lunedì 28 novembre 2022

“Vorrei entrare nel sole” di Bill Niada: l’amore per la vita e il desiderio di mettersi a disposizione degli altri

Vorrei entrare nel sole, Bill Niada

“Ripensa alla volta che è svenuta in bagno. In quel momento ha creduto di morire e si è detta: Non ce la faccio più! È allora che ha chiesto aiuto ai suoi genitori, che hanno appreso la sua sofferenza come uno shock. Non avevano capito che quell’essere sempre più magra fosse una cosa fuori controllo, un tarlo che la corrodeva da dentro. E in quel momento anche loro hanno iniziato a brancolare, ad affogare in incertezze, richieste di spiegazioni, terrore e smarrimento.”

Alice lotta da anni contro l’anoressia e l’arrivo del Covid e relativo lockdown non ha certo semplificato le cose. Luca invece ha appena saputo che il vecchio tumore si è ripresentato e non è certo un bel momento per lui.

I due, entrambi ventenni, si conoscono grazie al Bullone, un mensile dedicato a temi di interesse sociale per il quale scrivono giovani e volontari della fondazione B.LIVE (ma non solo). Alice inizialmente è timida e fatica a farsi vedere via webcam mentre Luca è più intraprendente e si sente a casa in questa realtà.

Con il tempo anche Alice si appassiona e comincia a scrivere articoli e parallelamente impara a riconoscere i propri sentimenti e a pensare meno e in modo differente al cibo.

Lei ha bisogno di rinascere, lui di crescere e non perdere la speranza, quale momento migliore per stare vicini, conoscersi e, perché no, perfino amarsi.

“I fiori bianchi e delicati che vivono in questo luogo sono di una bellezza struggente. Fiori fatti d’amore con petali candidi sottili, appesi a un filo che si può spezzare da un momento all’altro, ma che resiste tenace e imperterrito, per dimostrare quanta forza ci sia in coloro che lottano per una causa d’amore.”

Vi potrebbe sembrare la ‘classica’ storia d’amore tra due persone malate, una di quelle strappalacrime il cui finale non è complicato da indovinare ma stavolta non è così.

Sì, la malattia è protagonista ma lo è in maniera ‘costruttiva’ perché da certe esperienze c’è tanto da osservare e comprendere; e i protagonisti non sono ragazzi speciali ma ragazzi come tanti altri, perché la malattia purtroppo non è riservata a pochi e non è certo per fortunati.

Dovete leggerlo per capire meglio e di certo c’è che si tratta di una storia bellissima e anche se le cose non sempre andranno come vorremmo comunque tutto alla fine avrà un senso, nel bene e nel male.

Bill Niada
Realtà e finzione si intersecano ma il punto fisso è l’amore che le persone provano per le altre, sia che si tratti di genitori, di fratelli o amici.

Amore e dolore sono interconnessi e sono sentimenti che accomunano talvolta intere comunità.

Tutto questo non è altro che vita, quella di tutti i giorni, quella che riguarda chiunque di noi. E a riguardarci tutte e tutti è stato il Covid che dovrebbe averci insegnato che i modi per comunicare sono davvero tanti e ci permettono di collegarci ad ogni parte del mondo sia che ci troviamo nelle nostre case o nel letto di un ospedale: ogni barriera può essere abbattuta.

“Vorrei entrare nel sole” (Sonzogno, ottobre 2022) è il primo romanzo di Bill Niada, imprenditore milanese che ha dato vita a progetti e onlus di rilievo nazionale, tra cui Magica Cleme – creata in ricordo della figlia Clementina – e la fondazione B.LIVE, realtà che realizza iniziative e attività per i ragazzi malati e le loro famiglie. Nel 2015 ha dato vita anche al Bullone, mensile dedicato a temi di interesse sociale per il quale scrivono giovani e volontari della fondazione (ma non solo). Ha portato la sua testimonianza in scuole, aziende, congressi, TED Talks, giornali e trasmissioni televisive.

Un libro che non si dimentica facilmente perché i fiori bianchi sono ovunque, lottano con forza e non dobbiamo mai scordare di prendercene cura.  

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