lunedì 25 marzo 2019

Intervista a Marco Giuli, piacevole e promettente scrittore in erba di racconti thriller-horror



Da sempre oltre che agli autori più noti mi dedico a quelli esordienti, troppo spesso bistrattati. Ammetto di essermi imbattuta in scritti validi e in altri che di valido avevano ben poco, ma questa realtà non mi ha fatto desistere dal proseguire per questa strada.

Certo, il potersi autopubblicare (o il riuscire a farsi pubblicare da case editrici a pagamento…) non ha creato un panorama così valido di esordienti ma è giusto dare una possibilità a tutti, premiando chi lo merita e cercando di infondere un pizzico di consapevolezza ai meno talentuosi.

Per rimanere sull'argomento recentemente ho avuto la possibilità di conoscere, tramite i social, Marco Giuli, amministratore della pagina Facebook Stephen King Italia, con quasi 10.000 followers, che ho scoperto essere anche un aspirante scrittore.

Mi sono ritrovata a leggere, e recensire, alcuni suoi racconti e vi ho trovato della potenzialità. C’è tanto da fare, questo è innegabile, ma è sulla buona strada e ciò che ho letto è piacevole, scorrevole e dotato di quel qualcosa di interessante e intrigante che ti lascia compiaciuta al termine della lettura.

Ora lascio parlare lo stesso Marco, romano classe 1987, che ci racconterà come è cominciata la sua passione per la lettura e per la scrittura, le esperienze con le case editrice prima e il selfpublishing dopo, i progetti futuri e tanto altro.



Benvenuto nel mio blog Marco. Parlaci un po’ di te e di quando e come hai
Marco Giuli
cominciato a scrivere.

Ciao Rebecca, Innanzitutto volevo ringraziarti per lo spazio che mi hai concesso. È sempre più difficile, nel mondo della letteratura, trovare persone disponibili e propositive. Uno scrittore (che parolone! ndr) in erba come me, sopravvive grazie ai dettagli. Solamente a quelle piccolissime parti che la macchina gigante dell’editoria non riesce a vedere. Io mi definisco un ragazzo timido, a volte fin troppo. Da una parte questo è un bene (non sono poche le volte che grazie al mio carattere schivo sono riuscito a districarmi in situazioni che altrimenti sarebbero state scivolose, o quantomeno difficili da gestire), dall’altra, a volte, mi sarebbe piaciuto avere l’intraprendenza del One Man Show. Facendo le somme mi convinco sempre che mi vado bene così. La mia timidezza è stata, poi, un fattore che mi ha fatto intraprendere questa bellissima esperienza (la carriera è per quelli bravi, ndr) della scrittura. Un altro fattore fondamentale che mi ha portato a scrivere è stata la lettura. Credo venga naturale, leggere tanto e, come nel mio caso, appassionarsi ad un autore in particolare, ti porta ad emularlo. È un po’ come vedere una partita di pallone in televisione e poi scendere in strada, con la palla in mano, e tentare di giocare come il tuo idolo.


Nel 2016 la tua prima autopubblicazione. Questa è arrivata dopo il tentativo di farti pubblicare da una casa editrice o hai pensato subito al selfpublishing?

La mia esperienza è abbastanza recente a dire il vero. Tutto è avvenuto in maniera rocambolesca quanto improvvisa. L’idea di scrivere mi è venuta appunto leggendo e provando ad emulare, ma sentivo che mancava qualcosa. Che senso ha scrivere una storia se nessuno può leggerla? Poi un giorno, navigando sul web, leggo della possibilità di autopubblicare una propria opera a costo zero. Mi si è aperto un mondo ed è stato l’inizio di tutto. Oltre alla lettura e alla scrittura mi piace stare al pc, usare software di grafica o programmi del genere. L’idea quindi di scrivere una storia, decidere il prezzo, creare una copertina da zero. Veder trasformare una cosa astratta in una cosa concreta a tua immagine e somiglianza. All’inizio mi sembrava un miracolo (e ancora adesso, trovo degli aspetti positivi che le case editrici non hanno). Per due anni ho collaborato anche con una casa editrice giù in Calabria. Ho pubblicato con loro quattro racconti brevi che sono usciti in due raccolte diverse. Uno di questi racconti “Sulla via di Santiago” ha anche vinto il premio 
come miglior racconto di tutta l’antologia. Poi i rapporti si sono incrinati, non solo con me ma anche con altri autori. Sono venute meno delle promesse fatte e degli impegni presi. Così abbiamo interrotto la collaborazione.



Le tue prime esperienze con le case editrici non è stato positivo, vedo. Proverai ancora o ti dedicherai solamente al selfpublishing?

Per ora credo che mi concentrerò sull’autopubblicazione, non mi dispiace la libertà che mi offre. Il lato meno positivo è che devi rimboccarti le maniche e fare tutto da solo se vuoi farti conoscere. Intendo pubblicità, spazio radiofonici, spot su Youtube o sui Social Network. Se non ti pesa fare tutto questo, il Selfpublishing è un’ottima alternativa alle case editrici.


Il primo libro in assoluto che hai letto?

Ero piccolo, non mi ricordo ora quanti anni avessi, ma era in quei periodi dove a scuola ti danno da leggere dei libri per le vacanze. Di solito sono racconti o piccoli romanzi adatti ad un lettore agli esordi. Dove la trama e la prosa non sia troppo complicata e di facile comprensione. Io vidi un libro sul comodino della camera da letto di mia nonna. Il libro si chiamava “Cose Preziose” di Stephen King, e apparteneva a mio cugino. Un po’ fu la trasgressione di leggere un libro per adulti (sapevo a malapena che King scriveva horror) un po’ la curiosità e beh… fu amore a prima vista. Tornato a scuola, a settembre, raccontai di aver letto una storia che parlava di uccisioni e patti con il diavolo. Non fu proprio il massimo per la mia insegnante!


Interessante! È da questo quindi che nasce la tua seguitissima pagina Facebook, nata nel 2010, dedicata a Stephen King? Parlacene.  

Da quel libro ne seguiranno altri, e con loro nascerà la mia passione per Stephen King. Con gli anni ho sostituito tutte le sue opere che avevo in libreria con le prime edizioni italiane. Una collezione che conservo gelosamente a casa. In seguito mi viene l’idea di creare una pagina dedicata a King (i primi mesi si chiamava “Libreria Kinghiana”) sostituita poi con il nome Stephen King Italia. Nonostante non sia la prima in Italia è tra le più numerose e seguite dell’etere. Ne vado molto orgoglioso e credo sia un punto di riferimento per gli
appassionati dello Zio come me, e per aver fatto conoscere meglio le sue opere a chi non le conosceva.


Che tipo di lettore ti definisci? Forte, discontinuo, un ri-lettore… ?

Ho vissuto varie fasi a dire il vero. Sono passato da accanito divoratore di libri in piena adolescenza. Adoravo i miei momenti solo io ed il libro. Adesso, invece, che ho molto meno tempo di prima, cerco di ritagliarmi qualche momento di intimità per poter gustarmi un buon libro, ma è sempre più difficile. Devo dire però che, a differenza di prima, gran parte tempo che dedicavo alla lettura ora devo dividerlo tra leggere e scrivere.


Sei autore di diversi racconti. Sei affezionato ad uno di questi in particolare? Se sì, perché?

Ogni racconto ha una storia intrinseca che non svelo mai a nessuno. Ci sono stati racconti che ho buttato giù in due ore di rabbia, e racconti lasciati in sospeso e ripresi dopo mesi. Racconti che sono nati da un’ispirazione e poi hanno preso tutta un’altra strada e storie che avevo già in mente come si sarebbero svolte. Ci sono racconti, poi, che ho scritto con il sorriso tra i denti e racconti che sono ancora chiusi in un cassetto in attesa del momento giusto. Ogni racconto, poi, è un ricordo di un determinato momento della mia vita. Non ne ho uno in particolare, fanno tutti parte della mia vita.


Sei un frequentatore assiduo dei Social? Quale pensi sia il loro ruolo per chi, come te, scrive e vuole farsi leggere?

Ebbene sì, sono quasi un nerd da questo punto di vista. Uso i social, però, soprattutto per farmi conoscere e pubblicizzare la mia pagina e la fanpage su Stephen King. Credo che oggigiorno i Social Network giochino un ruolo cruciale e fondamentale per chiunque voglia farsi conoscere. Se ci pensiamo anche i trailer dei grandi film ora girano solamente su Youtube perché raccolgono molte più visualizzazioni. Il “Like” e la “visualizzazione” saranno le monete del futuro.


Leggi mai libri in formato digitale, e-books? Se sì con quale dispositivo? Cosa ne pensi dei libri elettronici?

Li odio. Non ci riesco è più forte di me. Anche se devo ammettere che sono un’ottima alternativa al libro, rimangono e rimarranno per sempre solo quella. Non avverrà mai quel passaggio che avvenne tra la videocassetta e il dvd.


Il tuo ultimo racconto è scaricabile gratuitamente dal tuo sito Internet. Parlacene un po’.

È stata un’idea nata poco prima di Natale e buttata giù in poche ore. Lo scopo era quello di pubblicizzarmi e quindi mi venne in mente di scrivere un racconto breve, fruibile da tutti e che possa girare libero nell’etere senza troppi paletti. Contemporaneamente ho anche creato la mia pagina Facebook personale con la quale saltuariamente tengo aggiornati i miei affezionati fan (che ringrazio per la fiducia).
La trama del racconto (dal titolo “Il giornale di domani”) è insieme bizzarra e sfacciata. È stata la mia prima storia horror, e credo che l’esperimento sia riuscito. Anche se come genere tende ad avvicinarsi più ad un racconto di Dylan Dog che ad una storia kinghiana. Spero sia piaciuta anche ai lettori.


Progetti futuri? Qualche nuovo racconto o forse qualche nuovo progetto riguardo i racconti già scritti?

Dovrà uscire una nuova raccolta di racconti entro l’anno. L’idea è quella di includere il racconto pubblicato nel 2018 “Per prendersi una vittoria” che ha avuto un discreto successo, insieme ad altri due o tre racconti nuovi che sto scrivendo in questi giorni. Non posso dirti altro.





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