lunedì 31 luglio 2023

“Le sette lune di Maali Almeida” di Shehan Karunatilaka: amore, guerra, magia, mistero tra vivi e morti nello Sri Lanka della guerra civile

Le sette lune di Maali Almedia, Shehan Karunatilaka

“Stai dormendo per forza, di questo sei sicuro. Tra poco ti sveglierai. E poi ti viene in mente un pensiero terribile. Più terribile di quest’isola di selvaggi, di questo pianeta senza Dio, di questo sole morente e di questa galassia in letargo. E se in realtà fosse stato per tutto questo tempo, fino adesso, che hai continuato a dormire? E se da questo momento in poi tu, Malinda Almeida, fotografo, giocatore d’azzardo e puttana, fossi destinato a non chiudere gli occhi mai più?”

Maali, giovane fotografo singalese, si è appena risvegliato, con la sua macchina fotografica al collo, in uno strano ed indecifrabile luogo; poco dopo gli è chiaro di essere morto ma non capisce se quel posto è il paradiso o qualcosa di simile. Ciò che scopre nell’immediato è che il suo corpo sta affondando nelle acque del lago Beira, nel centro di Colombo, capitale commerciale dello Sri Lanka. Come è finito lì e perché?

Ora deve preoccuparsi del tempo che scorre rapidamente nell’aldilà, ha a disposizione solamente sette lune, ovvero sette giorni e sette notti, per capire cosa è accaduto e soprattutto riuscire a contattare DD e Jaki, gli amori della sua vita, per condurli alla sua scatola segreta contenente le fotografie compromettenti che potrebbero sconvolgere lo Sri Lanka e portare allo scoperto fatti nascosti dai politici più in vista. 

Da morto l’impresa è ancora più complicata che da vivo e forze superiori faranno il possibile per ostacolarlo. Ma in tutto questo Maali non dimentica mai la sua morte e cercherà a tutti costi di scoprire chi lo ha ucciso.

“Le parole ti vengono facili, anche se non hai avuto tempo di rifletterci su. Vuoi vedere il tuo cadavere? Rivuoi indietro la tua vita? Oppure la vera domanda su cui dovresti meditare è un’altra. Come diavolo hai fatto a finire qui?”

“Le sette lune di Maali Almeida” (Fazi Editore, giugno 2023, traduzione di Silvia Castoldi) è il romanzo vincitore del Booker Prize 2022 che ha reso l’autore Shehan Karunatilaka il secondo singalese della storia (il primo fu Michael Ondaatje nel 1992 con “Il paziente inglese”) ad aggiudicarsi il prestigioso premio letterario.

Quella di Maali è una storia incredibile ambientata durante la guerra civile nello Sri Lanka degli anni Ottanta, anni di scontri fratricidi e lotte tra governo, Tigri Tamil, singalesi e indiani.  

“Sei nato prima che Elvis interpretasse il suo primo successo. E sei morto prima che Freddie interpretasse il suo ultimo. Nel frattempo, ne hai scattate a migliaia. Hai le foto del ministro che stava a guardare mentre i selvaggi dell’83 davano fuoco alle case tamil e massacravano gli abitanti. Hai i ritratti di giornalisti scomparsi e di militanti svaniti nel nulla, legati e imbavagliati, morti durante la prigionia.”

Fatti poco noti agli occidentali che fanno da sfondo alla trama di questo romanzo che di politico ha però bene poco. Il protagonista è Maali con i suoi amori, la sua passione per la fotografia e la giustizia, un uomo stravagante che non può fare a meno del gioco clandestino e delle sfuggenti relazioni gay clandestine.

Il suo è un amore proibito per un uomo che gli ha cambiato la vita ma essere omosessuali nello Sri Lanka non era (e ancora oggi non lo è) facile né ‘permesso’ ma Maali non si fa mancare nulla e a modo suo ama anche Jaki, intraprendente compagna di gioco e di vita.

“Dicono che la verità vi renderà liberi, ma nello Sri Lanka la verità può farvi finire in gabbia. E tu non hai più bisogno né di verità né di assassini né di amanti dalla pelle perfetta. Ti restano solo le tue immagini di fantasmi. E forse questo basta.”

Shehan Karunatilaka

Il mondo ultraterreno nel quale Maali si trova a transitare, con il rischio di rimanervi bloccato per l’eternità, è inquietante ma al tempo stesso magico e spassoso con personaggi surreali all’inverosimile.

Impossibile non fare riferimento al realismo magico di Salman Rushdie o agli intrecci dei gialli di Agatha Christie e in alcuni tratti ricorda perfino il mitico Beetlejuice di Tim Burton.

Quello di Shehan Karunatilaka è uno stile travolgente, una voce unica e riconoscibile grazie alla quale diventa difficile staccarsi dalle pagine una volta iniziata la lettura.

“Jaki la raccoglie dal tavolo e traffica con il coperchio. Tu ti libri sopra lo spettacolo, fissi le buste impilate all’interno, ciascuna con il nome della carta da gioco. Un flusso di scene ti inonda lo spazio dietro gli occhi che non hai. Ricordi di foto che non ricordi di aver scattato e di immagini che non puoi annullare. Non vuoi sollevare la fotocamera che hai al collo perché hai paura di ciò che potrebbe rivelare.”

Un piccolo grande capolavoro, una grande avventura di guerra, amore, vita e morte che non manca di commuovere, divertire, indignare e con un giallo da sciogliere i cui indizi vengono sparpagliati lungo le quattrocentoottanta pagine e la cui soluzione viene svelata solamente nell’ultima parte.

Leggere “Le sette lune di Maali Almeida” significa immergersi in una storia dalle mille sfaccettature ed emozioni, è un’esperienza tra i vivi e i morti ora fantasmi, è la ricerca di giustizia in un modo ingiusto e crudele. Il tutto con un finale dolce-amaro che… non voglio certo spoilerare e vi lascio perciò alla lettura di questo bellissimo romanzo che non dimenticherete facilmente.

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