Storia di Anna, la bambina che non diceva mai le bugie |
“Anna era una bambina che mai in vita sua aveva detto una bugia. Proprio mai, neanche con il pensiero, neppure sognando aveva immaginato una bugia. Per questo conosceva il linguaggio di tutte le creature viventi, insetti compresi, con cui discorreva piacevolmente. Solo con i pesci non parlava, perché ignorava il loro alfabeto. Viveva a Zelata da sola, senza i genitori: il papà era sparito pochi giorni prima della sua nascita e la mamma lavorava lontano. Aveva però due amici speciali. Il più grande, il più fedele, era Timmy Puntapiè, lo scoiattolo che insieme alla moglie Rosina dimorava sulla Grande Quercia, attorno alla quale era costruita la casa del Quac, dove Anna abitava e dove le sue cuginette arrivavano ogni fine settimana.”
Ho sempre amato i libri
illustrati e ancora oggi li amo per il loro saper andare oltre le semplici
parole. Come non innamorarsi poi di illustrazioni come quelle, che colpiscono
subito, dalla copertina, di “Le storie di Anna, la bambina che non diceva mai
le bugie” (Salani Editore, ottobre 2018)?
Lo splendido airone
cenerino con la bambina sopra di lui è un immediato rimando a storie bellissime
e mi riporta indietro nel tempo a quando mi dedicavo, ancora bambina, alla
lettura de “Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson”. Le storie sono
differenti ma lo spirito è lo stesso.
Anna era una bambina che
non aveva mai pronunciato una bugia e per questo motivo aveva l’accesso al
linguaggio di tutte le creature viventi ad accezione dei pesci. La mancanza dei
genitori era colmata da tutti gli amici che vivevano nella natura e con i quali
faceva grandi chiacchierate. Anna osservava tutto, assisteva alle guerre tra
insetti, alle nascite, ai matrimoni, alle vicende amorose e persino alle
terribili alluvioni.
Sì, perché Anna ha imparato che la natura è tanto
affascinante quanto imprevedibile e che il rispetto nei suoi confronti e nei
confronti dei suoi abitanti viene prima di tutto. E poi c’è sempre così tanto
da imparare dal Dottor Gufo, da Airone Gambalunga e persino dal
terribile
Calabrò.
Giulia Maria Crespi |
Tra lanche, formicai,
alveari, fiumi, boschi e laghi, il richiamato alla natura è chiaro ed
invitante. Queste erano le storie che Giulia Maria Crespi raccontava ai suoi
sette nipoti quando erano bambini. Non a caso stiamo parlando della stessa
persona che nel 1975 ha fondato, con Renato Bazzoni il FAI (Fondo Ambiente
Italiano) di cui oggi è presidente onorario.
“Anna resisteva con
grande fatica a questi richiami che ben conosceva e che le rendevano sempre più
antipatica la vita cittadina, tra gas di scarico e lontani stridori di
traffico. Sì, il giardino della casa dove abitava con Lisa era una piccola
isola felice, ma quanto diversa dalle ampie distese di campi e dai grandi
boschi di Zelata!”
Un connubio magico quello
con l’illustratrice freelance milanese (master in Illustrazione editoriale e
studi in pittura d’arte presso il Camberwell College of Arts di Londra) Sofia
Paravicini.
Le storie di Anna possono
essere raccontate ai bambini ma sono perfette per gli adulti che amano la
natura, che nutrono quella sensibilità che li porta ad essere attenti nei
confronti del verde che ci circonda e dei suoi abitanti. Un invito a maturare
un rispetto ancora maggiore nei loro confronti.
Un piccolo grande
capolavoro per trascorrere qualche ora serena a sognare in compagnia delle
piccola Anna e dei suoi incredibili amici.
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