Zygmunt Bauman |
“La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto fa la relazione sentimentale. In una relazione, puoi sentirti insicuro quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia.” (Zygmunt Bauman, da “Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi”, Laterza 2006)
Buon 2017 a tutti cari
lettori! Eccoci di nuovo a parlare di libri e cultura.
Nel 2016 abbiamo lasciato
alcuni dei più grandi personaggi del mondo della cultura, uno per tutti il
grande e indimenticabile Umberto Eco. Un tuttologo, un bibliofilo, una mente
eccelsa come poche nella storia della cultura mondiale. I più lo hanno
conosciuto per “Il nome della rosa” ma quanti saggi ha scritto, così
interessanti, così differenti tra loro e incredibilmente adatti a tutti (o
quasi)!
Il nuovo anno è poi
arrivato e ha subito mietuto le prime due vittime, due perdite incomparabili:
Tullio De Mauro e Zygmunt Bauman.
Il primo è venuto a mancare il 5 gennaio, il
secondo il 9 gennaio. Ma vi eravate accorti della loro morte? E soprattutto vi
eravate accorti della loro presenza nel mondo?
Tullio De Mauro |
Certo, non possiamo
sapere e conoscere tutti, qualcuno di voi penserà, ma pensate alle notizie che
girano sul web e a quante volte non si parla di chi ha fatto la storia, di chi
ha influenzato, spesso senza che ce ne rendessimo conto, le nostre esistenze.
Due tra questi sono
proprio De Mauro e Bauman.
Tullio De Mauro aveva 84 anni ed
è stato uno dei più grandi linguisti italiani; chi ha frequentato l’università,
facoltà umanistiche in particolare, si sarà ritrovato a studiare sui suoi
libri; alcuni l’avranno sentito nominare nei vari telegiornali quando a fine
anno vengono evidenziati i neologismi e i termini maggiormente adoperati nella
lingua parlata; altri ancora lo conosceranno per la presidenza, dal 2007, del Premio Strega.
Bauman aveva compiuto 91
anni nel mese di novembre. Nato a Poznań, in Polonia, di origini ebraiche, scappò
nel 1939 in concomitanza con l’occupazione delle truppe tedesche. Insegnò a Tel
Aviv prima e Leeds poi ed è stato uno dei più grandi intellettuali di ogni
tempo.
Modernità liquida, Zygmunt Bauman |
Sociologo e filosofo la sua opera più nota è “Modernità liquida”
(Laterza, 2000), termine da lui coniato per indagare la società e i suoi membri
di fronte alla globalizzazione, alle evoluzioni delle organizzazioni e dell’essere
umano.
Un’analisi inedita, così come quella che ritroviamo in “Modernità e
olocausto”. Bauman affermò che le manifestazioni in ricordo della Shoah non
sono utili alla comprensione delle vicende, pur fungendo da eventi di
sensibilizzazione, e proprio per questo egli analizzò in maniera inedita ciò
che accadde passo per passo, non limitandosi all'elemento più doloroso delle
morti ma riflettendo su ogni singolo componente ed evento, palesando così considerazioni
prima sconosciute o semplicemente eluse.
Il mondo ha perso due
grandi pensatori, entrambi curanti del passato ma rivolti verso il futuro, due
studiosi instancabili che non amavano certo fermarsi all'apparenza e che mai
hanno neppure concepito l’idea di arrestarsi a causa delle polemiche che
avrebbero potuto suscitare. Entrambi si occupavano della società e della gente
che la viveva.
De Mauro esaltava l’importanza
dei dialetti in quanto arricchimento delle modalità di comunicazione. Senza di
lui non avremmo la linguistica come disciplina a sé stante e non avremmo la
consapevolezza linguistica attuale fatta di analisi attente e di tentativi di
valorizzare tutti quegli elementi reali della lingua che troppo spesso venivano
(e ancora oggi) sottovalutati e trascurati.
Dizionarietto di parola del futuro, De Mauro |
Bauman conosceva in modo
attento la società moderna. I suoi scritti contribuiranno ancora per tanto a erigere
una modalità di pensiero differente, libero, che scavi nel profondo, che prenda in
considerazione ciò che da altri potrebbe essere stato ignorato. Bauman ha
ricostruito una dignità per tutti, ha ribadito, e continuerà ancora a farlo,
che ad essere fondamentale per tutto il resto è la comprensione della società.
La speranza è che
entrambi non vengano dimenticati e che chi non ne avesse mai sentito parlare
prima decida ora di interessarsi ai loro studi, che prenda in mano i loro libri
e se ne appassioni. Perché entrambi avevano tanto da dire e condividere, e in
questo modo le loro esistenze avranno un significato ancora maggiore.
La
cultura in ogni forma, la conoscenza, l’interesse, la curiosità sono ciò che
davvero contano.
Perciò che questo sia un
anno culturalmente proficuo per voi: non abbiate paura di imbarcarvi in nuove
esperienze letterarie, spesso è proprio ciò che appare così lontano da noi a
divenire poi indispensabile ed incredibilmente coinvolgente.
Non direi che siano state ignorate le loro morti, ne hanno parlato anche nei telegiornali nazionali (e in ambito culturale non è mai così scontato).
RispondiEliminaZygmunt Bauman non era proprio uno sconosciuto, grazie ai numerosi festival a cui ha partecipato si è fatto conoscere e apprezzare molto anche dai giovani. De Mauro... magari non tutti sanno esattamente quali meriti attribuirgli, ma il suo nome è arcinoto.
Piuttosto mi pare sia passata un po' inosservata la morte di John Berger...
Non hai tutto i torti elleconzero ma sarebbe stato bello, e lo sarebbe in generale, che si dedicassero maggiori approfondimenti a personaggi della cultura come loro. Io in ogni caso ho volutamente adoperato un titolo provocatorio.
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