“Il sacro poeta deve essere casto, i versi non è necessario che lo siano.” Gaio Valerio Catullo
Il mese di novembre sta per salutarci per lasciare spazio all’ultimo mese dell’anno. L’estate è ormai un lontano ricordo, così come lo sono i colori autunnali che hanno lasciato il posto al grigiore che preannuncia il prossimo inverno.
‘È questa
vita?’ si chiede Cristina Biolcati nella sua lirica “Le bianche falene”. Lo è
quando il cielo sembra abbattersi su di noi con quella che appare una cappa di
negatività e tristezza?
O forse è
solamente un momento di introspezione che sfocerà presto in un nuovo inizio?
Non a caso le
falene bianche, bianche come colombe, citate nel titolo, sono ritenute
messaggere di buone notizie.
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Cristina Biolcati |
Cristina Biolcati, scrittrice e poetessa
ferrarese e padovana d’adozione, da anni ormai ci fa sognare e riflettere con i
suoi racconti e con le sue liriche (per e con entrambi si è aggiudicata
numerosi premi letterari); di recente abbiamo potuto leggere il suo primo
romanzo thriller “Le congetture di Bonelli” (Delos Digital), ad inizio estate
l’abbiamo ritrovata nel racconto breve “Al riparo dai sogni” (Officina Milena,
per la nuova collana Milena in love), ne “Il castigo dell’acqua” (il cui
ricavato va a sostenere “Sorriso in viaggio”, associazione che supporta i
bambini malati e le famiglie che devono affrontare spese di viaggio e
assisterli nei continui spostamenti per le visite specialistiche), nel nuovo
romanzo breve “Il suono delle sue ferite” (Delos Digital Passport) e nel
thriller "Una mano negli abissi" (Delos Digital Crime).
È dunque vita?
Questa quasi vita?
All’imbrunire
soffocheranno le idee
come quei fiori
straziati, troppo docili al vento.
Ma poi l’alba
spargerà un desiderio di rivalsa,
lo soffierà sulla
città accesa, come un canto corsaro.
Affinché anche
l’ultimo dei prodi possa godere
di notti in festa,
sotto un cielo divenuto puro.
Di mari in
tempesta e bianche falene agitarsi sul muro.
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