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Weyward, Emilia Hart |
“Anche sua madre era così? Anche lei avvertiva il richiamo della natura con la stessa forza con cui lo avvertiva Violet in quel momento? E che cosa poteva esserci di così sbagliato in questo?”
Kate vive a Londra, ha 30 anni e un giorno trova il coraggio di fuggire da quella vita e da quell’uomo che si erano trasformati in una vera e propria prigione. Si rifugia nel Weyward Cottage, una vecchia casa di campagna lasciata a lei in eredità da una prozia vista una sola volta tanti anni prima. Subito intuisce che quel posto nasconde dei segreti dalle lontane origini e si sente protetta come non mai.
Quasi
parallelamente ma nel 1942, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, Violet
vive insieme al padre e al fratello in una vecchia dimora di famiglia. Lei
vorrebbe solamente arrampicarsi tra gli alberi, stare in mezzo alla natura e
sapere qualcosa di più su quella madre di cui nessuno vuole parlare e della
quale l’unico ricordo è un medaglione con una W.
Nel 1619 Altha vive con
la madre che le ha insegnato l’amore per la natura e i suoi segreti e per
questo viene accusata di stregoneria. Un contadino del villaggio è morto
improvvisamente, pare che lei si trovasse da quelle parti e quale migliore
colpevole di una donna che si comporta in modo insolito?
Le donne Weyward sono
uniche e tutte strettamente legate alla natura, nessuno può dire loro cosa fare
e se anche ancora non lo sanno le loro esistenze saranno per sempre unite, nel
bene e nel male, e dovranno combattere in un mondo di uomini troppo spesso
violenti.
“Weyward” (Fazi Editore,
luglio 2023, traduzione di Enrica Budetta), dell’australiana Emilia Hart, è un
romanzo indimenticabile, con una copertina stupenda, che ci fa viaggiare per cinque secoli in compagnia di
tre donne forte e ribelli che conservano un segreto che parla di fiori, di
alberi, di insetti e di quanto di più bello la natura ci offre.
È anche la storia di un
mondo patriarcale nel quale le donne più colte vengono chiamate streghe o alle
quali viene proibito di coltivare la propria vita per poterle tenere sotto
controllo con maggiore facilità.
“Sì, un giorno avrebbe
lasciato Orton Hall e girato il mondo… da scienziata. Da biologa, sperava, o
forse da entomologa? Qualcosa che aveva a che fare con gli animali, comunque,
che, secondo la sua esperienza erano di gran lunga preferibili rispetto agli
esseri umani.”
È una storia affascinante
di donne che faticano ad andare avanti ma che in un momento
preciso trovano la
loro strada e la personale sicurezza, di libri che possono salvare, di uomini
che fanno la differenza in mezzo a tanta cattiveria.
“Per un po’ aveva pensato
di aver perso per sempre la capacità di godersi la magia della lettura: la
capacità di immergersi in un altro tempo, un altro luogo. Era stato come
dimenticare di respirare.”
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Emilia Hart |
La natura fragile e
maestosa è specchio delle donne e con esse si intrecciano i rapporti materni e
paterni che colpiscono per l’intensità regalandoci storie intense e fortemente
attuali, al di là delle ambientazioni temporali.
“Non avevamo mai pensato a noi in questi termini, mia madre e io. Perché ‘strega’ è una parola inventata dagli uomini, una parola che dà potere a chi la pronuncia, non a coloro che descrive. Una parola che erige forche e roghi, che trasforma donne vive in cadaveri.”
Uno stile travolgente, un libro da tenere vicino al cuore per ricordare che nonostante tutto e tutti la caccia alle streghe non è mai terminata ma che noi stesse possiamo coltivare la forza per andare oltre.
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