda è di essere partito dal piccolo borgo provenzale di Mouans Sartoux e di aver incontrato lì Mathieu, vecchio compagno di giochi che non vedeva da anni. È accaduto qualcosa in quel posto e in ospedale dicono che è stato ad un passo dalla morte. Anna Bianca trasalisce quando il figlio la chiama e subito parte con il primogenito Yuri. 

I tre sono reduci della morte improvvisa di Lea, amata figlia e sorella, e sapere che anche Andrea ha rischiato di passare a miglior vita li rende ancora più vulnerabili. Per scoprire cosa è accaduto sarà necessario tornare nella Francia dalla quale i ragazzi sono stati sradicati in giovane età, scoprire che ci sono degli altri morti, tutti compagni di classe di Andrea, e compiere un viaggio nel tempo e nella memoria colmo di dolore e di misteri irrisolti.

“I tuoi occhi sono foglie” è una storia che parla di lutti, di tentativi di rinascita, di speranza e a renderlo ancora più bello e particolare sono i legami con la natura e con le piante: il titolo di ogni capitolo è un fiore o una pianta che si ritrovano all’interno dello stesso con un significato ogni volta differente e sempre particolare e rilevante per la storia.

“Le piante la guidano in questa metamorfosi, insegnandole a vegetare, affondare le radici nella terra e aspettare. Bambini, ragazzi, uomini… Sono cresciuti, ormai. Lei sarà il rosmarino, la pianta dei ricordi.”

Marilena Guglielmi
Tutto comincia con un giallo, Andrea è stato ad un passo dalla morte, e prosegue con il racconto delle vite dei protagonisti e di personaggi collaterali che dal passato riemergono per dare un senso a ciò che è accaduto e a ciò che sta accadendo nel presente.

“I tuoi occhi sono foglie” è attesa, è il tentativo di riemergere da un dolore difficile da elaborare, che pare avvolgere tutto e tutti, è poesia, è un incontro di anime disorientate che si cercavano da tempo senza saperlo.

“Il lavorio della sua mente le ricorda una frase che Yuri ha incorniciato e appeso in camera: “Se vuoi comprendere le cause create nel passato, guarda gli effetti che si manifestano nel presente. E se vuoi conoscere gli effetti che si manifesteranno nel futuro, guarda le cause nel presente.”

Un romanzo davvero bello, profondo e misterioso, da leggere con gli occhi e con il cuore, che si fa divorare ma al tempo stesso porta a soffermarsi per riflettere sulle vite dei protagonisti e di riflesso sulle nostre.

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venerdì 30 giugno 2023

“In grazia di Dio” di Cristina Biolcati: un intrigante giallo storico tra conventi medievali e giovani pupille

In grazia di Dio, Cristina Biolcati

“Restava il fatto che nessuno si era disperato per la morte di sorella Teresa, avvenuta in quel modo atroce. Nessuno che avesse accennato, per esempio, al fatto che potessero essere tutti in pericolo. Quasi si avesse la certezza che non ci fosse un pazzo in agguato nel convento, pronto a colpire ancora. Che la vecchia suora scrivana fosse stata punita per qualcosa di specifico. Era solo una sensazione, che però lui non poteva ignorare. Teresa, aveva meritato quella fine?”

Primavera del 1822, convento di San Giovanni Battista del ravennate. Una suora di clausura ultranovantenne viene trovata morta, sgozzata, nella sua celletta dalla quale non usciva ormai da anni. Subito le indagini vengono affidate all’ufficiale della gendarmeria pontificia Alfredo Casadio e al suo sottoposto Dante Graziani ed è chiaro dal primo momento che l’assassino o l’assassina vanno cercati all’interno del convento. 

I due non perdono tempo e cominciano a fare domande alle varie suore e ai due collaboratori esterni che lavorano quotidianamente al convento. Perfino la piccola Allegra, figlia del poeta inglese Byron, si trova a rispondere ad alcune domande dei gendarmi. Ognuno pare avere un alibi convincente e le indagini sarebbero ancora ferme se non fosse per un fortuito ritrovamento che cambierà completamente le carte in tavola.

“In grazia di Dio” (Todaro Editore, giugno 2023) è l’ultimo racconto lungo di Cristina Biolcati, scrittrice e poetessa ferrarese e padovana d’adozione, per la collana i Gechi gialli.

L’ambientazione è bellissima: veniamo catapultati in un convento edificato nel 1336 per i frati camaldolesi, e poi abitato dalle monache clarisse cappuccine qui protagoniste, tra antiche celle con grate e strette feritoie ed affascinanti chiostri.

“L’essere misero che giaceva su quel pagliericcio, avvoltolato nelle lenzuola, era rinsecchito già da tempo: pareva avere cent’anni. Rattrappito, mummificato, nemmeno sembrava umano.”

Cristina Biolcati
Le suore sono descritte proprio come le conosciamo ma a differenziarsi dalla consuetudine, o da quella che noi riteniamo tale, è ciò che tra quelle mura accade e che avrò poi a che fare con il sanguinolento delitto commesso. 

Impossibile non riportare alla mente il capolavoro “Il nome della rosa” di Umberto Eco (il profumo della carta fiorentina e dell’inchiostro permeano l’intera narrazione) e il recente cortometraggio “Le pupille” (candidato agli Oscar 2023; tratto da una lettera che la scrittrice Elsa Morante inviò all’amico Goffredo Fofi per augurargli buon Natale) di Alice Rohrwacher.  

Una scrittura scorrevole e aguzza quella della Biolcati, la quale ci regala ancora una volta un coinvolgente giallo in piena regola che si differenzia però dai precedenti per l’aspetto storico: oltre alle vicende del convento ravennate vi sono anche quelle di una bambina piuttosto nota di nome Allegra, figlia del poeta George Gordon Byron; e queste sessanta pagine si trasformano così in un bellissimo omaggio nel quale la piccola sfortunata torna a vivere in tutta la sua purezza ed ingenuità.  

La lettura perfetta per chi in questa calda estate ha voglia di qualche brivido freddo, sotto l'ombrellone, sulle cime dei monti o semplicemente sul comodo divano di casa propria. 

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