venerdì 20 gennaio 2017

“Lion: La strada verso casa” di Saroo Brierley – l’incredibile viaggio di un bambino dall'India alla Tasmania

Lion, Saroo Brierley
“Non ricordo esattamente cosa feci: forse urlai, presi a pugni le porte o forse piansi. Però ricordo che il cuore mi batteva tre volte più veloce del normale. Se avessi saputo leggere i cartelli appesi, forse avrei capito dov'ero diretto o come uscire da lì. Ma non sapevo leggere. Corsi avanti e indietro guardando sotto tutti i sedili, nel caso ci fosse stato qualcuno che dormiva sdraiato là. Invece c’ero solo io. Continuai comunque a correre, gridando disperato il nome di mio fratello, pregandolo di venirmi a prendere. Chiamai anche mia madre e persino Kallu, con tutto il fiato che avevo in gola. Nessuno rispose e il treno non si fermò.”
Saroo è solamente un bambino quando quella mattina riesce a convincere il fratello a portarlo con sé. Poi però si addormenta e quando si risveglia il fratello non c’è, così sale su quel treno che improvvisamente parte e quando se ne rende conto è troppo tardi

Le ore passano, il bambino si dispera, dorme ancora, si risveglia, fino a quando il treno giunge a Calcutta, una delle città più grandi, popolose, povere, caotiche e pericolose dell’India. Lui è solo e cavarsela sarà molto più complicato di quanto lui avrebbe immaginato.

“Lion: La strada verso casa” (Rizzoli, 2016, traduzione di A. Taroni) di Saroo Brierley è la vera storia dello stesso Saroo, bambino indiano, naturalizzato australiano grazie alla famiglia che lo adottò.

In tanti avranno sentito parlare di questa storia per via del film (regia di Garth Davies, protagonisti Dev Patel, Sunny Pawar e Nicole Kidman) uscito nelle sale cinematografiche italiane il 22 dicembre 2016, ma esiste anche un libro, già pubblicato nel 2014 dalla Fabbri Editore e riedito dalla Rizzoli nel novembre 2016 (titolo originale “A Long Way Home: A Memoir by Saroo Brierley”).

La storia di Saroo è incredibile, è un susseguirsi di eventi terribili e altri provvidenziali; è inverosimile che un bambino così piccolo sia riuscito a cavarsela da solo ed è bellissimo che, dopo tanta insicurezza e sconforto abbia trovato una famiglia per poi, tanti anni dopo, ritrovare quella di origine.

Saroo Brierley
Saroo ci conduce per mano lungo le strade della città di origine, per le vie affollate di Calcutta, i suoi occhi di bambino sono i nostri, e nostre diventano le sue paure e le sue gioie

Berampur e Ginestlay continueranno a lungo a vorticare nelle menti dei lettori che restano incollati alle pagine dalla prima all’ultima, sbirciando di tanto in tanto tra le foto presenti nella parte centrale del libro.

Duecentoventipagine emozionanti nelle quali conosciamo la madre Kamla, i fratelli Kallu e Guggu, la sorella Shekila, la signora Sood, fortuna per tanti bambini, e i generosi John e Sue Brierley.

A sorprendere sono anche la contrapposizione tra la povera India, da sempre sulla via della industrializzazione foriera di inquinamento e forse maggiore caos, e l’ordinata Tasmania.


Una storia da leggere tutta d’un fiato, per sorprendersi e comprendere che tanti bambini possono ancora sperare grazie alla generosità degli altri e oggi anche grazie alle nuove tecnologie che ricoprono un ruolo fondamentale nella vita del fortunato Saroo. 


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