domenica 29 gennaio 2017

Giveaway "Balla per me" di Cristina Biolcati: commenta e portati a casa una copia cartacea del libro!

“Avrei stretto quella mano nella mia, avrei ballato senza chiudere gli occhi. Avrei trattenuto dentro di me ogni singolo atomo di Alice, della sua giovane vita. Le avrei chiesto perdono perché la stavo lasciando. Non rimanevo a proteggerla quando lei aveva più bisogno di me. Fallivo miseramente, mentre lei doveva rimanere.”

Cosa accade quando si muore? Cosa prova chi se ne va da questo mondo, cosa vede quando si trova ad affrontare il passaggio dalla vita alla morte? In tanti si interrogano al riguardo e di tanto in tanto chi è riuscito a tornare indietro, per esempio dopo un coma, ha raccontato la sua esperienza

Davide non può farlo, può solamente osservare le persone care che ha lasciato e con le quali vorrebbe poter comunicare ancora. Non comprende pienamente cosa gli sta accadendo, sa che aveva solamente ventidue anni e prova così a raccontare la sua vita, forse per tentare di esorcizzare quel momento così terribile. Ed ecco che riviviamo l’infanzia del protagonista, gli anni della scuola, le amicizie, gli amori, le aspirazioni, i ricordi legati alla famiglia.

“Balla per me” (Youcanprint, 2016) della scrittrice e articolista ferrarese e padovana di adozione, Cristina Biolcati è un toccante romanzo breve che indaga su una delle paure ancestrali dell’uomo: la morte. 

Lo fa in modo molto originale, a narrare la sua storia non è infatti una persona che ha vissuto un’esperienza extracorporea ma un ragazzo che è morto e che si trova ora in una sorta di limbo.
Difficile non immedesimarsi nelle emozioni provate da Davide; “Balla per me” fa paura perché tutti, in un modo o nell'altro, temono la morte e le sue conseguenze. Chi non si è domandato almeno una volta cosa ci sia dopo la vita e cosa possa accadere con l’esalazione dell’ultimo respiro. 

Ma vi è anche tanta ironia e non mancano le parti divertenti a rendere la lettura ancora più piacevole.

“Balla per me” è un’esaltazione della vita, è la dimostrazione di quanto il tempo possa essere fugace ed impalpabile. Una storia che fa riflettere e rabbrividire al tempo stesso. Un racconto che ammonisce l’uomo affinché non sperperi il suo tempo e cerchi di trascorrerlo con chi si ama, sempre senza dimenticare di sorridere ogni volta che se ne ha l’occasione.




BALLA PER ME

AUTRICE: Cristina Biolcati
EDITORE: youcanprint
PAGINE: 44
CODICE ISBN CARTACEO: 9788892643291
PREZZO CARTACEO: € 7
PREZZO E-BOOK: € 0.99
LINK D'ACQUISTO: QUI 









“Balla per me”, pubblicato inizialmente in formato digitale, è ora disponibile anche in cartaceo e l’autrice ha deciso per l’occasione, in collaborazione con L’angolo della cultura di Becky, di premiare uno di voi con una copia!

Non si tratterà però di una semplice estrazione: DOVRETE COMMENTARE INDICANDO L’AGGETTIVO CHE SECONDO VOI PIÙ SI ADATTA A QUESTA STORIA. Sarà l’autrice stessa a scegliere l’aggettivo più originale, quello che colpirà maggiormente il suo immaginario.


PER PARTECIPARE E PROVARE A VINCERE UNA COPIA DI “BALLA PER ME” DOVETE SEGUIRE QUESTE TRE SEMPLICI REGOLE:

1- CONDIVIDERE QUESTO POST SUL PROPRIO PROFILO FACEBOOK IN MODALITÀ PUBBLICA

2- COMMENTARE (SEGUENDO LE INDICAZIONI IN ROSSO QUI SOPRA) SOTTO QUESTO POST INSERENDO IL LINK DEL VOSTRO PROFILO FACEBOOK (UTILE PER L’INVIO DELL’EVENTUALE MESSAGGIO PRIVATO)

3- INVITATE I VOSTRI AMICI A PARTECIPARE (PER ESEMPIO CON UN TAG NEL POST DI CONDIVISIONE)


AVETE TEMPO FINO ALLA MEZZANOTTE DELL'1 MARZO 2017 PER PARTECIPARE. 

IL VINCITORE VERRÀ ANNUNCIATO IN UN COMMENTO SOTTO QUESTO ARTICOLO E SULLA PAGINA FACEBOOK DELL’EVENTO; VERRÀ INOLTRE INVIATO UN MESSAGGIO PRIVATO AL VINCITORE (RICORDATE DI CONTROLLARE TRA I MESSAGGI NASCOSTI).
IL LIBRO VERRÀ SPEDITO IN TUTTA ITALIA.

Partecipate in tanti e... buona fortuna!!! 



venerdì 20 gennaio 2017

“Lion: La strada verso casa” di Saroo Brierley – l’incredibile viaggio di un bambino dall'India alla Tasmania

Lion, Saroo Brierley
“Non ricordo esattamente cosa feci: forse urlai, presi a pugni le porte o forse piansi. Però ricordo che il cuore mi batteva tre volte più veloce del normale. Se avessi saputo leggere i cartelli appesi, forse avrei capito dov'ero diretto o come uscire da lì. Ma non sapevo leggere. Corsi avanti e indietro guardando sotto tutti i sedili, nel caso ci fosse stato qualcuno che dormiva sdraiato là. Invece c’ero solo io. Continuai comunque a correre, gridando disperato il nome di mio fratello, pregandolo di venirmi a prendere. Chiamai anche mia madre e persino Kallu, con tutto il fiato che avevo in gola. Nessuno rispose e il treno non si fermò.”
Saroo è solamente un bambino quando quella mattina riesce a convincere il fratello a portarlo con sé. Poi però si addormenta e quando si risveglia il fratello non c’è, così sale su quel treno che improvvisamente parte e quando se ne rende conto è troppo tardi

Le ore passano, il bambino si dispera, dorme ancora, si risveglia, fino a quando il treno giunge a Calcutta, una delle città più grandi, popolose, povere, caotiche e pericolose dell’India. Lui è solo e cavarsela sarà molto più complicato di quanto lui avrebbe immaginato.

“Lion: La strada verso casa” (Rizzoli, 2016, traduzione di A. Taroni) di Saroo Brierley è la vera storia dello stesso Saroo, bambino indiano, naturalizzato australiano grazie alla famiglia che lo adottò.

In tanti avranno sentito parlare di questa storia per via del film (regia di Garth Davies, protagonisti Dev Patel, Sunny Pawar e Nicole Kidman) uscito nelle sale cinematografiche italiane il 22 dicembre 2016, ma esiste anche un libro, già pubblicato nel 2014 dalla Fabbri Editore e riedito dalla Rizzoli nel novembre 2016 (titolo originale “A Long Way Home: A Memoir by Saroo Brierley”).

La storia di Saroo è incredibile, è un susseguirsi di eventi terribili e altri provvidenziali; è inverosimile che un bambino così piccolo sia riuscito a cavarsela da solo ed è bellissimo che, dopo tanta insicurezza e sconforto abbia trovato una famiglia per poi, tanti anni dopo, ritrovare quella di origine.

Saroo Brierley
Saroo ci conduce per mano lungo le strade della città di origine, per le vie affollate di Calcutta, i suoi occhi di bambino sono i nostri, e nostre diventano le sue paure e le sue gioie

Berampur e Ginestlay continueranno a lungo a vorticare nelle menti dei lettori che restano incollati alle pagine dalla prima all’ultima, sbirciando di tanto in tanto tra le foto presenti nella parte centrale del libro.

Duecentoventipagine emozionanti nelle quali conosciamo la madre Kamla, i fratelli Kallu e Guggu, la sorella Shekila, la signora Sood, fortuna per tanti bambini, e i generosi John e Sue Brierley.

A sorprendere sono anche la contrapposizione tra la povera India, da sempre sulla via della industrializzazione foriera di inquinamento e forse maggiore caos, e l’ordinata Tasmania.


Una storia da leggere tutta d’un fiato, per sorprendersi e comprendere che tanti bambini possono ancora sperare grazie alla generosità degli altri e oggi anche grazie alle nuove tecnologie che ricoprono un ruolo fondamentale nella vita del fortunato Saroo. 


martedì 10 gennaio 2017

Zygumnt Bauman e Tullio De Mauro: i primi grandi morti ignorati del 2017

Zygmunt Bauman
“La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto fa la relazione sentimentale. In una relazione, puoi sentirti insicuro quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia.” (Zygmunt Bauman, da “Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi”, Laterza 2006)
Buon 2017 a tutti cari lettori! Eccoci di nuovo a parlare di libri e cultura.

Nel 2016 abbiamo lasciato alcuni dei più grandi personaggi del mondo della cultura, uno per tutti il grande e indimenticabile Umberto Eco. Un tuttologo, un bibliofilo, una mente eccelsa come poche nella storia della cultura mondiale. I più lo hanno conosciuto per “Il nome della rosa” ma quanti saggi ha scritto, così interessanti, così differenti tra loro e incredibilmente adatti a tutti (o quasi)!

Il nuovo anno è poi arrivato e ha subito mietuto le prime due vittime, due perdite incomparabili: Tullio De Mauro e Zygmunt Bauman

Il primo è venuto a mancare il 5 gennaio, il secondo il 9 gennaio. Ma vi eravate accorti della loro morte? E soprattutto vi eravate accorti della loro presenza nel mondo?
Tullio De Mauro


Certo, non possiamo sapere e conoscere tutti, qualcuno di voi penserà, ma pensate alle notizie che girano sul web e a quante volte non si parla di chi ha fatto la storia, di chi ha influenzato, spesso senza che ce ne rendessimo conto, le nostre esistenze.

Due tra questi sono proprio De Mauro e Bauman.

Tullio De Mauro aveva 84 anni ed è stato uno dei più grandi linguisti italiani; chi ha frequentato l’università, facoltà umanistiche in particolare, si sarà ritrovato a studiare sui suoi libri; alcuni l’avranno sentito nominare nei vari telegiornali quando a fine anno vengono evidenziati i neologismi e i termini maggiormente adoperati nella lingua parlata; altri ancora lo conosceranno per la presidenza, dal 2007, del Premio Strega.

Bauman aveva compiuto 91 anni nel mese di novembre. Nato a Poznań, in Polonia, di origini ebraiche, scappò nel 1939 in concomitanza con l’occupazione delle truppe tedesche. Insegnò a Tel Aviv prima e Leeds poi ed è stato uno dei più grandi intellettuali di ogni tempo. 

Modernità liquida, Zygmunt Bauman
Sociologo e filosofo la sua opera più nota è “Modernità liquida” (Laterza, 2000), termine da lui coniato per indagare la società e i suoi membri di fronte alla globalizzazione, alle evoluzioni delle organizzazioni e dell’essere umano. 

Un’analisi inedita, così come quella che ritroviamo in “Modernità e olocausto”. Bauman affermò che le manifestazioni in ricordo della Shoah non sono utili alla comprensione delle vicende, pur fungendo da eventi di sensibilizzazione, e proprio per questo egli analizzò in maniera inedita ciò che accadde passo per passo, non limitandosi all'elemento più doloroso delle morti ma riflettendo su ogni singolo componente ed evento, palesando così considerazioni prima sconosciute o semplicemente eluse.

Il mondo ha perso due grandi pensatori, entrambi curanti del passato ma rivolti verso il futuro, due studiosi instancabili che non amavano certo fermarsi all'apparenza e che mai hanno neppure concepito l’idea di arrestarsi a causa delle polemiche che avrebbero potuto suscitare. Entrambi si occupavano della società e della gente che la viveva.

De Mauro esaltava l’importanza dei dialetti in quanto arricchimento delle modalità di comunicazione. Senza di lui non avremmo la linguistica come disciplina a sé stante e non avremmo la consapevolezza linguistica attuale fatta di analisi attente e di tentativi di valorizzare tutti quegli elementi reali della lingua che troppo spesso venivano (e ancora oggi) sottovalutati e trascurati.

Dizionarietto di parola del futuro, De Mauro
Bauman conosceva in modo attento la società moderna. I suoi scritti contribuiranno ancora per tanto a erigere una modalità di pensiero differente, libero, che scavi nel profondo, che prenda in considerazione ciò che da altri potrebbe essere stato ignorato. Bauman ha ricostruito una dignità per tutti, ha ribadito, e continuerà ancora a farlo, che ad essere fondamentale per tutto il resto è la comprensione della società.

La speranza è che entrambi non vengano dimenticati e che chi non ne avesse mai sentito parlare prima decida ora di interessarsi ai loro studi, che prenda in mano i loro libri e se ne appassioni. Perché entrambi avevano tanto da dire e condividere, e in questo modo le loro esistenze avranno un significato ancora maggiore. 

La cultura in ogni forma, la conoscenza, l’interesse, la curiosità sono ciò che davvero contano.


Perciò che questo sia un anno culturalmente proficuo per voi: non abbiate paura di imbarcarvi in nuove esperienze letterarie, spesso è proprio ciò che appare così lontano da noi a divenire poi indispensabile ed incredibilmente coinvolgente.