Borgo Sud, Donatella Di Pietrantonio
“Adriana si credeva un angelo con la spada, ma era un angelo sbadato e feriva anche per sbaglio. Se non fosse arrivata, chissà, tutto il resto non sarebbe accaduto.”
È notte fonda quando qualcuno bussa con forza alla porta. Adriana, che la sorella non vedeva da tempo, ha un fagotto in braccio e il bisogno di un riparo sicuro. Sembra stia scappando da qualcuno, ma da chi?
E davvero è in pericolo o si è inventata qualche storia per l’occasione? Adriana ha sempre portato scompiglio e per quanto le voglia bene la sorella sa che quando c’è lei di mezzo le cose cambiano ed è necessario guardare in faccia la realtà come mai prima.
Non a caso emergono subito i problemi:
Piero, in passato sempre premuroso e gentile, è ormai assente e distaccato ma
affrontare ed accettare la situazione non è né semplice né immediato.
Poi un giorno arriva una
chiamata che riporta le due sorelle a Borgo Sud, la zona marinara di Pescara che
le ha viste nascere e in parte crescere.
Il passato ritorna più
vivo che mai ed è forse arrivato il momento di risolvere le vecchie questioni
per troppo tempo lasciate nel dimenticatoio.
“Borgo Sud” (Einaudi, novembre 2020) è il proseguo dell’amatissimo “L’Arminuta” (vincitore del Premio Campiello nel 2017) candidato al Premio Strega 2021.
Donatella Di Pietrantonio
è una maestra nel penetrare tra i sentimenti delle persone, lo fece con “L’Arminuta”
e l’ha rifatto ora portandoci nuovamente nel mondo delle due sorelle.
“Con mia sorella ho
spartito un’eredità di parole non dette, gesti omessi, cure negate. E rare,
improvvise attenzioni. Siamo state figlie di nessuna madre. Siamo ancora, come
sempre, due scappate di casa.”
Passato e presente si avvicendano
rendendo le cose non certo semplici. Le questioni sentimentali non sono mai
state il forte per le due donne ma alle menzogne non ci si abitua mai e
ricadere in un buco nero è un attimo.
L’infanzia turbolenta è
sempre rimasta in secondo piano per riaffiorare nei momenti peggiorie così
accade nuovamente facendo riapparire anche quella madre caratterizzata dall’anaffettiva
e dalla lontananza prodotte da una vita altrettanto sgangherata.Donatella Di Pietrantonio
Nonostante possa essere
letto anche autonomamente, senza dubbio “Borgo Sud” si gode maggiormente se si
conoscono le vicende dell’Arminuta e della sua famiglia allargata.
È stato bello ritrovare
le sorelle adulte, una di loro ora madre, e scoprire quali strade hanno
intrapreso.
Ancora una volta ci si commuove
e si soffre con loro, si attraversano momenti difficili, le insicurezze, si
ritrova l’Abruzzo con il suo mare e la sua schiettezza e si riallaccia quel
legame che si era creato inizialmente con il primo romanzo.
“Li stavo perdendo tutti:
Piero, mia madre, Adriana. C’era qualcosa in me che chiamava gli abbandoni.”
L’Arminuta non si
dimentica, la si ama e anche questa volta, superata l’ultima pagina si continua
a stare con lei e Adriana e a chiedersi cosa stiano facendo ora senza di noi.
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