“Milo rise a quella richiesta un po’ paradossale, ma acconsentì e finse di grattargli la chela. Che coppia facevano a guardarli, pensò il pescivendolo: il gattino che non sapeva saltare e l’astice senza una chela. Disabili e speciali. Pensò che gli occhi degli animali sono innocenti come quelli dei bambini: non colgono la diversità perché non hanno pregiudizi. Pensò che gli animali, come i bimbi, guardano il mondo con occhi puliti. E che la diversità è tutta nella testa degli adulti.”
Tanti di voi leggendo
questo titolo penseranno ad una delle tante favole con protagoniste un gatto,
un po’ in stile Sepúlveda (che
adoro!) ma non è per nulla così.
“Storia
di Milo, il gatto che non sapeva saltare” (Guanda, collana Le Gabbianelle,
ottobre 2018) è la bellissima storia di Milo, gattino nero nato per strada e
troppo presto rimasto
senza madre. Un gatto nero non è visto di buon occhio con
tutte le superstizioni che ancora girano, se poi non riesce neppure a saltare e
cammina tutto sbilenco peggio che mai!
Costanza Rizzacasa d'Orsogna |
Ma un giorno una ragazza decide di
adottarlo, proprio come se fosse un figlio e lei diventa la mamma umana di
Milo, piccolo gatto disabile che ama definirsi speciale perché non fa nulla
come gli altri e di questa ‘diversità’ ne fa una forza. Non sarà semplice né
immediato e saranno in tanti ad amarlo e spronarlo, dal gabbiano Virgilio,
sempre per il cielo in cerca di cibo, il riccio Giulia, lo scorpione G-Attila,
la mucca Arianna e persino l’astice senza chela!
Costanza Rizzacasa
D'Orsogna è riuscita a creare una storia bellissima che non è uscita fuori dal
nulla ma è nata con il suo blog e grazie a Milo, il suo gatto, perché Milo è
realissimo e la sua ‘mamma’ non ha fatto altro che dargli voce. E che voce!
Ci si emoziona in ogni
pagina perché è Milo è così piccolo e indifeso e ogni novità è una grande
scoperta per lui e noi lettori ci identifichiamo in quello scricciolo conscio
delle sue difficoltà, sempre pronto a superarle.
“Chissà cosa voleva dire
quella parola che non aveva mai sentito, pensò intanto il gattino. Disabile,
di-sa-bi-le. Erano queste le parole che lo definivano, disabile e nero? Gli
sembrò come una condanna.”
Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare |
Le illustrazioni di Giacomo
Bagnara contribuiscono alla bellezza di questo libro, è sufficiente osservare la
copertina per innamorarsene!
“Storia
di Milo, il gatto che non sapeva saltare” è una storia di diversità davvero
attuale, ci sono gli animali abbandonati, le superstizioni, ci sono i migranti,
la bellezza di Roma e della Sicilia, c’è il punto di vista di un micetto disabile che nel suo
piccolo cambia le cose e si mostra più altruista di quanto avremo mai potuto
pensare.
Un gatto sensibile che
parla e comprende cosa dicono gli umani, uno di noi in fondo, o forse semplicemente
ciò che noi potremo essere abbattendo le barriere e mostrandoci più interessati
a chi e a ciò che ci circonda.
“Il gattino era molto
sensibile, ma a quella domanda proprio non riuscì a rispondere. Non sapeva
perché alcuni animali, per gli umani, erano di serie A e altri di serie B. Ma
soffriva per l’amico e non voleva s’intristisse.
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