lunedì 15 luglio 2019

“Favola di New York” di Victor Lavalle: gli amori e gli incubi delle nostre realtà quotidiane

Favola di New York, Victor Lavalle

“Tu ed Emma siete finiti in una fiaba dell’orrore. Tutte le donne su quest’isola hanno vissuto quello che state vivendo voi, e chiudere gli occhi e fingere che non sia così non ti aiuterà. Hai raggiunto l’altra riva e non puoi più tornare indietro. Su una cosa William aveva ragione: siamo streghe. Però ti dico una cosa: quell'uomo ha a che fare con entità mostruose.”
Se fosse un film sarebbe un horror, se fosse una fiaba sarebbe una delle più truculente dei fratelli Grimm. Certamente si tratterebbe di qualcosa di sconvolgente.

“Favola di New York” (Fazi Editore, giugno 2019, traduzione di Sabina Terziani) è la storia di Lillian e Brian che si innamorano e hanno un bellissimo bambino, ma un giorno il padre scompare e al figlio restano solo una scatola con un libro dentro e un incubo ricorrente. 

È anche la storia di Apollo ed Emma, anche loro si innamorano e hanno un bellissimo bambino. Lui compra e vende libri antichi, lei fa la bibliotecaria. La nascita del figlio scombussola la routine dei due, lei torna a lavorare troppo presto ma lui non si rende conto del disagio che la moglie sta vivendo e quando accade il terribile fatto lui non se ne capacita. Vuole vendetta, ma per cosa? Siamo certi che lui sia consapevole di ciò che ha vissuto in quel periodo? È se quella tragedia nascondesse dell’altro? Qualcosa di lontano da ogni immaginazione?

“Quel momento in cui il tempo si era fermato e il bimbo aveva esitato sulla soglia tra due mondi – realtà ed eternità – e sia Apollo sia Emma, toccandolo, avevano indugiato sulla soglia. Erano stati una famiglia, tra l’attuale e l’eterno. Insieme.”

“Favola di New York” nasce come una storia di amore, di culture differenti, di amore sviscerato per i libri, per finire poi verso qualcosa di incredibile, negativamente parlando.

Se vi aspettate una storia lineare fatta di sentimenti positivi avete sbagliato libro. In questo accade di tutto, si viaggia in una New York fatta di parchi, di foreste nascoste, di isole, di scantinati abbandonati. Una New York pregna di superstizioni e di leggende, sacro e profano si mescolano per dirigersi verso le origini di una città che ha visto arrivare sulle sue coste persone da ogni parte del mondo.

Non scambiatela però per un dark fantasy, no, nulla del genere. Si tratta di un romanzo molto attuale che racconta fatti che non si allontanano troppo dalla realtà, raccontato con una fusione di culture, di visioni, di tradizioni lontane nel tempo e nello spazio.
Victor Lavalle

“La mattina i ratti facevano jogging insieme alla gente: i fumi della spazzatura incendiata arroventavano l’aria, I cinque borroughs erano dati per spacciati. Eppure l’aria doveva per forza essere pervasa anche da una certa folle magia se Lillian e Brian si incontrarono proprio in quella settimana di sciopero. Venivano entrambi da paesi remoti e si erano ritrovati nel Queens. Nessuno dei due immaginava che innamorarsi avrebbe scatenato un tale scompiglio.”


Brian Kagwa è un giovane uomo che crede di conoscere la sua città ma si rende ben presto conto di aver vissuto in una realtà parallela e quando gli occhi gli si aprono si ritrova sbattuto in un luogo che vede per la prima volta, più oscuro e più malvagio di come lui avesse mai immaginato. I libri lo avevano protetto per tanto tempo ma questi nascondevano anche la verità.

“Era andato a vivere da solo a diciannove anni, in un monolocale a Jackson Heights talmente pieno di libri che c’era a malapena lo spazio per un letto singolo.”

“Favola di New York” fa riflettere (e rabbrividire) sul mondo fatto di connessioni in rete illimitate che stiamo vivendo. Abbiamo mai realmente valutato i pro e i contro? Sappiamo a cosa stiamo andando incontro ogni qualvolta navighiamo su Internet, apriamo il nostro portatile o accediamo ai social network?

“Bene: cosa credi che sia un computer o un cellulare? È la tua casa, ci vivi dentro. Ma una casa reale, fatta di mattoni e cemento, perlomeno ha una porta e delle finestre che puoi chiudere. La tecnologia invece non ha porte che puoi sbarrare. Oggigiorno la gente condivide tutto.”

“Favola di New York” è una storia di amore, di separazione, di famiglia e di solitudine; è una storia che parrebbe lontana dal nostro mondo ma leggetela e scoprirete quanto ci riguarda tutti, nel profondo, perché racconta di noi, di ciò che ci circonda, nel bene e nel male.

Un romanzo unico nel suo genere, bellissimo, profondo, fantastico e sconvolgente al tempo stesso.

“Perché temere le streghe quando Internet riusciva a creare una minaccia peggiore?”

Link per l'acquisto qui




Nessun commento:

Posta un commento