lunedì 27 febbraio 2023

“Maga d’amore”: la poesia di Cristina Biolcati

“La poesia è la prova della vita. Se la tua vita arde, la poesia è la cenere.” Leonard Cohen

 Febbraio. Il mese dell’amore, il mese di San Valentino e di San Faustino.

Il mese che precede l’arrivo della primavera e nel quale le emozioni sono le vere protagoniste.

E di amore si parla in “Maga d’amore” la nuova poesia di Cristina Biolcati, che ringrazio, per questa rubrica.

Un sentimento forte, al femminile; una donna energica e determinata che deciderà da sola se dedicarsi o meno ad un ipotetico amante, se condividere la sua passione e lasciarsi andare alle emozioni o meno. Chi l’avrà vinta? E chi alla fine arderà?

Cristina Biolcati
Cristina Biolcati, scrittrice e poetessa ferrarese e padovana d’adozione, da anni ormai ci fa sognare e riflettere con i suoi racconti e con le sue liriche (per e con entrambi si è aggiudicata numerosi premi letterari); di recente abbiamo potuto leggere il suo primo romanzo thriller “Le congetture di Bonelli” (Delos Digital), ad inizio estate l’abbiamo ritrovata nel racconto breve “Al riparo dai sogni” (Officina Milena, per la nuova collana Milena in love), ne “Il castigo dell’acqua” (il cui ricavato va a sostenere “Sorriso in viaggio”, associazione che supporta i bambini malati e le famiglie che devono affrontare spese di viaggio e assisterli nei continui spostamenti per le visite specialistiche), nel nuovo romanzo breve “Il suono delle sue ferite” (Delos Digital Passport) e nel thriller "Una mano negli abissi" (Delos Digital Crime).

  

La passione arde la legna

Che il cuore ha messo da parte.

Se saprò esserne degna

Infiammerò te, il mio tenero amante.

Tu che dalla sommità della pira

Darai fuoco a ogni mia sensazione.

Brucerò intensamente, l’anima già sospira;

carbonizzerò te, non ti salverà un acquazzone.


martedì 21 febbraio 2023

“Parlami” di Francesco Zani: quando i silenzi parlano ma non vengono ascoltati

Parlami, Francesco Zani

“Quando la mattina mi ero ritrovato da solo in casa, avevo pensato si fossero già dimenticati di me. Sentivo bruciare la gola e un po’ di brividi mi rigavano la schiena. Quella era la solitudine. Non mi avevano svegliato perché forse erano già andati a vivere da un’altra parte con te, il loro figlio nuovo. Chissà se sarebbero tornati a prendermi, io ero arrivato prima eppure questo sembrava non contare niente.”

È così che comincia “Parlami” (Fazi Editore, febbraio 2023), l’esordio letterario del romagnolo Francesco Zani classe ’91. Come non rimanere colpiti da simili parole pronunciate da un bambino che vede andare via i genitori per accogliere il neo nato fratellino.

Questa è la loro storia, ma soprattutto quella di Alessandro che grazie al fratello maggiore, o per colpa sua, è conosciuto da tutti come Gullit. Sono gli anni Novanta, quelli del giocatore olandese tra le file del Milan, delle vittorie del mitico Pantani e lo scenario è il lungomare di Cesenatico con gli ombrelloni colorati dello storico Bagno Beatles. 

Sole, mare, gente, fermento ma anche tanto silenzio. Quello di Alessandro che parla poco, balbetta, non ha amici e vive in un mondo tutto suo nel quale solo il fratello riesce ad entrare. La madre, che non ne può più di quel lavoro usurante, soffre per quel figlio che non riesce a comprendere; dall’altra parte il padre non ne può mai abbastanza del lavoro ma non è felice e si nasconde dietro bicchieri di vino e tentativi di espandersi economicamente.

Gullit capisce tutto e più di tutti e quando intuisce che la futile ambizione del padre sta diventando pericolosa si fa avanti e si immischia in una situazione molto più grande di lui. Decide di addossarsi responsabilità non sue e per la prima volta sente di avere un suo posto nel mondo. Un mondo complicato non ancora pronto per la bellezza di persone come Gullit.

“Parlami” è un romanzo che colpisce subito dritto al cuore, uno di quelli dal quale è difficile staccarsi persino dopo essere giunti all’ultima parola dell’ultima pagina.

Una storia dolorosa e profondamente toccante nel quale i gesti sono carichi di significato, molto più di qualsiasi parola.

“Sembrava la polpa di una pesca che ci avvolgeva come se fossimo il suo nocciolo, il bene che ci voleva lasciava sempre lo spazio per la nostra unione. Eravamo io e te, solo noi due, strettissimi, qualcosa che non si poteva dividere.”

La voce narrante è quella del fratello ed è tramite essa che scopriamo la sofferenza di quel fratellino al quale si è sentito legato in maniera inestricabile fin dal primo sguardo.

Francesco Zani
In un mondo che pretende così tanto da noi e che ci vorrebbe felici, senza spiegare cosa si intenda per felicità, Gullit annaspa, preferisce limitare le parole e concederle a quei pochi in grado di intravedere il suo vero io.

Non è complicato proiettare Gullit nel nostro presente  chiedersi se le cose sarebbero andate in modo differente qualora i genitori si fossero preoccupati di aiutare quel figlio così particolare.

Ma è davvero così semplice capire quando un figlio necessita di supporto? O sarebbe sufficiente rivolgere meno lo sguardo verso le cose futili e maggiormente verso quelle basilari?

Giudicare non è mai corretto ma si può riflettere su questo romanzo di formazione così denso di sentimenti nel quale le dinamiche familiari sono fondamentali, così come lo è l’amore che si può dare agli altri che non è mai, e mai sarà, abbastanza.

"Parlami" è questo e tanto altro: c'è la scrittura talentuosa di Francesco Zani, ci sono le minoranze, c'è la riviera romagnola con il suo calore e le sue illusioni e c'è il disagio del vivere e dell'affrontare il mondo e gli altri. 

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venerdì 17 febbraio 2023

Il libro nipponico del mese di Serena Lavezzi: “Battle Royale” di Koushun Takami

“Per quanto una situazione possa sembrare disperata, c'è sempre una possibilità di soluzione. Quando tutto attorno è buio non c'è altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all'oscurità.” Murakami Haruki

Nuovo mese, nuovo libro! La primavera è ancora lontana e il freddo di questo periodo ci invita a stare sotto le coperte a leggere un bel libro, e perché non dedicarci a "Battle Royale" di Koushun Takami, un mix di distopia, ucronia e thriller, un libro dal durevole successo mondiale dal quale sono state tratte, più o meno liberamente, decine di serie tv e film.

Serena Lavezzi

A consigliarci questo secondo libro del 2023, per la rubrica Il libro nipponico del mese, è sempre la nostra Serena Lavezzi, scrittrice piemontese autrice di diversi romanzi e saggi ambientati in Giappone e nell’Asia orientale, colei che gestisce un Profilo Instagram sempre ricco di attività e che di recente si è arricchito grazie ad un Gruppo di Lettura, che si riunisce una volta al mese, dedicato al Giappone.

Attenzione: per mantenere l’atmosfera della cultura giapponese Serena Lavezzi ha scelto di mantenere l’ordine cognome – nome anziché adattarlo all’uso italiano.

 


BREVE TRAMA: La Repubblica della Grande Asia dell’Est ogni anno indice un Programma, organizzato dall’Esercito e dal Governo interno. Vengono estratte a sorte varie classi di terza media e gli studenti prescelti sono destinati a una fine orribile. Nel nostro caso i ragazzi, usciti per quella che sembrava una banale gita scolastica, si risvegliano in un’aula sconosciuta, su un’isola deserta; al collo portano tutti un collare-radio elettronico. Qui un uomo spiega loro che sono stati scelti per partecipare al Programma e fa chiarezza sulle pochissime regole che dovranno rispettare. In realtà ce ne sarà una soltanto, molto semplice: uccidersi l’un l’atro finché non ne rimarrà uno solo. Il fortunato è destinato a vincere un vitalizio in denaro e un foglio autografato dal Grande Dittatore.

PERCHÉ DOVRESTI LEGGERLO: Perché è un romanzo cult e uno dei più letti di tutti in tempi in Giappone.

CURIOSITÀ SULL’AUTORE: Lo stesso autore ne ha poi tratto un manga, disegnato da Masayuki Taguchi, e sono state prodotte serie televisive e film.  

 

 


TITOLO: BATTLE ROYALE

AUTORE: KOUSHUN TAKAMI (1969, AMAGASAKI)

CASA EDITRICE: MONDADORI

N° PAGINE: 613

ANNO PUBBLICAZIONE: 2016

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PREZZO CARTACEO: € 16

 

mercoledì 8 febbraio 2023

“Il campo di Gosto” di Anna Luisa Pignatelli: i tormenti dell’animo nella lussureggiante natura della Toscana

Il campo di Gosto, Anna Luisa Pignatelli

“A volte si sentiva come un naufrago che, spinto dalle onde dopo tante traversie su una spiaggia deserta, non sapendo dove si trova, nell’assoluto silenzio che lo circonda, sente il peso di essere ancora vivo.”

Agostino, detto Gosto, da poco in pensione e ormai anziano, vive solo nel podere in mezzo alla campagna toscana lasciatogli anni prima in eredità dal padrino di battesimo. La moglie lo ha lasciato ed è tornata a vivere dalla madre e l’unica figlia non pensa altro che ai soldi del padre. 

Nonostante ciò lui crede ancora nel bene delle persone ma non è facile dimenticare quel padre che lo chiamava ‘storto’ e i compaesani che hanno sempre parole negative nei suoi confronti. 

Diffida del Terzi, prepotente del posto che ha sempre amato padroneggiare a discapito di tutto e tutti, vede nel meccanico Nuccio quasi un secondo figlio ed è convinto che sia accaduto qualcosa di brutto a Stella, quella giovane ragazza sparita improvvisamente dal paese, forse anche per colpa sua.

“Il campo di Gosto” (FaziEditore, 2022) è l’ultimo romanzo di Anna Luisa Pignatelli, scrittrice toscana, molto conosciuta in Francia, che avevo molto amato con il suo bellissimo “Foschia” (Fazi Editore, 2019).

Una storia triste, amara e molto profonda che ci conduce in una Toscana di altri tempi nella quale la terra era ciò che contava veramente; Gosto ama la natura e si gode ogni momento trascorso in mezzo ad essa ma neppure questo è sufficiente a scacciare i pensieri negativi e le voci della moglie e della figlia che prova di tutto per accaparrarsi i soldi del padre.  

Impossibile non farsi coinvolgere da quest’aura negativa e chiedersi quanto anche le offese del padre abbiano contribuito alla crescita di Gosto, tormentato dall’immagine di se stesso cresciuto male, convinto di aver fatto sempre il suo meglio ma che in realtà non ha fatto altro che scappare da tutto e da tutti.

Ci sono le vessazioni, le continue lamentele della figlia, il pessimismo della moglie, anche lei vittima di un trauma mai sanato, la soddisfazione di quell’eredità e del lavoro fatto con le sue mani, nonostante le invidie e le critiche.

“Zelia accondiscendeva con riluttanza a unirsi a lui, piena di disgusto per gli uomini a causa di quanto le era successo nella prima adolescenza con il padre, di cui non voleva parlare: anche per questo preferiva indagare sugli amori degli altri piuttosto che viverne dei suoi.”

Anna Luisa Pignatelli
Ma c’è anche tanta poesia, quella di un uomo semplice che trascorre i momenti più felice nel suo campo, tra gli alberi, ad ascoltare la natura e i suoi abitanti, ad ammirare i tramonti e ad ascoltare il fiume non lontano da lì.

“Amava sostare ai piedi del leccio, sul tappeto di foglie secche che si era accumulato sotto le fronde, per rimirare, appoggiato al tronco, il fiume in lontananza, che a volte, quando luccicava sotto il sole al tramonto, pareva quasi si potesse toccare.”

Gosto, che per alcuni aspetti ricorda l’Efix di “Canne al vento” di Grazia Deledda, crede ancora negli altri, è uno degli ultimi illusi, ma in fondo, e con gli anni, ha raggiunto la consapevolezza delle brutture di un’esistenza che comincia a pesare.

Anna Luisa Pignatelli, voce sempre riconoscibile e tra le migliori dell’attuale panorama letterario italiano, ha creato uno di quei romanzi senza tempo nei quali non accade poi tanto ma la ricostruzione dell’esistenza del protagonista, i suoi pensieri, le sue parole, i luoghi descritti ci seducono e ci trascinano con forza, durezza e poesia dall’inizio alla fine.

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lunedì 6 febbraio 2023

“Oltre le crepe del cuore” di Rosa Provenzano: quando amore e condivisione vanno oltre ogni discriminazione

Oltre le crepe del cuore, Rosa Provenzano

“Non era un uomo ripugnante, schivato ed evitato, anzi le donne erano attratte da quel suo mondo apparentemente perfetto. Ma lui non era attratto dalle donne. Era di un uomo che voleva innamorarsi. Ogni notte immaginava di avere qualcuno vicino a sé, di sentire il suo respiro, di accarezzare il suo corpo, di svegliarsi fra le sue braccia, qualcuno a cui non aveva ancora dato né un volto, né un nome.”

Fabio ha trentaquattro anni e non è per nulla felice della sua vita piena di tormenti e di segreti, quasi nessuno infatti sa della sua omosessualità e per questo e altre ragioni non riesce a vivere serenamente. Gabriel è un giovane ragazzo estroverso con un futuro promettente nonostante il passato difficile e doloroso. 

I due si incontrano per caso, in una libreria, e nonostante le origini differenti si accorgono ben presto di avere tante cose in comune. 

Hanno davanti a loro tante scelte da compiere ma nulla è ancora deciso e tutto dipende dalle loro volontà, dalle loro azioni e dalla forza nei loro cuori.

“Oltre le crepe del cuore” (99 edizioni, 2022) è il romanzo d’esordio della siciliana Rosa Provenzano, classe ’66, insegnante della Primaria e laurea in Belle Arti.

Un incontro fortuito, due ragazzi con il desiderio di una vita felice. Una storia forte che parla di accettazione di sé e degli altri, di voglia di riscatto per scelte fatte dagli altri e contro le quali non è mai stato semplice combattere.

Una storia che inizia con dolcezza e delicatezza per proseguire con forza e rivelando tutte le fatiche di un’adolescenza senza genitori e di un’età adulta vissuta nell’ombra per il timore del giudizio altrui.

Rosa Provenzano
Tra Barcellona, Ginevra, Padova e Venezia è un viaggio in bellissime città ma soprattutto tra animi lacerati che si incontrano, scontrano e soccorrono a vicenda.

“Gli altri… Ma gli altri, in fondo, cosa ne sapevano del mondo che sentiva esplodere dentro di sé quando era da solo, cosa ne sapevano gli altri delle lacrime che versava durante le domeniche passate in solitudine a chiedersi quale senso avesse la sua vita, come potevano capire il male che faceva il tempo che passava… gli altri…”

Un libro ben scritto nel quale i sentimenti e le scoperte personali e reciproche si alternano in continuazione. Non soltanto omosessualità ma amore in tutte le sue sfaccettature ed un insegnamento importante: nulla può essere realizzato se prima non si trova la forza di fronteggiare se stessi e quanto ci impedisce di godere del presente e del futuro con serenità.

Le pagine scorrono rapide una dopo l’altra, così come le vite dei due protagonisti di questa storia fortemente attuale che resta nel cuore, commuove per la schiettezza, il coraggio e la generosità.  

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venerdì 3 febbraio 2023

“Storia del figlio” di Marie-Hélène Lafon: intrecci, assenze e profumi di una saga familiare da ricostruire pezzo per pezzo

Storia del figlio, Marie-Hélène Lafon

“Amélie ha l’odore del fiume in primavera, il fiume alto della neve sciolta. Paul ha l’odore del vento e della lama fredda dei coltelli che sono in cucina e che loro non possono toccare.”

André è figlio di Gabrielle ma viene cresciuto dalla sorella della madre, Hélène, e suo marito. Il padre è sconosciuto ma i suoi genitori ‘adottivi’ e le cugine sono così amorevoli con lui che del resto non gli importa. Ogni estate la madre, per lui una misteriosa signora, torna al paese da Parigi per trascorrere le vacanze con loro. 

Gli anni passano e le vicende narrate coprono un argo lungo cento anni, ci vengono svelati il prima e il dopo del figlio e della madre e conosciamo quel padre tanto cercato in età adulta ma mai desiderato realmente da André. 

Ripercorriamo il passato della madre, sola in un appartamento parigino e della sua relazione con quel giovane ragazzo; ci vengono narrati infanzia e adolescenza di due bambini gemelli di Chanterelle a inizio Novecento. 

Una saga familiare vera a propria in meno di duecento pagine sufficienti però a raccontare quanto andava raccontato.

“Storia del figlio” (FaziEditore, 2022, traduzione di Antonella Conti) è il capolavoro della francese Marie-Hélène Lafon, vincitore del prestigioso premio Renaudot, campione di vendite, amato dai lettori e dalla critica, per la prima volta nelle librerie italiane.

È la storia di più famiglie con le loro esistenze e finzioni, con i loro legami, i segreti, i silenzi e le tragedie. Tutto ruota intorno alla ricerca di quel padre, non esclusivamente per la conoscenza di quell’uomo ma per la comprensione delle dinamiche tra le persone, di quelle assenze incomprensibili, di ciò che non è accaduto e sarebbe potuto accadere.

“Paul ha l’odore del vento e della lama fredda dei coltelli che sono in cucina e che loro non possono toccare. Per sua madre è incerto, cambia sempre, gli viene in mente la neve quando la sera diventa blu ai margini del bosco, il caffè caldo, a volte odora anche di rosso. Per suo padre forse il minestrone, ma non ne è proprio sicura, si ferma,
qualcosa gli si blocca dentro e preferisce non insistere. Gli odori sono un gioco e col padre non si può giocare.”

Marie-Hélène Lafon
Un complesso mosaico che ci trascina nell’incanto di una storia per nulla semplice ma con una sua bellezza intrinseca ed una delicatezza che contribuisce a realizzare un romanzo davvero bello e ben scritto.

“Non gli piacevano quelle acque nere che scavano abissi nell’oscurità. Lui aveva scelto la luce il calore il giorno la gioia.”

E alla fine il mistero viene svelato e un alone di pace avvolge tutto ma nulla si dimentica e questo libro rimane nel cuore per lungo, lungo tempo.   

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mercoledì 1 febbraio 2023

“La ragazza che viene dal buio” di Michael Robotham: il secondo coinvolgente capitolo della serie di Evie e Cyrus Haven

La ragazza che viene dal buio, Michael Robotham

“Sentii un rumore impetuoso – un infuriare di acqua, vento e neve – mentre il buio ribolliva attraverso le assi del pavimento salendo fino alle mie caviglie, alle ginocchia, alle cosce, al petto, e mi copriva la bocca. Mi soffocava. Ma ormai non c’ero già più, stavo volando indietro nel tempo, inghiottita dalle nebbie della mia infanzia dove stringevo la mano di papà su una giostra.”

Evie e Cyrus sono tornati e le cose si sono complicate ancora di più. Lei da bambina è stata trovata nascosta in una stanza segreta in un edificio nel quale un terribile delitto si è consumato proprio sotto i suoi occhi. Il suo istinto nel capire quando qualcuno sta mentendo ha permesso a Cyrus, psicologo forense con i suoi altrettanto profondi traumi, di risolvere un difficile caso di omicidio. 

Ora però Evie ha bisogno più che mai di aiuto perché ha visto qualcosa che non doveva e qualcuno la cerca con l’intento di farla stare zitta per sempre. Lei scappa, Cyrus cerca di proteggerla ma rischia solo di esporla maggiormente al pericolo. Cosa fare, continuare a scappare o rivelare finalmente ogni particolare?

“La ragazza che viene dal buio” (Fazi Editore, 2022, traduzione di Giuseppe Marano) è il secondo capitolo (che può anche essere letto autonomamente) della serie di Cyrus Haven e come nel primo ("Brava ragazza, cattiva ragazza") l’autore Michael Robotham ci trascina in un’atmosfera carica di mistero e di traumi da sciogliere e svelare. 

Evie ha vissuto qualcosa di più terribile di come immaginavamo e Cyrus si sente legato a lei in modo indissolubile per un passato che in parte li accomuna.

Finalmente sapremo chi è davvero quella ragazza, da dove viene, come è finita inquell’anfratto nel quale si nascondeva. E forse Cyrus sarà in grado di trovare un modo per aiutare realmente quella giovane ragazza che desidera solamente un posto che possa essere chiamato casa.

Michael Robotham

“A volte dimentico quanto sia semplice e ingenua, nonostante le sue traversie. Ha vissuto più tragedie di quante la maggior parte delle persone sopporti nell’arco di una vita intera, eppure pretendiamo che sia grata per il nostro aiuto o abbia ideali più elevati. Ma come potrebbe?”

“La ragazza che viene dal buio” è un bellissimo thriller psicologico, uno dei più belli degli ultimi anni, con retroscena terribili e una triste realtà politico-giudiziaria che sarà preponderante nello svolgimento dei fatti.

Ancora una volta Robotham ci rapisce e ci lascia andare solo al termine dell’ultima pagina, con la speranza che si tratti di un arrivederci breve perché rimane ancora tanto da svelare ed Evie e Cyrus già ci mancano e siamo ansiosi di conoscere il loro futuro.

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