Mute, bianche e stupende, Tod Robbins |
“Un pomeriggio tornai allo studio e trovai il mio benefattore morto. Giaceva ai piedi di una statua alla quale stava lavorando – una statua che rappresentava la Giustizia. Il suo corpo sembrava essere rimasto in un atteggiamento di supplica. Un sottile nastro di sangue strisciava verso la porta come la miniatura di un fiume rosso. Si era tagliato la gola. All'inizio mi sembrò incredibile. Quando lo vidi così disteso, mi sentii come se avessi perso tutto quello che avevo al mondo.”
Ci sono piccole case
editrici che si occupano di grandi autori e pubblicano perle della letteratura
mondiale. Una di queste è l’italiana, o meglio pistoiese, Via del Vento
Edizioni, fondata nel 1991 da Fabrizio Zollo con l’intento di pubblicare testi
inediti e rari di grandi letterati italiani e stranieri del Novecento. Da
allora sono innumerevoli i testi pubblicati e le collane sono oggi ben quattro
(due delle quali cessate di recente).
“Mute, bianche e stupende”
(novembre 2016, collana «iquadernidiviadelvento», testi inediti e rari del
Novecento, cura e traduzione di Francesco Cappellini), libretto di pregiata
fattura, edito in sole duemila copie singolarmente numerate, è un racconto macabro
dell’autore newyorkese Tod Robbins (1888-1949), inedito in italiano.
Robbins fu uno dei
protagonisti del fenomeno dei pulp magazine e raggiunse la fama internazionale
grazie alla trasposizione cinematografica del racconto “Spurs”. Il film
“Freaks” fece scandalo, per la prima volta mostrava creature bizzarre che il
pubblico credeva appartenessero solamente alla fantasia, creando turbamento e
confusione.
Tod Robbins |
“Mute, bianche e stupende” è un racconto da
gustare lentamente, non ci sono colpi di scena, o comunque non eclatanti, ma la
storia prosegue con orrore pagina dopo pagina e gli occhi non si staccano fino
all’ultima parola.
Il protagonista è un
giovane uomo in attesa di essere giustiziato, dal passato sfortunato che a un
certo punto della sua esistenza finirà per diventare scultore. Il suo nuovo
inizio e la sua fine. Il desiderio di raggiungere il successo, di consolidare
la sua arte lo porterà a scelte difficoltose ma necessarie per i suoi progetti.
“L’arte era la sua
amante. E presto divenne la mia.”
Come in un diario degli
ultimi giorni il condannato a morte ripercorre i suoi giorni, con orgoglio e
impavidità.
L’orrore di questo
racconto è insito nel potere della mente umana, l’idea che ciò che accade René
potrebbe accadere a chiunque di noi è probabilmente la minaccia più grande e
spaventosa.
Un’altra chicca della Via
del Vento Edizioni che ci porta in un genere letterario lontano nel tempo ma
ancora molto attuale ed intrigante.
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