Le sette lune di Maali Almedia, Shehan Karunatilaka
“Stai dormendo per forza, di questo sei sicuro. Tra poco ti sveglierai. E poi ti viene in mente un pensiero terribile. Più terribile di quest’isola di selvaggi, di questo pianeta senza Dio, di questo sole morente e di questa galassia in letargo. E se in realtà fosse stato per tutto questo tempo, fino adesso, che hai continuato a dormire? E se da questo momento in poi tu, Malinda Almeida, fotografo, giocatore d’azzardo e puttana, fossi destinato a non chiudere gli occhi mai più?”
Maali, giovane fotografo
singalese, si è appena risvegliato, con la sua macchina fotografica al collo,
in uno strano ed indecifrabile luogo; poco dopo gli è chiaro di essere morto ma
non capisce se quel posto è il paradiso o qualcosa di simile. Ciò che scopre
nell’immediato è che il suo corpo sta affondando nelle acque del lago Beira,
nel centro di Colombo, capitale commerciale dello Sri Lanka. Come è finito lì e
perché?
Ora deve preoccuparsi del tempo che scorre rapidamente nell’aldilà, ha a disposizione solamente sette lune, ovvero sette giorni e sette notti, per capire cosa è accaduto e soprattutto riuscire a contattare DD e Jaki, gli amori della sua vita, per condurli alla sua scatola segreta contenente le fotografie compromettenti che potrebbero sconvolgere lo Sri Lanka e portare allo scoperto fatti nascosti dai politici più in vista.
Da morto l’impresa è ancora più complicata che da vivo e
forze superiori faranno il possibile per ostacolarlo. Ma in tutto questo Maali
non dimentica mai la sua morte e cercherà a tutti costi di scoprire chi lo ha
ucciso.
“Le parole ti vengono
facili, anche se non hai avuto tempo di rifletterci su. Vuoi vedere il tuo
cadavere? Rivuoi indietro la tua vita? Oppure la vera domanda su cui dovresti
meditare è un’altra. Come diavolo hai fatto a finire qui?”
“Le sette lune di Maali
Almeida” (Fazi Editore, giugno 2023, traduzione di Silvia Castoldi) è il
romanzo vincitore del Booker Prize 2022 che ha reso l’autore Shehan
Karunatilaka il secondo singalese della storia (il primo fu Michael Ondaatje nel
1992 con “Il paziente inglese”) ad aggiudicarsi il prestigioso premio letterario.
Quella di Maali è una
storia incredibile ambientata durante la guerra civile nello Sri Lanka degli
anni Ottanta, anni di scontri fratricidi e lotte tra governo, Tigri Tamil,
singalesi e indiani.
“Sei nato prima che Elvis
interpretasse il suo primo successo. E sei morto prima che Freddie interpretasse
il suo ultimo. Nel frattempo, ne hai scattate a migliaia. Hai le foto del
ministro che stava a guardare mentre i selvaggi dell’83 davano fuoco alle case
tamil e massacravano gli abitanti. Hai i ritratti di giornalisti scomparsi e di
militanti svaniti nel nulla, legati e imbavagliati, morti durante la prigionia.”
Fatti poco noti agli
occidentali che fanno da sfondo alla trama di questo romanzo che di politico ha
però bene poco. Il protagonista è Maali con i suoi amori, la sua passione per
la fotografia e la giustizia, un uomo stravagante che non può fare a meno del
gioco clandestino e delle sfuggenti relazioni gay clandestine.
Il suo è un amore proibito
per un uomo che gli ha cambiato la vita ma essere omosessuali nello Sri Lanka
non era (e ancora oggi non lo è) facile né ‘permesso’ ma Maali non si fa
mancare nulla e a modo suo ama anche Jaki, intraprendente compagna di gioco e
di vita.
“Dicono che la verità vi
renderà liberi, ma nello Sri Lanka la verità può farvi finire in gabbia. E tu
non hai più bisogno né di verità né di assassini né di amanti dalla pelle
perfetta. Ti restano solo le tue immagini di fantasmi. E forse questo basta.”Shehan Karunatilaka
Il mondo ultraterreno nel
quale Maali si trova a transitare, con il rischio di rimanervi bloccato per l’eternità,
è inquietante ma al tempo stesso magico e spassoso con personaggi surreali all’inverosimile.
Impossibile non fare
riferimento al realismo magico di Salman Rushdie o agli intrecci dei gialli di
Agatha Christie e in alcuni tratti ricorda perfino il mitico Beetlejuice di Tim
Burton.
Quello di Shehan
Karunatilaka è uno stile travolgente, una voce unica e riconoscibile grazie alla
quale diventa difficile staccarsi dalle pagine una volta iniziata la lettura.
“Jaki la raccoglie dal
tavolo e traffica con il coperchio. Tu ti libri sopra lo spettacolo, fissi le
buste impilate all’interno, ciascuna con il nome della carta da gioco. Un
flusso di scene ti inonda lo spazio dietro gli occhi che non hai. Ricordi di
foto che non ricordi di aver scattato e di immagini che non puoi annullare. Non
vuoi sollevare la fotocamera che hai al collo perché hai paura di ciò che
potrebbe rivelare.”
Un piccolo grande capolavoro,
una grande avventura di guerra, amore, vita e morte che non manca di
commuovere, divertire, indignare e con un giallo da sciogliere i cui indizi
vengono sparpagliati lungo le quattrocentoottanta pagine e la cui soluzione
viene svelata solamente nell’ultima parte.
Leggere “Le sette lune di
Maali Almeida” significa immergersi in una storia dalle mille sfaccettature ed
emozioni, è un’esperienza tra i vivi e i morti ora fantasmi, è la ricerca di giustizia
in un modo ingiusto e crudele. Il tutto con un finale dolce-amaro che… non
voglio certo spoilerare e vi lascio perciò alla lettura di questo bellissimo romanzo
che non dimenticherete facilmente.
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