martedì 21 febbraio 2023

“Parlami” di Francesco Zani: quando i silenzi parlano ma non vengono ascoltati

Parlami, Francesco Zani

“Quando la mattina mi ero ritrovato da solo in casa, avevo pensato si fossero già dimenticati di me. Sentivo bruciare la gola e un po’ di brividi mi rigavano la schiena. Quella era la solitudine. Non mi avevano svegliato perché forse erano già andati a vivere da un’altra parte con te, il loro figlio nuovo. Chissà se sarebbero tornati a prendermi, io ero arrivato prima eppure questo sembrava non contare niente.”

È così che comincia “Parlami” (Fazi Editore, febbraio 2023), l’esordio letterario del romagnolo Francesco Zani classe ’91. Come non rimanere colpiti da simili parole pronunciate da un bambino che vede andare via i genitori per accogliere il neo nato fratellino.

Questa è la loro storia, ma soprattutto quella di Alessandro che grazie al fratello maggiore, o per colpa sua, è conosciuto da tutti come Gullit. Sono gli anni Novanta, quelli del giocatore olandese tra le file del Milan, delle vittorie del mitico Pantani e lo scenario è il lungomare di Cesenatico con gli ombrelloni colorati dello storico Bagno Beatles. 

Sole, mare, gente, fermento ma anche tanto silenzio. Quello di Alessandro che parla poco, balbetta, non ha amici e vive in un mondo tutto suo nel quale solo il fratello riesce ad entrare. La madre, che non ne può più di quel lavoro usurante, soffre per quel figlio che non riesce a comprendere; dall’altra parte il padre non ne può mai abbastanza del lavoro ma non è felice e si nasconde dietro bicchieri di vino e tentativi di espandersi economicamente.

Gullit capisce tutto e più di tutti e quando intuisce che la futile ambizione del padre sta diventando pericolosa si fa avanti e si immischia in una situazione molto più grande di lui. Decide di addossarsi responsabilità non sue e per la prima volta sente di avere un suo posto nel mondo. Un mondo complicato non ancora pronto per la bellezza di persone come Gullit.

“Parlami” è un romanzo che colpisce subito dritto al cuore, uno di quelli dal quale è difficile staccarsi persino dopo essere giunti all’ultima parola dell’ultima pagina.

Una storia dolorosa e profondamente toccante nel quale i gesti sono carichi di significato, molto più di qualsiasi parola.

“Sembrava la polpa di una pesca che ci avvolgeva come se fossimo il suo nocciolo, il bene che ci voleva lasciava sempre lo spazio per la nostra unione. Eravamo io e te, solo noi due, strettissimi, qualcosa che non si poteva dividere.”

La voce narrante è quella del fratello ed è tramite essa che scopriamo la sofferenza di quel fratellino al quale si è sentito legato in maniera inestricabile fin dal primo sguardo.

Francesco Zani
In un mondo che pretende così tanto da noi e che ci vorrebbe felici, senza spiegare cosa si intenda per felicità, Gullit annaspa, preferisce limitare le parole e concederle a quei pochi in grado di intravedere il suo vero io.

Non è complicato proiettare Gullit nel nostro presente  chiedersi se le cose sarebbero andate in modo differente qualora i genitori si fossero preoccupati di aiutare quel figlio così particolare.

Ma è davvero così semplice capire quando un figlio necessita di supporto? O sarebbe sufficiente rivolgere meno lo sguardo verso le cose futili e maggiormente verso quelle basilari?

Giudicare non è mai corretto ma si può riflettere su questo romanzo di formazione così denso di sentimenti nel quale le dinamiche familiari sono fondamentali, così come lo è l’amore che si può dare agli altri che non è mai, e mai sarà, abbastanza.

"Parlami" è questo e tanto altro: c'è la scrittura talentuosa di Francesco Zani, ci sono le minoranze, c'è la riviera romagnola con il suo calore e le sue illusioni e c'è il disagio del vivere e dell'affrontare il mondo e gli altri. 

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