lunedì 29 luglio 2019

“Attraverso la finestra di Snell” di Paolo Pergola: tra squali, mucche dormienti e scienziati appassionati con le loro esilaranti scoperte

Attraverso la finestra di Snell, Paolo Pergola

“E quindi non c’era da stupirsi che si stesse occupando della collaborazione tra animali. Lo faceva anche Tarzan, credo. E Alan era la versione marina di Tarzan. Alan si mise a raccontare a Anders Dahl dei suoi studi. Gli spiegò come funzionava questa storia della collaborazione tra cernie e murene. È da un po’ che ci si è accorti che certe cernie da queste parti vanno a caccia con altre specie, soprattutto con le murene.”
Ci sono piccole case editrici che nascono, si acquietano e poi rinascono cambiando veste e proponendo al mondo della letteratura delle piccole grandi opere d’arte che non possono sfuggire al lettore con la L maiuscola.

Mi riferisco alla Italosvevo con la sua Piccola Biblioteca di letteratura inutile ideata e curata dallo scrittore e poeta Giovanni Nucci.

Volumi di piccolo formato, carta pregiata, rilegatura in brossura a filo refe e pagine intonse da tagliare col tagliacarte. 

Immaginate di avere in mano un libro ancora vergine, da esplorare in ogni sua caratteristica, non solo contenutistica ma anche fisica. Qualcosa che non capita spesso. 

“Attraverso la finestra di Snell – Storie di animali e degli umani che li osservano” (marzo 2019) è un qualcosa di unico nel suo genere. L’autore, Paolo Pergola, è un ricercatore in zoologia membro dell’Opificio di Letteratura Potenziale, un'unione di studiosi di varie discipline che opera principalmente nel campo della sperimentazione linguistica applicata alla prosa e alla poesia italiana.

E Pergola la lingua italiana la sa usare molto bene, con stile, giocando con le parole e con un’ironia che ricorda lo stile delle incredibili “Cosmicomiche” di Calvino.

Non è un’opera di divulgazione scientifica, e non pretende di esserlo, ma una raccolta di racconti con protagonisti non tanto gli animali quanto gli studiosi che se ne occupano in modo talmente appassionato da sfociare nell’esilarante.

Studieremo i mitocondri in religiosa contemplazione, gli squali della Groenlandia con gli occhi dello zoologo Anders Dahl Jakobsen, le rotte migratorie delle tartarughe, gli attacchi
Paolo Pergola
alle aringhe da parte delle orche, Drabek ci introduce nel mondo delle mucche che dormono perpendicolari alle ombre degli alberi al tramonto, paragoneremo le capacità di volo delle urie e quelle dei pinguini, analizzeremo l’altezza dalla quale le cornacchie lanciano le cozze per farle aprire e poterle mangiare.

Sono queste e altre le storie che vengono raccontate, con la particolarità che tutte si mescolano a situazioni assurde, per gli scienziati protagonisti si tratta di affari serissimi, davvero singolari e divertenti.

Persino la migrazione delle farfalle Monarca ha del comico grazie al racconto di Pergola, per non parlare di Glenn Johnson, accademico con uno scarsissimo senso dell’orientamento.

Poco meno di centocinquanta pagine irresistibili, la dimostrazione di ciò a cui può portare una passione incontrastata per il proprio mestiere.

“Attraverso la finestra di Snell” è un vero e proprio varco verso il mondo della cultura, quella vera, fatta di letture particolari, di ironia intelligente, di tradizione letteraria italiana.

Concludendo, se siete veri Bibliofili questa è una pubblicazione (ma dovreste vedere gli altri titoli della stessa casa editrice!!) che proprio non potete perdervi!


Link per l'acquisto qui

lunedì 15 luglio 2019

“Favola di New York” di Victor Lavalle: gli amori e gli incubi delle nostre realtà quotidiane

Favola di New York, Victor Lavalle

“Tu ed Emma siete finiti in una fiaba dell’orrore. Tutte le donne su quest’isola hanno vissuto quello che state vivendo voi, e chiudere gli occhi e fingere che non sia così non ti aiuterà. Hai raggiunto l’altra riva e non puoi più tornare indietro. Su una cosa William aveva ragione: siamo streghe. Però ti dico una cosa: quell'uomo ha a che fare con entità mostruose.”
Se fosse un film sarebbe un horror, se fosse una fiaba sarebbe una delle più truculente dei fratelli Grimm. Certamente si tratterebbe di qualcosa di sconvolgente.

“Favola di New York” (Fazi Editore, giugno 2019, traduzione di Sabina Terziani) è la storia di Lillian e Brian che si innamorano e hanno un bellissimo bambino, ma un giorno il padre scompare e al figlio restano solo una scatola con un libro dentro e un incubo ricorrente. 

È anche la storia di Apollo ed Emma, anche loro si innamorano e hanno un bellissimo bambino. Lui compra e vende libri antichi, lei fa la bibliotecaria. La nascita del figlio scombussola la routine dei due, lei torna a lavorare troppo presto ma lui non si rende conto del disagio che la moglie sta vivendo e quando accade il terribile fatto lui non se ne capacita. Vuole vendetta, ma per cosa? Siamo certi che lui sia consapevole di ciò che ha vissuto in quel periodo? È se quella tragedia nascondesse dell’altro? Qualcosa di lontano da ogni immaginazione?

“Quel momento in cui il tempo si era fermato e il bimbo aveva esitato sulla soglia tra due mondi – realtà ed eternità – e sia Apollo sia Emma, toccandolo, avevano indugiato sulla soglia. Erano stati una famiglia, tra l’attuale e l’eterno. Insieme.”

“Favola di New York” nasce come una storia di amore, di culture differenti, di amore sviscerato per i libri, per finire poi verso qualcosa di incredibile, negativamente parlando.

Se vi aspettate una storia lineare fatta di sentimenti positivi avete sbagliato libro. In questo accade di tutto, si viaggia in una New York fatta di parchi, di foreste nascoste, di isole, di scantinati abbandonati. Una New York pregna di superstizioni e di leggende, sacro e profano si mescolano per dirigersi verso le origini di una città che ha visto arrivare sulle sue coste persone da ogni parte del mondo.

Non scambiatela però per un dark fantasy, no, nulla del genere. Si tratta di un romanzo molto attuale che racconta fatti che non si allontanano troppo dalla realtà, raccontato con una fusione di culture, di visioni, di tradizioni lontane nel tempo e nello spazio.
Victor Lavalle

“La mattina i ratti facevano jogging insieme alla gente: i fumi della spazzatura incendiata arroventavano l’aria, I cinque borroughs erano dati per spacciati. Eppure l’aria doveva per forza essere pervasa anche da una certa folle magia se Lillian e Brian si incontrarono proprio in quella settimana di sciopero. Venivano entrambi da paesi remoti e si erano ritrovati nel Queens. Nessuno dei due immaginava che innamorarsi avrebbe scatenato un tale scompiglio.”


Brian Kagwa è un giovane uomo che crede di conoscere la sua città ma si rende ben presto conto di aver vissuto in una realtà parallela e quando gli occhi gli si aprono si ritrova sbattuto in un luogo che vede per la prima volta, più oscuro e più malvagio di come lui avesse mai immaginato. I libri lo avevano protetto per tanto tempo ma questi nascondevano anche la verità.

“Era andato a vivere da solo a diciannove anni, in un monolocale a Jackson Heights talmente pieno di libri che c’era a malapena lo spazio per un letto singolo.”

“Favola di New York” fa riflettere (e rabbrividire) sul mondo fatto di connessioni in rete illimitate che stiamo vivendo. Abbiamo mai realmente valutato i pro e i contro? Sappiamo a cosa stiamo andando incontro ogni qualvolta navighiamo su Internet, apriamo il nostro portatile o accediamo ai social network?

“Bene: cosa credi che sia un computer o un cellulare? È la tua casa, ci vivi dentro. Ma una casa reale, fatta di mattoni e cemento, perlomeno ha una porta e delle finestre che puoi chiudere. La tecnologia invece non ha porte che puoi sbarrare. Oggigiorno la gente condivide tutto.”

“Favola di New York” è una storia di amore, di separazione, di famiglia e di solitudine; è una storia che parrebbe lontana dal nostro mondo ma leggetela e scoprirete quanto ci riguarda tutti, nel profondo, perché racconta di noi, di ciò che ci circonda, nel bene e nel male.

Un romanzo unico nel suo genere, bellissimo, profondo, fantastico e sconvolgente al tempo stesso.

“Perché temere le streghe quando Internet riusciva a creare una minaccia peggiore?”

Link per l'acquisto qui




lunedì 1 luglio 2019

“Ultimo tango all’Ortica” di Rosa Teruzzi: una nuova indagine al femminile tra i vicoli di una Milano più frenetica e romantica che mai

Ultimo tango all'Ortica, Rosa Teruzzi

“Libera scosse il capo, infastidita. Era davvero troppa la confusione che regnava nella sua testa e nel suo cuore e mai, come in quel momento, avrebbe avuto bisogno di un vero amico con cui aprirsi, ma le persone di cui si fidava erano tutte, chi più chi meno, coinvolte nei suoi conflitti e nonno Spartaco, l’unico che avrebbe saputo ascoltarla senza giudicarla, non c’era più.”
Quando Katy occupa il centro della pista da ballo tutti la guardano e rimangono ammaliati dai movimenti sinuosi del suo corpo mentre si esibisce in un appassionante tango, ogni volta con differenti ballerini. 

La balera dell’Ortica, nella periferia di Milano, è piena di gente quella sera di agosto, non appena la musica si ferma lei fugge e la stessa notte un giovane e molesto uomo, ex della ballerina, viene ritrovato morto, ucciso da un colpo di pistola. È stata forse la donna ad ammazzarlo, stanca dei pedinamenti, o qualche altra spasimante? La polizia arresta il maggiordomo di una ricca signora, un uomo taciturno nella cui agenda vengono trovate delle foto di Katy, ma qualcosa non torna e serviranno le abilità delle Miss Marple del Giambellino per svelare il mistero e scagionare l’innocente. Contemporaneamente si intrecciano al delitto dei fatti irrisolti nel tempo e un mistero di famiglia mai sondato fino in fondo.

“Ultimo tango all’Ortica” (Sonzogno, maggio 2019) è il quarto volume che vede protagoniste le investigatrici milanesi e benché vi sia un filo conduttore ad unirli possono tranquillamente essere letti in autonomia.

Libera e Iole, figlia e madre, sono ancora una volta le protagoniste indiscusse, insieme a Vittoria, un po’ più in disparte, ma non meno importante, da quando l’omicidio del padre è stato risolto.

Il presunto colpevole dell’omicidio sul quale indagano è una cara amica di famiglia, coetanea di Iole, e questo le fa sentire ancora più coinvolte. Le loro tecniche nell’indagare si sono fatte più precise e la loro stravaganza le rende spassosissime.

Libera continua a svolgere la professione di fioraia, confezionando bellissimi bouquet
Rosa Teruzzi
oramai famosi ovunque, e Iole non abbandona la sua indole da figlia dei fiori tra sedute di yoga improvvisate e furtivi incontri con spasimanti di volta in volta differenti.   
  
La fioraia non perde il suo romanticismo e la sua immagine di donna innamorata, delusa dall’uomo che credeva avrebbe potuto accompagnarla negli anni a venire, è più bella che mai. Finalmente si sente donna e rivendica il suo essere capace di prendere decisioni senza interferenze esterne.  

“Gabriele, l’unico uomo che in tutti quegli anni avesse mai davvero desiderato, era lì, seduto al suo fianco, e solo sfiorarlo le metteva i brividi. Era lì, ma non poteva più essere suo. E allora come era possibile che lei si sentisse al contempo devastata e quasi sollevata? La paura della sofferenza che può derivare dall’amore era più forte, per lei, del piacere che l’amore porta?”

Ogni libro è un crescendo e ogni indagine è coinvolgente e intrigante.

Rosa Teruzzi ci regala una nuova avventura in una Milano frenetica, romantica ed inedita fatta di libri, di fiori, di gente, di splendidi caselli ferroviari ristrutturati, e di verità nascoste e di donne.

Sì, perché le donne sono le vere protagoniste di questo libro, con la loro forza, la loro debolezza e il diritto di essere rispettate indipendentemente da luoghi comuni maschilisti o da stupidi pregiudizi privi di fondamento.

Le poco più di centoquaranta pagine scorrono velocemente e ora non ci resta che attendere la prossima indagine!

Link per l'acquisto qui