venerdì 3 febbraio 2023

“Storia del figlio” di Marie-Hélène Lafon: intrecci, assenze e profumi di una saga familiare da ricostruire pezzo per pezzo

Storia del figlio, Marie-Hélène Lafon

“Amélie ha l’odore del fiume in primavera, il fiume alto della neve sciolta. Paul ha l’odore del vento e della lama fredda dei coltelli che sono in cucina e che loro non possono toccare.”

André è figlio di Gabrielle ma viene cresciuto dalla sorella della madre, Hélène, e suo marito. Il padre è sconosciuto ma i suoi genitori ‘adottivi’ e le cugine sono così amorevoli con lui che del resto non gli importa. Ogni estate la madre, per lui una misteriosa signora, torna al paese da Parigi per trascorrere le vacanze con loro. 

Gli anni passano e le vicende narrate coprono un argo lungo cento anni, ci vengono svelati il prima e il dopo del figlio e della madre e conosciamo quel padre tanto cercato in età adulta ma mai desiderato realmente da André. 

Ripercorriamo il passato della madre, sola in un appartamento parigino e della sua relazione con quel giovane ragazzo; ci vengono narrati infanzia e adolescenza di due bambini gemelli di Chanterelle a inizio Novecento. 

Una saga familiare vera a propria in meno di duecento pagine sufficienti però a raccontare quanto andava raccontato.

“Storia del figlio” (FaziEditore, 2022, traduzione di Antonella Conti) è il capolavoro della francese Marie-Hélène Lafon, vincitore del prestigioso premio Renaudot, campione di vendite, amato dai lettori e dalla critica, per la prima volta nelle librerie italiane.

È la storia di più famiglie con le loro esistenze e finzioni, con i loro legami, i segreti, i silenzi e le tragedie. Tutto ruota intorno alla ricerca di quel padre, non esclusivamente per la conoscenza di quell’uomo ma per la comprensione delle dinamiche tra le persone, di quelle assenze incomprensibili, di ciò che non è accaduto e sarebbe potuto accadere.

“Paul ha l’odore del vento e della lama fredda dei coltelli che sono in cucina e che loro non possono toccare. Per sua madre è incerto, cambia sempre, gli viene in mente la neve quando la sera diventa blu ai margini del bosco, il caffè caldo, a volte odora anche di rosso. Per suo padre forse il minestrone, ma non ne è proprio sicura, si ferma,
qualcosa gli si blocca dentro e preferisce non insistere. Gli odori sono un gioco e col padre non si può giocare.”

Marie-Hélène Lafon
Un complesso mosaico che ci trascina nell’incanto di una storia per nulla semplice ma con una sua bellezza intrinseca ed una delicatezza che contribuisce a realizzare un romanzo davvero bello e ben scritto.

“Non gli piacevano quelle acque nere che scavano abissi nell’oscurità. Lui aveva scelto la luce il calore il giorno la gioia.”

E alla fine il mistero viene svelato e un alone di pace avvolge tutto ma nulla si dimentica e questo libro rimane nel cuore per lungo, lungo tempo.   

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