martedì 10 gennaio 2017

Zygumnt Bauman e Tullio De Mauro: i primi grandi morti ignorati del 2017

Zygmunt Bauman
“La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto fa la relazione sentimentale. In una relazione, puoi sentirti insicuro quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia.” (Zygmunt Bauman, da “Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi”, Laterza 2006)
Buon 2017 a tutti cari lettori! Eccoci di nuovo a parlare di libri e cultura.

Nel 2016 abbiamo lasciato alcuni dei più grandi personaggi del mondo della cultura, uno per tutti il grande e indimenticabile Umberto Eco. Un tuttologo, un bibliofilo, una mente eccelsa come poche nella storia della cultura mondiale. I più lo hanno conosciuto per “Il nome della rosa” ma quanti saggi ha scritto, così interessanti, così differenti tra loro e incredibilmente adatti a tutti (o quasi)!

Il nuovo anno è poi arrivato e ha subito mietuto le prime due vittime, due perdite incomparabili: Tullio De Mauro e Zygmunt Bauman

Il primo è venuto a mancare il 5 gennaio, il secondo il 9 gennaio. Ma vi eravate accorti della loro morte? E soprattutto vi eravate accorti della loro presenza nel mondo?
Tullio De Mauro


Certo, non possiamo sapere e conoscere tutti, qualcuno di voi penserà, ma pensate alle notizie che girano sul web e a quante volte non si parla di chi ha fatto la storia, di chi ha influenzato, spesso senza che ce ne rendessimo conto, le nostre esistenze.

Due tra questi sono proprio De Mauro e Bauman.

Tullio De Mauro aveva 84 anni ed è stato uno dei più grandi linguisti italiani; chi ha frequentato l’università, facoltà umanistiche in particolare, si sarà ritrovato a studiare sui suoi libri; alcuni l’avranno sentito nominare nei vari telegiornali quando a fine anno vengono evidenziati i neologismi e i termini maggiormente adoperati nella lingua parlata; altri ancora lo conosceranno per la presidenza, dal 2007, del Premio Strega.

Bauman aveva compiuto 91 anni nel mese di novembre. Nato a Poznań, in Polonia, di origini ebraiche, scappò nel 1939 in concomitanza con l’occupazione delle truppe tedesche. Insegnò a Tel Aviv prima e Leeds poi ed è stato uno dei più grandi intellettuali di ogni tempo. 

Modernità liquida, Zygmunt Bauman
Sociologo e filosofo la sua opera più nota è “Modernità liquida” (Laterza, 2000), termine da lui coniato per indagare la società e i suoi membri di fronte alla globalizzazione, alle evoluzioni delle organizzazioni e dell’essere umano. 

Un’analisi inedita, così come quella che ritroviamo in “Modernità e olocausto”. Bauman affermò che le manifestazioni in ricordo della Shoah non sono utili alla comprensione delle vicende, pur fungendo da eventi di sensibilizzazione, e proprio per questo egli analizzò in maniera inedita ciò che accadde passo per passo, non limitandosi all'elemento più doloroso delle morti ma riflettendo su ogni singolo componente ed evento, palesando così considerazioni prima sconosciute o semplicemente eluse.

Il mondo ha perso due grandi pensatori, entrambi curanti del passato ma rivolti verso il futuro, due studiosi instancabili che non amavano certo fermarsi all'apparenza e che mai hanno neppure concepito l’idea di arrestarsi a causa delle polemiche che avrebbero potuto suscitare. Entrambi si occupavano della società e della gente che la viveva.

De Mauro esaltava l’importanza dei dialetti in quanto arricchimento delle modalità di comunicazione. Senza di lui non avremmo la linguistica come disciplina a sé stante e non avremmo la consapevolezza linguistica attuale fatta di analisi attente e di tentativi di valorizzare tutti quegli elementi reali della lingua che troppo spesso venivano (e ancora oggi) sottovalutati e trascurati.

Dizionarietto di parola del futuro, De Mauro
Bauman conosceva in modo attento la società moderna. I suoi scritti contribuiranno ancora per tanto a erigere una modalità di pensiero differente, libero, che scavi nel profondo, che prenda in considerazione ciò che da altri potrebbe essere stato ignorato. Bauman ha ricostruito una dignità per tutti, ha ribadito, e continuerà ancora a farlo, che ad essere fondamentale per tutto il resto è la comprensione della società.

La speranza è che entrambi non vengano dimenticati e che chi non ne avesse mai sentito parlare prima decida ora di interessarsi ai loro studi, che prenda in mano i loro libri e se ne appassioni. Perché entrambi avevano tanto da dire e condividere, e in questo modo le loro esistenze avranno un significato ancora maggiore. 

La cultura in ogni forma, la conoscenza, l’interesse, la curiosità sono ciò che davvero contano.


Perciò che questo sia un anno culturalmente proficuo per voi: non abbiate paura di imbarcarvi in nuove esperienze letterarie, spesso è proprio ciò che appare così lontano da noi a divenire poi indispensabile ed incredibilmente coinvolgente.



2 commenti:

  1. Non direi che siano state ignorate le loro morti, ne hanno parlato anche nei telegiornali nazionali (e in ambito culturale non è mai così scontato).
    Zygmunt Bauman non era proprio uno sconosciuto, grazie ai numerosi festival a cui ha partecipato si è fatto conoscere e apprezzare molto anche dai giovani. De Mauro... magari non tutti sanno esattamente quali meriti attribuirgli, ma il suo nome è arcinoto.
    Piuttosto mi pare sia passata un po' inosservata la morte di John Berger...

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  2. Non hai tutto i torti elleconzero ma sarebbe stato bello, e lo sarebbe in generale, che si dedicassero maggiori approfondimenti a personaggi della cultura come loro. Io in ogni caso ho volutamente adoperato un titolo provocatorio.

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