venerdì 27 marzo 2020

“La Baronessa di Piano Campo” di Francesco Lisa: quando amore e sofferenza si fondono fatalmente


La Baronessa di Piano Campo, Francesco Lisa
“La madre allora le si avvicinò, le strinse le mani nelle sue e le spiegò che non sempre all’amore è concesso seguire la via del cuore, ci sono casi in cui bisogna deviarlo verso nuovi orizzonti, cosicché si possa evitare di piombare nel dolore eterno.”

Ho scoperto Francesco Lisa, giovane scrittore siciliano, due anni fa con “Camurrìa” grazie alla cara Loredana Limone scomparsa ormai due anni fa. Mi colpì lo stile diretto di questo autore, il suo saper entrare nelle storie con forza e delicatezza al tempo stesso. 

Quando perciò sono venuta a conoscenza della pubblicazione de “La Baronessa di Piano Campo” (Edizioni Convalle, 2020) non potevo che esserne felice. 

Comincio con il dire che ho divorato questo romanzo appassionante e appassionato che narra una storia d’amore universale con una donna importante al centro di tutto.

La protagonista è Brocculedda, figlia di servi, cresciuta con Vito, figlio dei Baroni per i quali lavorano. Siamo nella Sicilia del diciottesimo secolo, la vita non era certo semplice e a complicare le cose vi erano anche i diversi ceti sociali e la povertà. 

La loro è una storia inizialmente adolescenziale che sfocia ben presto in qualcosa di molto più profondo ma mai si è vista una serva sposare un nobile e quando il padre di lui gli annuncia che sposerà la foglia di un altro nobile Vito e Brocculedda capiscono subito che per loro nulla sarà più lo stesso e che il destino ha in serbo per loro sofferenza e infelicità. 

Ma l’amore, quando è davvero forte, talvolta riesce a superare gli ostacoli. Sarà così per i
Francesco Lisa
due innamorati? Il coraggio sarà in grado di andare oltre il disonore


“D’altronde, un’azione dettata dal cuore è sempre la cosa più giusta, perché non può essere mai sbagliata quanto cento gesti pensati e ripensati con la sola ragione”

“La Baronessa di Piano Campo” non si limita alla storia d’amore ma racconta l’intera vita dei due personaggi, tra fatti storici, obblighi nobiliari, gravidanze indesiderate, genitori che prendono decisioni per i figli lasciandosi trascinare dalle imposizioni della società e tralasciando la felicità di questi. 

Brocculedda è un personaggio difficile da dimenticare, il suo supplizio e il suo coraggio portano avanti l’intera storia, nonostante tutto e tutti. 

Genitori e figli si incontrano e si scontrano, si amano e si odiano, sopportano il dolore che alle volte annebbia le menti. 

“La Baronessa di Piano Campo” è bello, si fa amare con semplicità, con amore, con convinzione. Dalla prima all’ultima pagina è un susseguirsi di vicende che procedono rapidamente, lasciando senza fiato e permettendo al lettore di respirare solamente al termine, con un finale sperato e dolce come il dolore di Brocculedda. 

Buona lettura e mi raccomando state a casa e leggete tanto!

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martedì 24 marzo 2020

Alla scoperta delle librerie e dei librai indipendenti d’Italia: la Libreria Le Notti Bianche di Ludovica Giuliani


“Ci sedemmo al tavolo del retro bottega, circondati dai libri e dal silenzio. La città era addormentata e la libreria pareva una barca alla deriva in un oceano di quiete.” Carlos Ruiz Zafón

Ci troviamo in un periodo molto particolare e le librerie in questo momento sono chiuse fisicamente. Non significa però che i/le librai/ie non stiano lavorando e sono numerosissime le iniziative portate avanti da questi/e.

Vi voglio parlare della giovane libraia Ludovica Giuliani e della sua bellissima Libreria indipendente Le Notti Bianche sita in via del Popolo 8 a Pavia

Anche lei ha dovuto chiudere ma non ha smesso di essere attiva, come suo solito, su Instagram e Facebook, mediante i quali elargisce consigli di lettura a domicilio e organizza gruppi di lettura in videoconferenza. E tra le novità il nuovissimo sito Internet!

Sempre interessanti le sue stories e a rendere particolare la libreria è proprio la cura con la quale i titoli di piccoli e grandi editori vengono scelti. 

Ludovica Giuliani è innanzitutto una lettrice ed è questo aspetto a rendere ancora più
particolare e prezioso il suo mestiere. 

La Libreria Le Notti Bianche è sì un luogo nel quale recarsi per acquistare libri ma è soprattutto un luogo nel quale incontrarsi, scambiare pareri e consigli, portare i bambini, seguire le presentazioni settimanali.  
Ma ora lascio parlare lei che ci racconterà la sua libreria, il perché del nome scelto per questa, le attività che organizza e tanto altro. Sono certa che dopo questa intervista vi verrà voglia di conoscere lei, la sua libreria, la sua mitica stanza della poltrona

Un po’ di pazienza ancora (mi raccomando non uscite di casa!) e la Libreria Le Notti Bianche sarà nuovamente pronta ad accogliervi tutt/e!



Benvenuta nel mio blog Ludovica! È un piacere poterti ospitare. Quando e per quale motivo hai deciso di intraprendere il mestiere di libraia indipendente?

Ciao! Il piacere è mio! La mia storia inizia quando ero una bambina e giocavo a fare la libraia, ma ho iniziato davvero a 20 anni quando ho iniziato a lavorare in una libreria indie che ora non esiste più… e questo lavoro mi ha rubato il cuore! Selezionare i titoli, il rapporto con il cliente, creare un luogo che sia un punto d’incontro e di scambio. Questo quello che amo del mio lavoro!


Come e quando è nata la Libreria indipendente Le Notti Bianche? Descrivicela, anche fisicamente.

Nasce il 4 ottobre del 2014, si trova nel centro storico di Vigevano, a due passi dalla Piazza Ducale di Vigevano. Sono 80 mq divisi in 3 stanze: la prima con un tavolo per le novità e lo scaffale dei consigliati, la seconda con la narrativa e una poltrona comoda per leggere e poi la stanza con la narrativa per bambini e ragazzi!



Perché Libreria Le Notti Bianche?

Perché Le notti bianche è uno dei miei libri preferiti di Dostoevskij, diverso dalla sua
produzione e poi perché se un libro ci piace si sta svegli tutta la notte per leggerlo!



Quali eventi si svolgono nella tua libreria? Ho visto, ad esempio, che organizzi presentazioni di libri e diversi book club.

I gruppi di lettura sono l’anima della libreria, ne abbiamo 4: narrativa, classici, non fiction e cine book. Tutti molto seguiti, narrativa siamo in 50 e una fascia d’età molto estesa, dai 19 ai 60 anni!



Vedo che sei molto attiva nei social, su Instagram in particolare. Ritieni che il diffondersi delle nuove tecnologie abbia influenzato il tuo mestiere di libraia?  Se sì, in negativo o in positivo?

Oggi il lavoro del libraio è cambiato rispetto a quando ho iniziato, i social sono fondamentali. Mi hanno dato tantissimo, la parte negativa si presenta quando un libro consigliato da me viene acquistato poi altrove! Il consiglio è parte integrante del mio lavoro, è quello che distingue una libreria da un’altra. Ogni libreria ha la sua selezione, il suo taglio, il suo libraio che ne fanno l’identità!



E-books sì, e-books no? Ne leggi mai? 

Io non riesco a leggere in e-book, ma mi è capitato per lavoro. Ma non sono contraria, è sicuramente comodo e versatile, il lettore forte generalmente utilizza entrambi i supporti.



Quanti libri leggi in media in un anno? Hai uno o più generi preferiti? 

Tantissimi, un numero non so dartelo! Sono onnivora, se un libro è bello non faccio distinzione di generi, non sono particolarmente attratta dai gialli, ma per lavoro leggo anche quelli!
Ludovica Giuliani



L’ultimo libro letto?

Un libro non ancora uscito: “Malinverno” di Domenico Dara, uscirà per Feltrinelli.



Vigevano è una città con tanto turismo: entrano mai turisti nella tua libreria? Possono trovare anche libri in lingue differenti dall’italiano? 

Ma, in realtà il turismo a Vigevano è piuttosto basso e giornaliero, proprio per questo non è necessario che io abbia una selezione in lingua.


La richiesta più assurda, da parte di un cliente, che ricordi?

Vendete girandole giganti?


Per quale motivo un lettore dovrebbe preferire la tua libreria indipendente ad una grande catena?

Ogni lettore deve trovare la sua libreria, può essere una libreria indipendente o di catena, non c’è una qualità data dalla categoria intrinseca. Ci sono qualità e mancanze in entrambe le categorie. Da me trova eventi, gruppi di lettura che sono una grande famiglia, una selezione accurata e tanti consigli!


Un augurio per il libraio che ti succederà in questa rubrica?

Di vendere tantissimi libri belli!








giovedì 12 marzo 2020

“La ragazza con la macchina da scrivere” di Desy Icardi: un affascinante viaggio tra ricordi, libri ed emozioni del passato


La ragazza con la macchina da scrivere, Desy Icardi
“È una verità universalmente riconosciuta che una donna in possesso di una lunga storia abbia bisogno di una memoria adeguata.”
Avete mai provato il piacere di sentire i vostri polpastrelli a contatto con i tasti di una macchina da scrivere? Magari una di quelle antiche dei vostri nonni o una più moderna dei vostri genitori? 

Avete mai ascoltato quel ticchettio inconfondibile che ha fatto compagnia a milioni di persone?

E sapevate che il ventitré giugno di ogni anno si festeggia il Typewriter Day?

Sarebbe interessante ripercorrere la storia della macchina da scrivere ma mi limito a ricordare che ad inventarla fu un italiano, duecento anni fa circa, e lo fece per permettere ai ciechi di scrivere autonomamente! 

Pare inoltre che il primo romanzo battuto interamente a macchina da scrivere fu il bellissimo “Le avventure di Tom Sawyer” di Mark Twain e che Jack Kerouac sia stato uno degli scrittori più rapidi nel battere a macchina, in grado di superare le 100 parole al minuto.

Ed una macchina da scrivere, con la sua coraggiosa proprietaria, è la protagonista dell’ultimo splendido romanzo di Desy Icardi, scrittrice, copywriter e attrice torinese che ci fece innamorare, un anno fa, con “L’annusatrice di libri” (Fazi Editore, 2019).

“La ragazza con la macchina da scrivere” (Fazi Editore, febbraio 2020) è una storia italiana, quella di Dalia, donna ormai anziani che negli anni Novanta viene colpita da un ictus che le causa una serie di buchi nella memoria. Dove ritrovare tutti quei ricordi perduti? Dalia da ragazza lavorava come dattilografa e non si è mai separata della sua Olivetti MP1 rossa. Sarà proprio la macchina da scrivere portatile, il contatto delle dita con i suoi tasti, ad aiutarla a ripercorrere il suo passato e i fatti più recenti che sembravano ormai persi. Un passato fatto di guerra, di delusioni, di conflitti con il padre, di amori sognati ma solo sfiorati, di difficoltà ma anche di soddisfazioni raggiunte con sofferenza e coraggio. 
    

“Non era ciò che scrivevi, quanto piuttosto il contatto dei polpastrelli sui tasti freddi dell’Olivetti MP1 a rilassarti e farti attraversare, con relativa calma, quei momenti oscuri non soltanto per l’assenza di lume.”



“La ragazza con la macchina da scrivere” è un romanzo magico, sognante e spietatamente reale al contempo. Si parte con una ragazza con una macchina da scrivere per addentrarsi nella storia italiana, nei desideri della vita, nell’importanza dei libri che non mancano mai nei
Desy Icardi
romanzi della Icardi.

Se inoltre nel precedente romanzo il senso protagonista era l’olfatto, stavolta lo è il tatto. Il contatto tra le dita e i tasti della macchina da scrivere, il contatto umano tra persone che diventa complicato, il contatto con i libri che vanno però sempre anche annusati.


“La vera ricchezza, a parere dell’avvocato, non consisteva nell’accumulare denaro, bensì nel risparmiare tempo per fare ciò che si ama e lui, sopra ogni altra cosa, amava leggere.”


Desy Icardi ci racconta una storia bellissima, originale, che tiene incollati alle pagine, dalla prima all’ultima. 

La memoria ci rappresenta tutti e chi di noi non ha riprovato antiche sensazioni toccando qualcosa o sentendo un profumo familiare?

Bellissimo poi trovare ancora una volta una donna protagonista, una con una storia importante, mai semplice, dalla strada lastricata di indizi che la porteranno verso un futuro di scelte complicate, di oggetti antichi, di persone importanti. 

E per chi ha letto e amato “L’annusatrice di libri” sarà un vero piacere ritrovare alcuni indimenticabili protagonisti. Non dico altro, per non rovinarvi la sorpresa, se non… buona lettura!

E chissà (io ci spero!) che presto non potremo leggere un nuovo romanzo dedicato ad un altro dei cinque sensi!    

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giovedì 5 marzo 2020

“Il ragazzo con gli occhi grigi” di Gilles Perrault: uno squarcio di amore in uno sfondo di guerra


Il ragazzo con gli occhi grigi, Gilles Perrault
“I suoi occhi grigi non la mollavano un secondo. Aveva l’impressione che in quei pochi giorni lui l’avesse guardata più che Robert in un oceano di anni. Era abituata agli sguardi degli uomini. Per forza, una donna con le gambe così lunghe. Compreso quel grosso porco puzzolente. Il ragazzo era diverso: lui le contemplava il viso.”

Estate del 1940, una donna della buona società parigina, moglie di un ufficiale dell’esercito, sta scappando verso il sud con i suoi due figli a causa dell’invasione tedesca.

La strada è lunga e quando gli aerei cominciano a sparare contro i civili le cose si complicano e non è semplice controllare le reazioni istintive di Philippe, dieci anni, e Sylvie, sei anni. All’improvviso un ragazzo si avvicina loro, prende con sé i bambini e permette alla famiglia di salvarsi. Il ragazzo ha sedici anni, si chiama Jean, parla poco ma i suoi occhi grigi come la guerra sono magnetici. Insieme raggiungono una villa abbandonata con l’intenzione di rifocillarsi e ripartire il giorno dopo ma gli spari in lontananza li portano a trascorrere lì un periodo più lungo di quello previsto. I bambini sono felici, vanno molto d’accordo con Jean e la madre è incuriosita da questo ragazzo così coraggioso ma misterioso, dagli occhi che raccontano tanto nonostante le poche parole da lui pronunciate. 


“Il ragazzo con gli occhi grigi” (Playground, 2016, traduzione di Maruzza Loria) è uno degli ultimi romanzi dello scrittore, sceneggiatore e giornalista francese Gilles Perrault.
Gilles Perrault

L’ambientazione è quella della Francia vessata dal nazismo ma i protagonisti sono due anime in cerca della loro vera natura che forse tentano solamente di sfuggire alla realtà. 

Il rapporto tra Jean e la giovane madre si intensifica di pagina in pagina e ciò che emerge è l’inquietudine di una donna che riflette sulla sua esistenza fino a quel momento e sulla sua figura di moglie. 

Una donna che sceglie di andare oltre le convenzioni, oltre la violenza e i tradimenti concessi agli uomini, oltre ciò che viene ritenuto accettabile. 

Ne nasce una bellissima storia di scoperta, di piacere, di sensibilità, di conforto reciproco, che si nutre di sguardi e va oltre inutili parole. 


“Jean, hai già fatto l’amore con una donna? 
Lui abbassò lo sguardo e scosse la testa.”


Una storia che si insinua nelle viscere del lettore, novanta pagine intense che affascinano, commuovono, fanno rabbrividire e sorprendere con un finale davvero ma davvero inaspettato. 

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