martedì 6 luglio 2021

“Borgo Sud” di Donatella Di Pietrantonio: candidato al Premio Strega il toccante continuo de “L’Arminuta”

Borgo Sud, Donatella Di Pietrantonio

“Adriana si credeva un angelo con la spada, ma era un angelo sbadato e feriva anche per sbaglio. Se non fosse arrivata, chissà, tutto il resto non sarebbe accaduto.”

È notte fonda quando qualcuno bussa con forza alla porta. Adriana, che la sorella non vedeva da tempo, ha un fagotto in braccio e il bisogno di un riparo sicuro. Sembra stia scappando da qualcuno, ma da chi? 

E davvero è in pericolo o si è inventata qualche storia per l’occasione? Adriana ha sempre portato scompiglio e per quanto le voglia bene la sorella sa che quando c’è lei di mezzo le cose cambiano ed è necessario guardare in faccia la realtà come mai prima. 

Non a caso emergono subito i problemi: Piero, in passato sempre premuroso e gentile, è ormai assente e distaccato ma affrontare ed accettare la situazione non è né semplice né immediato.

Poi un giorno arriva una chiamata che riporta le due sorelle a Borgo Sud, la zona marinara di Pescara che le ha viste nascere e in parte crescere.

Il passato ritorna più vivo che mai ed è forse arrivato il momento di risolvere le vecchie questioni per troppo tempo lasciate nel dimenticatoio.

“Borgo Sud” (Einaudi, novembre 2020) è il proseguo dell’amatissimo “L’Arminuta” (vincitore del Premio Campiello nel 2017) candidato al Premio Strega 2021. 

Donatella Di Pietrantonio è una maestra nel penetrare tra i sentimenti delle persone, lo fece con “L’Arminuta” e l’ha rifatto ora portandoci nuovamente nel mondo delle due sorelle.

“Con mia sorella ho spartito un’eredità di parole non dette, gesti omessi, cure negate. E rare, improvvise attenzioni. Siamo state figlie di nessuna madre. Siamo ancora, come sempre, due scappate di casa.”

Passato e presente si avvicendano rendendo le cose non certo semplici. Le questioni sentimentali non sono mai state il forte per le due donne ma alle menzogne non ci si abitua mai e ricadere in un buco nero è un attimo.

Donatella Di Pietrantonio
L’infanzia turbolenta è sempre rimasta in secondo piano per riaffiorare nei momenti peggiorie così accade nuovamente facendo riapparire anche quella madre caratterizzata dall’anaffettiva e dalla lontananza prodotte da una vita altrettanto sgangherata.

Nonostante possa essere letto anche autonomamente, senza dubbio “Borgo Sud” si gode maggiormente se si conoscono le vicende dell’Arminuta e della sua famiglia allargata.

È stato bello ritrovare le sorelle adulte, una di loro ora madre, e scoprire quali strade hanno intrapreso.

Ancora una volta ci si commuove e si soffre con loro, si attraversano momenti difficili, le insicurezze, si ritrova l’Abruzzo con il suo mare e la sua schiettezza e si riallaccia quel legame che si era creato inizialmente con il primo romanzo.

“Li stavo perdendo tutti: Piero, mia madre, Adriana. C’era qualcosa in me che chiamava gli abbandoni.”

L’Arminuta non si dimentica, la si ama e anche questa volta, superata l’ultima pagina si continua a stare con lei e Adriana e a chiedersi cosa stiano facendo ora senza di noi.

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