domenica 27 novembre 2022

“Le bianche falene”: la poesia di Cristina Biolcati


“Il sacro poeta deve essere casto, i versi non è necessario che lo siano.” Gaio Valerio Catullo

Il mese di novembre sta per salutarci per lasciare spazio all’ultimo mese dell’anno. L’estate è ormai un lontano ricordo, così come lo sono i colori autunnali che hanno lasciato il posto al grigiore che preannuncia il prossimo inverno.

‘È questa vita?’ si chiede Cristina Biolcati nella sua lirica “Le bianche falene”. Lo è quando il cielo sembra abbattersi su di noi con quella che appare una cappa di negatività e tristezza?

O forse è solamente un momento di introspezione che sfocerà presto in un nuovo inizio?

Non a caso le falene bianche, bianche come colombe, citate nel titolo, sono ritenute messaggere di buone notizie.

Cristina Biolcati
Ma come per ogni scritto anche in questo caso ciascuno può avere la propria interpretazione, vi lasciò perciò alla lettura di questa poesia che tanto trasmette e tanto racconta seppur in poche, ma sentite, parole. 

Cristina Biolcati, scrittrice e poetessa ferrarese e padovana d’adozione, da anni ormai ci fa sognare e riflettere con i suoi racconti e con le sue liriche (per e con entrambi si è aggiudicata numerosi premi letterari); di recente abbiamo potuto leggere il suo primo romanzo thriller “Le congetture di Bonelli” (Delos Digital), ad inizio estate l’abbiamo ritrovata nel racconto breve “Al riparo dai sogni” (Officina Milena, per la nuova collana Milena in love), ne “Il castigo dell’acqua” (il cui ricavato va a sostenere “Sorriso in viaggio”, associazione che supporta i bambini malati e le famiglie che devono affrontare spese di viaggio e assisterli nei continui spostamenti per le visite specialistiche), nel nuovo romanzo breve “Il suono delle sue ferite” (Delos Digital Passport) e nel thriller "Una mano negli abissi" (Delos Digital Crime). 

 

È dunque vita? Questa quasi vita?

All’imbrunire soffocheranno le idee

come quei fiori straziati, troppo docili al vento.

Ma poi l’alba spargerà un desiderio di rivalsa,

lo soffierà sulla città accesa, come un canto corsaro.

Affinché anche l’ultimo dei prodi possa godere

di notti in festa, sotto un cielo divenuto puro.

Di mari in tempesta e bianche falene agitarsi sul muro.



Nessun commento:

Posta un commento