mercoledì 9 novembre 2022

“La definizione della felicità” di Catherine Cusset: la difficoltà e il fascino di essere donne e l’attrattiva della condivisione

La definizione di felicità, Catherine Cusset

“I libri, le ceramiche giapponesi – quelle che si erano salvate dalla furia di Boris -, le marionette indonesiane, il batik che ricopriva il divano, tutto sarebbe scomparso. Compresi la sua faccia, il ricordo del suo sorriso, dei suoi occhi neri e vivaci. E la sua voce. Mi vedevo davanti l’immagine di un torrente che travolge, che spazza via tutto. Anche la memoria è friabile, come gli argini di un fiume, e si sparpaglia come polvere.”

Francia, anni Sessanta. Due donne trascorrono le loro esistenze in modi differenti e senza avere la minima idea dell’esistenza l’una dell’altra.

Clarisse ha subito un evento traumatico a sedici anni e anziché affrontarlo o superarlo ha tentato di dimenticarlo. Con gli anni si è ritrovata in una vita caotica tra tentativi di amori contrastanti e passionali e giornate vissute come arrivavano, senza troppe pretese.

Ève ha sempre avuto una famiglia stabile e dopo gli studi classici ha incontrato quello che sarebbe diventato il marito con il quale è espatriata conducendo un’esistenza borghese e diventando cuoca a domicilio. Le sue decisioni sono sempre state ponderate, forse fin troppo.

Poi un giorno le vite delle due donne, così diverse tra loro, si incrociano ed intrecciano grazie ad un legame che avevano sempre ignorato. E qualcosa cambia per entrambe che rivivono il passato e rielaborano il presente tenendo conto l’una delle esperienze dell’altra e diventando così indispensabili.

“La definizione della felicità” (Astoria Edizioni, settembre 2022, traduzione di Margherita Belardetti) è l’ultimo romanzo della scrittrice francese (che per anni ha vissuto a New York dove ha insegnato Letteratura francese del Seicento) Catherine Cusset.

“A Clarisse piaceva improvvisare e lasciarsi sorprendere. Spariva in un vicolo o in un bazar, da cui emergeva due ore più tardi con un magnifico oggetto appena acquistato, mentre lui smaniava, preoccupato e snervato. Per farsi perdonare lo coccolava. Più lui voleva spicciarsi, più lei tergiversava. Non erano per niente affiatati. Ma arrivava la sera. Un indiano tirava fuori una chitarra, Hendrik cantava. Neil Young o i Beatles. Clarisse sentiva sciogliersi ogni riserva.”

Una doppia storia al femminile, due percorsi di vita, con una forte componente spirituale, che le vede viaggiare per il mondo, seppure in maniere differenti.

Catherine Cusset
Una istintiva e priva delle paure che travolgono quotidianamente la maggior parte delle persone; l’altra sempre molto coscienziosa e con progetti futuri dalle basi solide.

“La paura era ciò che i suoi genitori alimentavano in lei, così che sarebbe restata per sempre vergine e timorata. Non le sarebbe successo niente, se non avesse avuto paura.”

Un romanzo che si fa divorare e che fa riflettere in continuazione, sulle storie delle protagoniste, sulle nostre vite, su quanto può capitare ad una donna dall’infanzia alla maturità passando per l’adolescenza.

"La definizione della felicità" è intenso, emozionante, bello da tenere in mano e toccare e sfogliare; ci conduce oltre le apparenze e, tra una difficoltà e l’altra fa anche sognare e ci ricorda quanto essere donne possa essere complicato e meraviglioso al tempo stesso.

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