venerdì 8 settembre 2023

“Il valzer dei traditori” di Rosa Teruzzi: morte e mistero a Milano tra le inquietudini e i timori del cuore

Il valzer dei traditori, Rosa Teruzzi

“Il pugno gli partì istintivamente. Prese Fiorella in pieno viso, sulla bocca. Per il contraccolpo, lei cadde all’indietro, batté il capo contro uno spigolo del tavolo di rovere e rovinò a terra, tirandosi addosso la tovaglia e il piattino con le fette di mela pronte per il pappagallo. Non era morta, pensò l’uomo guardandole il petto, che si alzava e si abbassava affannosamente mentre cercava di dire qualcosa. Non era morta, ma una macchia scura le si stava allargando sotto la tempia.”

Il tempo non è dei migliori a Milano, il cielo è grigio e il rumore della pioggia battente avvolge tutto. L’umore di Libera non è differente e la sua inquietudine per la relazione con Gabriele, che aspetta un figlio da un’altra donna, non è semplice da scacciare. 

Ma c’è qualcosa di più urgente: la figlia Vittoria esce ogni sera senza dire dove va e quando madre e nonna, le Miss Marple del Giambellino, scoprono gli appostamenti per scagionare il padre del compagno, decidono di ritornare in pista e indagare, ancora una volta, con l’aiuto del Dog e della fedele Irene. Armando Belardinelli è stato accusato di omicidio volontario nei confronti di una nota ricettatrice, tutti gli indizi sembrano contro di lui ma qualcosa non torna. Sarà necessario scavare nel passato e dare ascolto ad un protagonista insolito, un pappagallo che potrebbe aver sentito, e ripetuto, qualcosa che non doveva.

Nel frattempo, Libera tenta di sistemare almeno la sua situazione sentimentale ma ricompare anche Furio, sempre così appassionato, che forse non si è ancora rassegnato alla scelta dell’affascinante amica.

“Il valzer dei traditori” (Sonzogno, maggio 2023) è il nuovo capitolo delle vicende delle ormai mitiche Libera e Iole (la madre ultrasessantenne dallo stile hippy): difficile non affezionarsi a loro due, così diverse ma accomunate dal desiderio di aiutare gli altri e darsi sempre da fare.

Rosa Teruzzi
L’autrice, Rosa Teruzzi (esperta di cronaca nera, caporedattrice della trasmissione di Rete 4 Quarto grado) vive e lavora tra Milano e Colico, sul lago di Como e ha precedentemente pubblicato per Sonzogno “La sposa scomparsa" (2016), “La fioraia del Giambellino” (2017), “Non si uccide per amore” (2018), “Ultimo tango all’Ortica” (2019), “La memoria del lago” (2020), “Ombre sul Naviglio” (2021) e "Gli amanti di Brera". E proprio come Libera e Iole vive in un casello ferroviario nel quale scrive anche i suoi libri.

I misteri non mancano neppure stavolta così come i fiori (Libera è una fioraia e non ha mai interrotto tale lavoro) con i loro colori e il linguaggio differente e adattabile ad ogni situazione. Non manca neppure l’amore, quello di Libera, che forse comincia a rendersi conto di piccoli dettagli della sua relazione così passionale che non le vanno a genio, quello di Vittoria, sempre così riservata e quelli di Iole, che forse stavolta frequenta un uomo diverso dal solito.

“Nonostante la doccia appena fatta, anche Libera si sentiva ancora addosso il profumo di mela verde di Gabriele. Non succede mai che un libro, se è buono, non abbia una suggestione da darci. Basta saperla cogliere. E fu pensando a questo che finalmente, verso le quattro del mattino, si addormentò.”

Un altro bellissimo giallo milanese nel quale immergersi per indagare con le protagoniste, sognare con loro, vivere le loro incertezze e felicità di donne forti e sensibili, sempre in bilico tra sentimenti contrastanti e scelte non semplici. Proprio come noi lettrici.

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mercoledì 6 settembre 2023

“Weyward” di Emilia Hart: tre donne coraggiose, il potere e fascino della natura e la prepotenza degli uomini

Weyward, Emilia Hart

“Anche sua madre era così? Anche lei avvertiva il richiamo della natura con la stessa forza con cui lo avvertiva Violet in quel momento? E che cosa poteva esserci di così sbagliato in questo?”

Kate vive a Londra, ha 30 anni e un giorno trova il coraggio di fuggire da quella vita e da quell’uomo che si erano trasformati in una vera e propria prigione. Si rifugia nel Weyward Cottage, una vecchia casa di campagna lasciata a lei in eredità da una prozia vista una sola volta tanti anni prima. Subito intuisce che quel posto nasconde dei segreti dalle lontane origini e si sente protetta come non mai. 

Quasi parallelamente ma nel 1942, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, Violet vive insieme al padre e al fratello in una vecchia dimora di famiglia. Lei vorrebbe solamente arrampicarsi tra gli alberi, stare in mezzo alla natura e sapere qualcosa di più su quella madre di cui nessuno vuole parlare e della quale l’unico ricordo è un medaglione con una W.

Nel 1619 Altha vive con la madre che le ha insegnato l’amore per la natura e i suoi segreti e per questo viene accusata di stregoneria. Un contadino del villaggio è morto improvvisamente, pare che lei si trovasse da quelle parti e quale migliore colpevole di una donna che si comporta in modo insolito?

Le donne Weyward sono uniche e tutte strettamente legate alla natura, nessuno può dire loro cosa fare e se anche ancora non lo sanno le loro esistenze saranno per sempre unite, nel bene e nel male, e dovranno combattere in un mondo di uomini troppo spesso violenti.

“Weyward” (Fazi Editore, luglio 2023, traduzione di Enrica Budetta), dell’australiana Emilia Hart, è un romanzo indimenticabile, con una copertina stupenda, che ci fa viaggiare per cinque secoli in compagnia di tre donne forte e ribelli che conservano un segreto che parla di fiori, di alberi, di insetti e di quanto di più bello la natura ci offre.

È anche la storia di un mondo patriarcale nel quale le donne più colte vengono chiamate streghe o alle quali viene proibito di coltivare la propria vita per poterle tenere sotto controllo con maggiore facilità.

“Sì, un giorno avrebbe lasciato Orton Hall e girato il mondo… da scienziata. Da biologa, sperava, o forse da entomologa? Qualcosa che aveva a che fare con gli animali, comunque, che, secondo la sua esperienza erano di gran lunga preferibili rispetto agli esseri umani.”

È una storia affascinante di donne che faticano ad andare avanti ma che in un momento
preciso trovano la loro strada e la personale sicurezza, di libri che possono salvare, di uomini che fanno la differenza in mezzo a tanta cattiveria.

“Per un po’ aveva pensato di aver perso per sempre la capacità di godersi la magia della lettura: la capacità di immergersi in un altro tempo, un altro luogo. Era stato come dimenticare di respirare.”

Emilia Hart
“Weyward” è un romanzo coraggioso, magico ed emotivo che ti cattura fin dalle prime pagine e non ti molla più, rimanendo impresso ben oltre la lettura.

La natura fragile e maestosa è specchio delle donne e con esse si intrecciano i rapporti materni e paterni che colpiscono per l’intensità regalandoci storie intense e fortemente attuali, al di là delle ambientazioni temporali.

“Non avevamo mai pensato a noi in questi termini, mia madre e io. Perché ‘strega’ è una parola inventata dagli uomini, una parola che dà potere a chi la pronuncia, non a coloro che descrive. Una parola che erige forche e roghi, che trasforma donne vive in cadaveri.”  

Uno stile travolgente, un libro da tenere vicino al cuore per ricordare che nonostante tutto e tutti la caccia alle streghe non è mai terminata ma che noi stesse possiamo coltivare la forza per andare oltre. 

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