mercoledì 7 novembre 2018

“Mute, bianche e stupende” di Tod Robbins: un racconto inedito in Italia per gli amanti del pulp

Mute, bianche e stupende, Tod Robbins

“Un pomeriggio tornai allo studio e trovai il mio benefattore morto. Giaceva ai piedi di una statua alla quale stava lavorando – una statua che rappresentava la Giustizia. Il suo corpo sembrava essere rimasto in un atteggiamento di supplica. Un sottile nastro di sangue strisciava verso la porta come la miniatura di un fiume rosso. Si era tagliato la gola. All'inizio mi sembrò incredibile. Quando lo vidi così disteso, mi sentii come se avessi perso tutto quello che avevo al mondo.”
Ci sono piccole case editrici che si occupano di grandi autori e pubblicano perle della letteratura mondiale. Una di queste è l’italiana, o meglio pistoiese, Via del Vento Edizioni, fondata nel 1991 da Fabrizio Zollo con l’intento di pubblicare testi inediti e rari di grandi letterati italiani e stranieri del Novecento. Da allora sono innumerevoli i testi pubblicati e le collane sono oggi ben quattro (due delle quali cessate di recente).

“Mute, bianche e stupende” (novembre 2016, collana «iquadernidiviadelvento», testi inediti e rari del Novecento, cura e traduzione di Francesco Cappellini), libretto di pregiata fattura, edito in sole duemila copie singolarmente numerate, è un racconto macabro dell’autore newyorkese Tod Robbins (1888-1949), inedito in italiano.

Robbins fu uno dei protagonisti del fenomeno dei pulp magazine e raggiunse la fama internazionale grazie alla trasposizione cinematografica del racconto “Spurs”. Il film “Freaks” fece scandalo, per la prima volta mostrava creature bizzarre che il pubblico credeva appartenessero solamente alla fantasia, creando turbamento e confusione.
Tod Robbins

“Mute, bianche e stupende” è un racconto da gustare lentamente, non ci sono colpi di scena, o comunque non eclatanti, ma la storia prosegue con orrore pagina dopo pagina e gli occhi non si staccano fino all’ultima parola.

Il protagonista è un giovane uomo in attesa di essere giustiziato, dal passato sfortunato che a un certo punto della sua esistenza finirà per diventare scultore. Il suo nuovo inizio e la sua fine. Il desiderio di raggiungere il successo, di consolidare la sua arte lo porterà a scelte difficoltose ma necessarie per i suoi progetti.

“L’arte era la sua amante. E presto divenne la mia.”

Come in un diario degli ultimi giorni il condannato a morte ripercorre i suoi giorni, con orgoglio e impavidità.

L’orrore di questo racconto è insito nel potere della mente umana, l’idea che ciò che accade René potrebbe accadere a chiunque di noi è probabilmente la minaccia più grande e spaventosa.

Un’altra chicca della Via del Vento Edizioni che ci porta in un genere letterario lontano nel tempo ma ancora molto attuale ed intrigante.

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