lunedì 19 novembre 2018

“Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare” di Costanza Rizzacasa d’Orsogna: una storia di diversità dal sapore fiabesco


“Milo rise a quella richiesta un po’ paradossale, ma acconsentì e finse di grattargli la chela. Che coppia facevano a guardarli, pensò il pescivendolo: il gattino che non sapeva saltare e l’astice senza una chela. Disabili e speciali. Pensò che gli occhi degli animali sono innocenti come quelli dei bambini: non colgono la diversità perché non hanno pregiudizi. Pensò che gli animali, come i bimbi, guardano il mondo con occhi puliti. E che la diversità è tutta nella testa degli adulti.”
Tanti di voi leggendo questo titolo penseranno ad una delle tante favole con protagoniste un gatto, un po’ in stile Sepúlveda (che adoro!) ma non è per nulla così.

Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare” (Guanda, collana Le Gabbianelle, ottobre 2018) è la bellissima storia di Milo, gattino nero nato per strada e troppo presto rimasto
Costanza Rizzacasa d'Orsogna
senza madre. Un gatto nero non è visto di buon occhio con tutte le superstizioni che ancora girano, se poi non riesce neppure a saltare e cammina tutto sbilenco peggio che mai! 

Ma un giorno una ragazza decide di adottarlo, proprio come se fosse un figlio e lei diventa la mamma umana di Milo, piccolo gatto disabile che ama definirsi speciale perché non fa nulla come gli altri e di questa ‘diversità’ ne fa una forza. Non sarà semplice né immediato e saranno in tanti ad amarlo e spronarlo, dal gabbiano Virgilio, sempre per il cielo in cerca di cibo, il riccio Giulia, lo scorpione G-Attila, la mucca Arianna e persino l’astice senza chela!

Costanza Rizzacasa D'Orsogna è riuscita a creare una storia bellissima che non è uscita fuori dal nulla ma è nata con il suo blog e grazie a Milo, il suo gatto, perché Milo è realissimo e la sua ‘mamma’ non ha fatto altro che dargli voce. E che voce!

Ci si emoziona in ogni pagina perché è Milo è così piccolo e indifeso e ogni novità è una grande scoperta per lui e noi lettori ci identifichiamo in quello scricciolo conscio delle sue difficoltà, sempre pronto a superarle.

“Chissà cosa voleva dire quella parola che non aveva mai sentito, pensò intanto il gattino. Disabile, di-sa-bi-le. Erano queste le parole che lo definivano, disabile e nero? Gli sembrò come una condanna.”

Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare
Le illustrazioni di Giacomo Bagnara contribuiscono alla bellezza di questo libro, è sufficiente osservare la copertina per innamorarsene!

Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare” è una storia di diversità davvero attuale, ci sono gli animali abbandonati, le superstizioni, ci sono i migranti, la bellezza di Roma e della Sicilia, c’è il punto di vista di un micetto disabile che nel suo piccolo cambia le cose e si mostra più altruista di quanto avremo mai potuto pensare.

Un gatto sensibile che parla e comprende cosa dicono gli umani, uno di noi in fondo, o forse semplicemente ciò che noi potremo essere abbattendo le barriere e mostrandoci più interessati a chi e a ciò che ci circonda.

“Il gattino era molto sensibile, ma a quella domanda proprio non riuscì a rispondere. Non sapeva perché alcuni animali, per gli umani, erano di serie A e altri di serie B. Ma soffriva per l’amico e non voleva s’intristisse.

Link per l'acquisto qui


Nessun commento:

Posta un commento