giovedì 28 marzo 2019

“Piccola mappa delle paure” di Andrea Valente, illustrazioni di Sonia Zucchini: paure per crescere e capire

Piccola mappa delle paure, Andrea Valenti

“Va da sé che Daniela era considerata strana, che è una definizione spesso usata da chi se la cava in fretta, in poche parole, con le prime parole che passano per la testa, senza lasciarsi sfiorare dall'idea che proprio quella stranezza poteva essere il primo passo per capirla. Ci sono alcune parole che dovrebbero essere tolte dal vocabolario, per eccesso di pigrizia nel linguaggio. Daniela infatti, pur senza parlare, conosceva mille modi diversi per definire una cosa strana senza chiamarla strana: insolita, desueta, inconsueta ma anche interessante, intrigante, curiosa e tanti altri aggettivi, tutti molto belli.”
Ve l’avevo detto, mi sono innamorata della Pelledoca Editore, una casa editrice che pubblica pochi titoli ma tutti veramente particolari, bellissimi, e dedicata al brivido in ogni sua sfaccettatura. Se li seguite su Instagram scoprirete le nuove uscite per il 2019 e non posso che dire che non vedo l’ora di averle tra le mani!

Per il momento mi dedico a quelle passate ed in particolare a “Piccola mappa della paura”  (settembre 2017) di Andrea Valente (autore di oltre trenta libri per bambini, insignito del Premio Andersen come autore completo, una sua vignetta è apparsa sul New York Times nel 1990, e creatore della mitica Pecora Nera che abbiamo visto su cartoline, diari, quaderni ecc.) con le splendide illustrazioni di Sonia Zucchini (bolognese, lavora come illustratrice, fumettista e grafica free lance in campo pubblicitario, dal 2005 collabora con Panini, divisione Marvel Italia e dal 2013 con Altasartoria Web Design Agency si dedica principalmente al web).

Come si può intuire dal titolo in questo libro si parla di paure e lo si fa attraverso racconti che le rappresentano. Troviamo la paura di volare, quella dell’acqua, la paura di sbagliare, di crescere, la paura del buio, quella di amare, del terremoto e tante altre più o meno
Andrea Valente
comuni.

Sono storie di bambini e ragazzi nei loro ambienti familiari, la casa, la scuola, i luoghi pubblici, i campi sportivi. Ognuno di loro mostra una differente sensibilità e una differente paura che tenta di comprendere e talvolta superare con coraggio.

Racconti coinvolgenti e tutti diversi tra loro, paure che possono subentrare in diversi momenti della vita, situazioni inaspettate e altre più usuali che contengono tutte sfumature peculiari.

“A pranzo gli si sedette accanto Tatiana, lo salutò e si riempì il piatto. Abitava a poche case da lui, quella ragazza, ma Tommaso non le aveva mai prestato attenzione. Men che meno le aveva mai detto ciao, né lui a lei, e quella era la prima volta che faceva qualcosa con lei, accanto a lei. Ecco, se c’è un lato positivo di queste catastrofi, è che ti accorgi di chi ti sta intorno, e a Tommaso bastò quel pranzo accampato per avere una nuova amica, primo tassello per la vita che lo aspettava.”

Ventuno racconti, venti paure ed un racconto finale dedicato al coraggio di avere paura, per far comprendere ai lettori di ogni età che non bisogna mai vergognarsi di avere paura, la paura fa parte di noi e spesso è proprio quel sentimento che ci fa andare avanti e ci aiuta a scoprire qualcosa di più su noi stessi e sulle persone che ci circondano.

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lunedì 25 marzo 2019

Intervista a Marco Giuli, piacevole e promettente scrittore in erba di racconti thriller-horror



Da sempre oltre che agli autori più noti mi dedico a quelli esordienti, troppo spesso bistrattati. Ammetto di essermi imbattuta in scritti validi e in altri che di valido avevano ben poco, ma questa realtà non mi ha fatto desistere dal proseguire per questa strada.

Certo, il potersi autopubblicare (o il riuscire a farsi pubblicare da case editrici a pagamento…) non ha creato un panorama così valido di esordienti ma è giusto dare una possibilità a tutti, premiando chi lo merita e cercando di infondere un pizzico di consapevolezza ai meno talentuosi.

Per rimanere sull'argomento recentemente ho avuto la possibilità di conoscere, tramite i social, Marco Giuli, amministratore della pagina Facebook Stephen King Italia, con quasi 10.000 followers, che ho scoperto essere anche un aspirante scrittore.

Mi sono ritrovata a leggere, e recensire, alcuni suoi racconti e vi ho trovato della potenzialità. C’è tanto da fare, questo è innegabile, ma è sulla buona strada e ciò che ho letto è piacevole, scorrevole e dotato di quel qualcosa di interessante e intrigante che ti lascia compiaciuta al termine della lettura.

Ora lascio parlare lo stesso Marco, romano classe 1987, che ci racconterà come è cominciata la sua passione per la lettura e per la scrittura, le esperienze con le case editrice prima e il selfpublishing dopo, i progetti futuri e tanto altro.



Benvenuto nel mio blog Marco. Parlaci un po’ di te e di quando e come hai
Marco Giuli
cominciato a scrivere.

Ciao Rebecca, Innanzitutto volevo ringraziarti per lo spazio che mi hai concesso. È sempre più difficile, nel mondo della letteratura, trovare persone disponibili e propositive. Uno scrittore (che parolone! ndr) in erba come me, sopravvive grazie ai dettagli. Solamente a quelle piccolissime parti che la macchina gigante dell’editoria non riesce a vedere. Io mi definisco un ragazzo timido, a volte fin troppo. Da una parte questo è un bene (non sono poche le volte che grazie al mio carattere schivo sono riuscito a districarmi in situazioni che altrimenti sarebbero state scivolose, o quantomeno difficili da gestire), dall’altra, a volte, mi sarebbe piaciuto avere l’intraprendenza del One Man Show. Facendo le somme mi convinco sempre che mi vado bene così. La mia timidezza è stata, poi, un fattore che mi ha fatto intraprendere questa bellissima esperienza (la carriera è per quelli bravi, ndr) della scrittura. Un altro fattore fondamentale che mi ha portato a scrivere è stata la lettura. Credo venga naturale, leggere tanto e, come nel mio caso, appassionarsi ad un autore in particolare, ti porta ad emularlo. È un po’ come vedere una partita di pallone in televisione e poi scendere in strada, con la palla in mano, e tentare di giocare come il tuo idolo.


Nel 2016 la tua prima autopubblicazione. Questa è arrivata dopo il tentativo di farti pubblicare da una casa editrice o hai pensato subito al selfpublishing?

La mia esperienza è abbastanza recente a dire il vero. Tutto è avvenuto in maniera rocambolesca quanto improvvisa. L’idea di scrivere mi è venuta appunto leggendo e provando ad emulare, ma sentivo che mancava qualcosa. Che senso ha scrivere una storia se nessuno può leggerla? Poi un giorno, navigando sul web, leggo della possibilità di autopubblicare una propria opera a costo zero. Mi si è aperto un mondo ed è stato l’inizio di tutto. Oltre alla lettura e alla scrittura mi piace stare al pc, usare software di grafica o programmi del genere. L’idea quindi di scrivere una storia, decidere il prezzo, creare una copertina da zero. Veder trasformare una cosa astratta in una cosa concreta a tua immagine e somiglianza. All’inizio mi sembrava un miracolo (e ancora adesso, trovo degli aspetti positivi che le case editrici non hanno). Per due anni ho collaborato anche con una casa editrice giù in Calabria. Ho pubblicato con loro quattro racconti brevi che sono usciti in due raccolte diverse. Uno di questi racconti “Sulla via di Santiago” ha anche vinto il premio 
come miglior racconto di tutta l’antologia. Poi i rapporti si sono incrinati, non solo con me ma anche con altri autori. Sono venute meno delle promesse fatte e degli impegni presi. Così abbiamo interrotto la collaborazione.



Le tue prime esperienze con le case editrici non è stato positivo, vedo. Proverai ancora o ti dedicherai solamente al selfpublishing?

Per ora credo che mi concentrerò sull’autopubblicazione, non mi dispiace la libertà che mi offre. Il lato meno positivo è che devi rimboccarti le maniche e fare tutto da solo se vuoi farti conoscere. Intendo pubblicità, spazio radiofonici, spot su Youtube o sui Social Network. Se non ti pesa fare tutto questo, il Selfpublishing è un’ottima alternativa alle case editrici.


Il primo libro in assoluto che hai letto?

Ero piccolo, non mi ricordo ora quanti anni avessi, ma era in quei periodi dove a scuola ti danno da leggere dei libri per le vacanze. Di solito sono racconti o piccoli romanzi adatti ad un lettore agli esordi. Dove la trama e la prosa non sia troppo complicata e di facile comprensione. Io vidi un libro sul comodino della camera da letto di mia nonna. Il libro si chiamava “Cose Preziose” di Stephen King, e apparteneva a mio cugino. Un po’ fu la trasgressione di leggere un libro per adulti (sapevo a malapena che King scriveva horror) un po’ la curiosità e beh… fu amore a prima vista. Tornato a scuola, a settembre, raccontai di aver letto una storia che parlava di uccisioni e patti con il diavolo. Non fu proprio il massimo per la mia insegnante!


Interessante! È da questo quindi che nasce la tua seguitissima pagina Facebook, nata nel 2010, dedicata a Stephen King? Parlacene.  

Da quel libro ne seguiranno altri, e con loro nascerà la mia passione per Stephen King. Con gli anni ho sostituito tutte le sue opere che avevo in libreria con le prime edizioni italiane. Una collezione che conservo gelosamente a casa. In seguito mi viene l’idea di creare una pagina dedicata a King (i primi mesi si chiamava “Libreria Kinghiana”) sostituita poi con il nome Stephen King Italia. Nonostante non sia la prima in Italia è tra le più numerose e seguite dell’etere. Ne vado molto orgoglioso e credo sia un punto di riferimento per gli
appassionati dello Zio come me, e per aver fatto conoscere meglio le sue opere a chi non le conosceva.


Che tipo di lettore ti definisci? Forte, discontinuo, un ri-lettore… ?

Ho vissuto varie fasi a dire il vero. Sono passato da accanito divoratore di libri in piena adolescenza. Adoravo i miei momenti solo io ed il libro. Adesso, invece, che ho molto meno tempo di prima, cerco di ritagliarmi qualche momento di intimità per poter gustarmi un buon libro, ma è sempre più difficile. Devo dire però che, a differenza di prima, gran parte tempo che dedicavo alla lettura ora devo dividerlo tra leggere e scrivere.


Sei autore di diversi racconti. Sei affezionato ad uno di questi in particolare? Se sì, perché?

Ogni racconto ha una storia intrinseca che non svelo mai a nessuno. Ci sono stati racconti che ho buttato giù in due ore di rabbia, e racconti lasciati in sospeso e ripresi dopo mesi. Racconti che sono nati da un’ispirazione e poi hanno preso tutta un’altra strada e storie che avevo già in mente come si sarebbero svolte. Ci sono racconti, poi, che ho scritto con il sorriso tra i denti e racconti che sono ancora chiusi in un cassetto in attesa del momento giusto. Ogni racconto, poi, è un ricordo di un determinato momento della mia vita. Non ne ho uno in particolare, fanno tutti parte della mia vita.


Sei un frequentatore assiduo dei Social? Quale pensi sia il loro ruolo per chi, come te, scrive e vuole farsi leggere?

Ebbene sì, sono quasi un nerd da questo punto di vista. Uso i social, però, soprattutto per farmi conoscere e pubblicizzare la mia pagina e la fanpage su Stephen King. Credo che oggigiorno i Social Network giochino un ruolo cruciale e fondamentale per chiunque voglia farsi conoscere. Se ci pensiamo anche i trailer dei grandi film ora girano solamente su Youtube perché raccolgono molte più visualizzazioni. Il “Like” e la “visualizzazione” saranno le monete del futuro.


Leggi mai libri in formato digitale, e-books? Se sì con quale dispositivo? Cosa ne pensi dei libri elettronici?

Li odio. Non ci riesco è più forte di me. Anche se devo ammettere che sono un’ottima alternativa al libro, rimangono e rimarranno per sempre solo quella. Non avverrà mai quel passaggio che avvenne tra la videocassetta e il dvd.


Il tuo ultimo racconto è scaricabile gratuitamente dal tuo sito Internet. Parlacene un po’.

È stata un’idea nata poco prima di Natale e buttata giù in poche ore. Lo scopo era quello di pubblicizzarmi e quindi mi venne in mente di scrivere un racconto breve, fruibile da tutti e che possa girare libero nell’etere senza troppi paletti. Contemporaneamente ho anche creato la mia pagina Facebook personale con la quale saltuariamente tengo aggiornati i miei affezionati fan (che ringrazio per la fiducia).
La trama del racconto (dal titolo “Il giornale di domani”) è insieme bizzarra e sfacciata. È stata la mia prima storia horror, e credo che l’esperimento sia riuscito. Anche se come genere tende ad avvicinarsi più ad un racconto di Dylan Dog che ad una storia kinghiana. Spero sia piaciuta anche ai lettori.


Progetti futuri? Qualche nuovo racconto o forse qualche nuovo progetto riguardo i racconti già scritti?

Dovrà uscire una nuova raccolta di racconti entro l’anno. L’idea è quella di includere il racconto pubblicato nel 2018 “Per prendersi una vittoria” che ha avuto un discreto successo, insieme ad altri due o tre racconti nuovi che sto scrivendo in questi giorni. Non posso dirti altro.





venerdì 22 marzo 2019

“Elevation” di Stephen King: un viaggio a Castle Rock tra pregiudizi e voglia di rivincita

Elevation, Stephen King

“Sappiamo perfettamente che cosa fanno i buoni vicini da queste parti, si ripeté mentre tornava verso casa, scendendo dalla collina. Che diavolo significavano, quelle parole?”
Scott Carey, un quarantenne di costituzione robusta, si è accorto che il peso diminuisce di giorno in giorno, inspiegabilmente. Non ha una moglie con la quale parlarne perché se ne è andata ma proverà a riferire la situazione all'amico Bob, medico in pensione. 

Ma c’è un problema, nonostante il peso scenda il suo corpo non cambia di una virgola e mostrarlo a Bob potrebbe essere imbarazzante. Si tratta forse di una questione di gravità? Come è possibile che qualunque abito o oggetto tenga addosso il peso sia sempre lo stesso? 

Inoltre Scott si sente felice, e la paura iniziale si è trasformata in serenità. Proprio sull'onda di questo sentimento cerca di rimettere a posto alcune situazioni poco simpatiche che si sono create nella sua città, Castle Rock, e chissà che non riesce proprio ad ottenere ciò che desidera.

Non vi aspettate il classico romanzo di Stephen King. Innanzitutto più che romanzo lo si può definire racconto lungo, inoltre l’orrore che troviamo non è quello che vi aspettereste ma si rifà all'attualità, alle menti chiuse delle persone, alla facilità con la quale si tende ad emarginare qualcuno solamente perché in qualche modo differente dallo standard comune.

Ci si sarebbe aspettati qualcosa di più da “Elevation” (Sperling & Kupfer, febbraio 2019) ma non è certo da buttare via.

Lo definirei tragicomico: l’idea che una persona possa perdere peso senza subire modifiche al proprio corpo è piuttosto buffo ma diventa spaventoso quando gli effetti negativi si
Stephen King
manifestano e ci si avvicina al peso minimo possibile.

Ritrovarsi nell'immaginaria cittadina di Castle Rock è sempre un piacere e lo sono anche i rimandi a romanzi mitici del Maestro.

“I ragazzi delle superiori si preparavano per il ballo in maschera nella palestra del liceo, e la rock band locale, i Big Top, aveva deciso di ribattezzarsi Pennywise and the Clowns per l’occasione.”

“Elevation” è un’elevazione in ogni senso, non solo fisica ma anche, e soprattutto, spirituale. È la dimostrazione di come talvolta basti poco per andare oltre i pregiudizi, oltre quelle strutturazioni mentali che si è solito credere non debbano e non possano essere intaccate.

Divertente, scorrevole, l’ideale per trascorrere un’ora piacevole di lettura senza però troppe pretese.

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mercoledì 20 marzo 2019

Alla scoperta delle librerie e dei librai indipendenti d’Italia: la Piccola Farmacia Letteraria di Elena Molini


“In una buona libreria si sente, in qualche modo misterioso, che si sta assorbendo in modo epidermico la saggezza contenuta in tutti i libri, senza nemmeno aprirli.” Mark Twain
Avete problemi di autostima? Il vostro amore non è corrisposto? Oppure state attraversando una crisi di identità o ancora siete affetti da dipendenza da viaggi? Per questi ed altri malesseri la Piccola Farmacia Letteraria può avere il rimedio giusto, un rimedio di tipo letterario ovviamente.

Come ho scoperto la Piccola Farmacia Letteraria? L’ho ‘trovata’ su Instagram, o forse lei ha trovato me, chissà. Scorrevo le foto in maniera casuale quando mi sono imbattuta nei consigli di una giovane libraia davvero particolare e coraggiosa.

Elena Molino ha aperto, a dicembre dell’anno appena trascorso, la sua libreria in via di Ripoli 7R a Firenze. Un piccolo spazio, appena 40 mq, sufficiente però a contenere le bellissime idee, e un catalogo di circa 4.000 libri, che lo rendono un luogo speciale del quale subito si è parlato ovunque, da “Il Libraio” a “La Stampa”, da “Il fatto quotidiano” al programma su rai3 “Petrarca” a "Donna Moderna". Insomma, tutti ne parlano, e sono onorata di poterla ospitare nel mio blog.

Elena viene da un’esperienza in una grande catena di librerie ed è stata questa a farle intuire le esigenze dei lettori e a portarla ad aprire una sua libreria che rispondesse a queste.

Ogni libro ha un suo bugiardino con indicazioni, posologia ed effetti collaterali per curare
ogni malanno, proprio come si trattasse di una farmacia. 

E poter curare qualunque problema con i libri sarebbe davvero un sogno! 

Inoltre Elena legge ogni libro prima di apporre il bugiardino.

Il suo è un lavoro davvero unico e importante, scaturisce dalla passione che spinge ogni libraio indipendente a portare avanti la sua libreria. In questa si tengono anche presentazioni di libri e si trovano gadget ed articoli carinissimi.

Ma ora lascio parlare Elena. Scopritela e scoprite la sua “Piccola Farmacia Letteraria”. Io l’ho già inserita tra le mie mete per la prossima volta che visiterò Firenze.


Benvenuta nel mio blog Elena. Tu hai alle spalle una lunga esperienza maturata in una grande catena di librerie.  Cosa ti ha portato a cambiare e scegliere di aprire una libreria indipendente?

Grazie mille a te per questa intervista! Tutto è nato perché volevo provare a investire su me stessa e realizzare un piccolo grande sogno… sapevo che ci sono tante altre librerie, perciò dovevo trovare qualcosa che mi contraddistinguesse e che fosse qualcosa di unico. È nata così l’idea della Farmacia Letteraria!


Perché Piccola Farmacia Letteraria? Raccontaci la tua libreria, com'è fisicamente, quando nasce e cosa rappresenta per te?

Beh si chiama piccola perché è davvero una microscopica libreria di quartiere ma con qualcosa di speciale: i libri vengono trattati come medicinali per l’anima. Entrando c’è una legenda con circa una sessantina di ‘malesseri dell’anima’ abbinati a dei colori… ritrovi gli stessi colori sui bugiardini applicati ai libri, dei veri e propri foglietti illustrativi in cui trovi indicazioni terapeutiche, posologia e controindicazioni per ciascun testo. In questo modo puoi orientarti da solo nella scelta del libro giusto, oppure puoi chiedere a me!


Un libro per ogni patologia… spiegaci meglio di cosa si tratta.

Soffri di bassa autostima? Hai chiuso da poco una relazione tossica e hai il cuore a pezzi? Lavori troppo e hai perso il contatto con la realtà? Vorresti vivere le cose con meno ansia? Alla Piccola Farmacia Letteraria ti aspetta il libro giusto per aiutarti ad affrontare queste situazioni! Non ho la presunzione di ‘guarire’ qualcuno nel vero senso della parola, ma credo che un libro possa darti un aiuto e un punto di vista differente per vedere e soprattutto affrontare certe situazioni! Però per le patologie più delicate, mi sono fatta affiancare da una psicologa nella scelta dei testi.


Quali sono le differenze più evidenti tra le grandi catene e la tua libreria indipendente?

Da un punto di vista ‘tecnico’ è una libreria a tutti gli effetti, sicuramente a livello di scelta di titoli abbiamo privilegiato molto il settore narrativa e psicologia, con tutta una serie di libri di auto-aiuto per diverse patologie. Però la particolarità sta in questo approccio differente che permette al cliente di cercare e trovare in totale autonomia il titolo più adatto al suo stato emotivo, perché trova tutto quello di cui ha bisogno già inserito sul bugiardino.


La richiesta più assurda che hai ricevuto da un cliente?

Oddio non saprei, forse questo ragazzo che cercava un libro purché non l’avesse già letto la sua ex-fidanzata, alla quale era evidentemente ancora legato!


Firenze è tra le città più amate nel mondo. Entrano tanti turisti nella tua Piccola Farmacia Letteraria? Possono trovare anche libri in lingue differenti dall'italiano?

In effetti in tanti vengono anche da fuori Firenze e anche dall'estero, si è sparsa davvero la voce! Infatti proprio per questo mi sto attrezzando per creare un piccolo angolo anche con i libri in lingua e i bugiardini in inglese, nonostante lo spazio sia piccolo ci proviamo!


Per quale motivo un lettore dovrebbe preferire la tua libreria indipendente ad una grande catena?

Da un punto di vista di acquisto non cambia molto, però sicuramente nella libreria indipendente si crea un vero e proprio legame con il libraio ‘vecchio stile’ che ti consiglia e suggerisce libri particolari.


Quanti libri leggi in un anno?

Oddio non saprei… poi il numero adesso è cresciuto esponenzialmente perché io creo i bugiardini solo di libri che ho letto personalmente, altrimenti il progetto non funzionerebbe. Quindi leggo il più possibile tra una pausa e l’altra per poter offrire sempre nuovi bugiardini e nuovi ‘medicinali’ ai miei lettori ammalati!


L’ultimo titolo letto?

"Il censimento dei radical chic" di Giacomo Papi.


Elena Molini
Progetti futuri? Forse ti espanderai nel web magari cominciando con l’implementazione del sito? 

Esatto! Il prossimo passo sarà il lancio del nuovo sito e-commerce così da poter consentire anche a chi non passa da Firenze di avere i nostri libri che curano e i gadget della Piccola Farmacia Letteraria!


Un augurio per il libraio che ti succederà in questa rubrica?

Auguro a chi mi succederà di avere sempre la forza di per andare avanti anche quando ci sarà il momento più buio! La vita è sempre inaspettata!






lunedì 18 marzo 2019

“L’uomo di marmellata” di Cristina Biolcati: quando amori fasulli ed inganno non pagano


“Lalla aveva ragione. Le coincidenze non esistono, e non ci credeva nemmeno Camilla. Però a volte una situazione rimasta in sospeso può manifestarsi all'improvviso e indurre chi si era eclissato, magari per viltà, a tornare ad avere una seconda occasione. O semplicemente, chi fa del male prima o poi viene punito, pensala come meglio vuoi, caro lettore.”
Camilla è una giovane donna con grande talento per la scrittura e fino a qualche tempo fa lavorava per un’agenzia letteraria. Sempre lì aveva incontrato Bruno, l’uomo del quale si era innamorata e con il quale aveva una relazione sentimentale, prima che lui la tradisse con l’ultima arrivata, una rossa maggiorata tutta forme e niente cervello. 

Quel legame sembrava ormai lontano da lei fino a quando l’amica Lalla non si accorse che la coppietta affiatata aveva deciso di prendere spunto dal romanzo scritto da Camilla in età adolescenziale per una ‘nuova’ pubblicazione. La vendetta è un piatto che si serve freddo, come si suol dire, e quella della nostra amica, con la complicità di Lalla e di un famoso ed affascinante pittore francese, sarà freddissima.

“L’uomo di marmellata” (Delos Digital, febbraio 2019) è l’ultima pubblicazione della scrittrice ferrarese, ma padovana d’adozione, Cristina Biolcati.

Tempo fa avevamo parlato dei suoi “Balla per me” (Youcanprint, 2017) e di “Ciclamini al re”
L'uomo di marmellata, Cristina Biolcati
(Delos Digital, luglio 2018) e ora è tornata con una storia d’amore tragicomica dai risvolti non troppo lontani dalla realtà di tutti i giorni, scritta con uno stile intimo reso tale anche dalla presenza del narratore onnisciente.

La protagonista è una ragazza come tante, di quelle che però faticano un po’ quando si tratta di relazioni umane. Non ha voglia di uniformarsi, credeva nella storia d’amore con Bruno ma, accecata dal sentimento, si è resa conto troppo tardi che quello che aveva accanto era solamente un uomo di ‘marmellata’.

“Camilla, grossomodo era d’accordo. Meglio la convivenza con un animale. Non ti tradisce e non ti giudica. A differenza degli uomini.”

Un romanzo breve che mostra cosa può accadere quando si tenta di rubare qualcosa e farla diventare propria, ma soprattutto mette in evidenza le conseguenze dei gesti di una donna che, nonostante le difficoltà, riprendere possesso del suo talento e decide di vendicarsi per ciò che le è stato tolto.

Il tutto condito con un’ironia che non guasta per nulla e, anzi, rende la storia ancora più piacevole e spassosa.

I fatti narrati sono inventati ma non è così difficile immaginare che si possa trattare di una storia vera, visto l’andamento attuale dell’editoria e la possibilità diffusa di autopubblicazione. 

Da questo punto di vista “L’uomo di marmellata” potrebbe anche risultare una sorta di piccola rivincita letteraria per coloro che hanno vissuto situazioni simili.

Un romanzo che insegna a non arrendersi, a ridere anche nei momenti più bui, con una piccola sorpresa finale, anzi due, molto gradite e arricchite dall'eleganza della scrittura alla quale Cristina Biolcati ci ha abituati.



Biografia di Cristina Biolcati:

Cristina Biolcati è ferrarese, ma padovana d’adozione. Laureata in lettere, ama molto leggere. È autrice di poesie e racconti brevi. Fra le sue passioni: gli animali, l’arte e la filosofia. Collabora con alcune riviste digitali, dove scrive recensioni di libri e articoli letterari.

Opere pubblicate: Nessuno è al sicuro (Edizioni Simple, 2013), un saggio sugli attacchi di squalo in Italia dal 1926 a oggi; Ritorna mentre dormo (DrawUp Edizioni, 2013), una silloge poetica; L’ombra di Luca (Leucotea Edizioni, 2014), una raccolta di racconti brevi; Allodole e vento (Pagine srl, 2014), una seconda raccolta di poesie; Balla per me (Youcanprint, 2017), un romanzo breve; Se Robin Hood sapesse (Delos Digital, 2017), racconto rosa; Ciclamini al re (Delos Digital, 2018), racconto lungo.

Partecipa spesso a concorsi letterari, e spesso li vince anche, ed è presente coi suoi racconti e poesie in molte antologie collettive.

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giovedì 14 marzo 2019

“Guida tascabile per maniaci di libri” di The Book Fools Bunch: il libro dei libri per veri bibliofili

Guida tascabile per maniaci di libri

“Prima di scrivere Il codice da Vinci, Dan Brown era un cantante pop. Il suo secondo album si intitolava Angeli e Demoni, proprio come uno dei suoi bestseller.”
Si è tanto parlato della “Guida tascabile per maniaci di libri” e a novembre del 2018 è stata pubblicata la seconda edizione aggiornata.

Non capivo di cosa trattasse realmente, forse solo un elenco di libri?, così ho pensato di prenderlo in prestito in biblioteca per farmi un’idea e sapete cosa è accaduto? Me ne sono innamorata!

E ora posso dire che se siete dei vari maniaci di libri questa è la guida per voi, quella che amerete, che sfoglierete di continuo e dalla quale difficilmente vi staccherete!

“Vladimir Nabokov scrisse Lolita su dei foglietti sparsi mentre viaggiava per gli Stati Uniti a caccia di farfalle.”

Nella “Guida tascabile per maniaci di libri” (Edizioni Clichy) c’è un po’ di tutto, dai mille libri fondamentali i libri alle vite degli autori, da i Nobel per la letteratura ai Premi letterari più importanti italiani e non, dalle curiosità sui libri alle stroncature. Novità di questa edizione sono i libri imperdibili e i più amati dai librai italiani che sono stati interpellati al riguardo. Interessante leggere i loro consigli. Peccato solo che non sia stata data maggiore rilevanza e attenzione ai librai indipendenti.

“Alice nel paese delle Meraviglie è stato originariamente bandito in Cina perché alcuni dei personaggi sono animali parlanti.”

Troviamo anche gli incipit dei libri più belli di sempre, i best seller mondiali anno per anno e persino una breve storia dell’editoria.

Sapevate, per esempio, che “Le avventura di Tom Sawyer di Mark Twain è il primo libro a essere mai stato redatto con una macchina da scrivere”

E che “John Ronald Reuel Tolkien batté a macchina l’intera trilogia del signore degli anelli usando solamente due dita. Ci mise quattordici anni”?

Ad aver creato questo originalissimo libro The Book Fools Bunch, un gruppo di esperti e rappresentanti maniacali dell’editoria italiana, con base a Firenze, che da anni propone libri che i grandi editori trascurano, organizza flash mob, iniziative con i libri con protagonisti i libri e cerca di sensibilizzare il nostro Paese verso il problema della scarsa attenzione nei confronti della lettura.  

"Henry James su Edgar Allan Poe: <<Provare entusiasmo per Poe è segno di uno stadio di pensiero decisamente primitivo>>.”

Vi è mai capitato di consultare “Il libro dei fatti” della Adnkronos? Ecco, la “Guida tascabile per maniaci di libri” è la versione letteraria che non comprende però solamente l’ultimo anno ma l’intera produzione mondiale libraria.

"Joseph Conrad su D.H. Lawrence: <<Sozzura. Nient’altro che oscenità.>>”

È utile, divertente, si scoprono nuovi libri, nuovi scrittori, si ricordano i libri già letti e si acquisiscono un sacco di informazioni sugli gli amati libri.

Una piccola enciclopedia, una vera e proprio Bibbia letteraria, con circa 600 pagine, da portare sempre con sé, un must per i lettori forti e per chi intende diventarlo.

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lunedì 11 marzo 2019

“Fedeltà” di Marco Missiroli: l’amore, il desiderio e il coraggio di scoprire se stessi

Fedeltà, Marco Missiroi

“E ora che si faceva toccare dal suo fisioterapista con un’intensità giusta in una zona di confine, nell’attesa di comunicargli dove fosse il punto esatto del dolore, Margherità torno lì: suo marito, la porta del bagno, edificio 5 dell’università, piano terra, toilette femminile. Era quello il punto esatto che le doleva da due mesi.”
È tra i libri dei quali si parla maggiormente in questo momento, almeno per quanto riguarda gli scrittori italiani. Con “Il senso dell’elefante” (Guanda) nel 2012 Marco Missiroli ha vinto il Premio Campiello Giuria dei Letterati, il Premio Vigevano - Lucio Mastronardi e il Premio Bergamo; nel 2015 con “Atti osceni in luogo privato” (Feltrinelli) vince il Premio SuperMondello e il Premio letterario Elba.

Di quest’ultimo mi sono innamorata per la scrittura, per il sapore di romanzo di formazione di altri tempi. 

E quando ho saputo della pubblicazione di “Fedeltà” (Einaudi, febbraio 2019) non potevo che esserne entusiasta ed incuriosita.

Ammetto che non si è trattato di una lettura così scorrevole, non perché mi sia annoiata o perché la storia fosse pesante ma perché si tratta di un libro che va masticato lentamente, poi digerito con calma e infine ripensato per non rischiare di commettere l’errore di giudicare fatti e/o persone.

“Fedeltà” è la storia di Carlo e Margherita, ma anche quella di Andrea e di Sofia. I primi due sono sposati, e tutto nasce da un presunto malinteso nato nel bagno dell’università dove Carlo è stato visto con una studentessa. Lui dice di averla soccorsa, Sofia, la studentessa, conferma la versione del Professore, ma nella mente della moglie si insinua immediatamente il tarlo del dubbio

Non sono in crisi, la loro intesa è quella di sempre ma il tradimento potrebbe cambiare tutto tra i due. Carlo insegue qualcosa che apparteneva al passato e Margherita si accorge di desiderare qualcosa di simile nel momento in cui incontra Andrea, fisioterapista, più giovane di lei e in possesso di quella leggerezza che non ricordava più. E poi c’è Anna, la madre di Margherita, che con la sua esperienza è colei che supervisiona le varie situazioni e tiene insieme i legami tra loro.

La trama è forse un primo indizio per comprendere la particolarità di questo romanzo, non si
Marco Missiroli @ Rebecca Mais

parla di un tradimento come tanti altri letti altrove, ma di ciò che i protagonisti vivono di fronte al bivio della fedeltà. Carlo si chiede
“se tradire, per lui, fosse stato il modo per tornare a essere fedele a Margherita?".

E questo è il punto cruciale: amore e fedeltà sono forse due cose differenti, amore nei confronti di una e desiderio dell’altra, senza voler rovinare il rapporto con la prima ma anzi con l’intento di rafforzarlo?

“Invece rimasero qualche minuto, poi lui si alzò dal divano e per salutarla la baciò, quando uscì dall'appartamento fu certo di fuggire. Dalla casa che l’avrebbe seppellito di debiti, dal tentativo di riparazione materiale, dal sigillo di una maturità ufficiale.”


La necessità di sentirsi desiderati, di tornare a periodi più leggeri e privi di responsabilità sono la vera chiave di un rapporto?

Non è forse una mera necessità fisiologica della quale potremmo fare tranquillamente a meno? Ma soprattutto, evitare il contatto fisico con la persona desiderata ci fa essere comunque fedeli al nostro partner?

E dove si trova il confine? Il punto di rottura?

“Poteva concedersi un vaso comunicante, la compiutezza con una moglie e la compiutezza con un’amante. Che parola sbagliata, amante. Che parola sbagliata, tradimento. Rispetto a cosa avrebbe tradito? Cosa toglieva consumarsi con un’altra ragazza, accaparrandosi una gioia momentanea e dando, possibilmente, una gioia momentanea.”

“Fedeltà” fa riflettere e fa venir voglia di scagliarsi contro i protagonisti con le loro scelte spesso poco condivisibili. “Fedeltà” è il continuo ideale di “Atti osceni in luogo privato”: nel primo Libero sperimenta e si scopre, ora quel tempo è passato ma forse qualcosa rimane di quell'età, di quelle scelte. 

Anche Milano è diversa, è una città dal passato importante (con le vecchie vie raccontante dal grande Buzzati) ma ora più matura che dona ma pretende anche tanto e si contrappone alla Rimini, luogo di nascita e formazione dell’autore, simbolo di leggerezza e poesia.

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