© Rebecca Mais |
“Credo che nessun libraio degno di questo nome abbia mai guardato l’orologio mentre sta aprendo le scatole della novità appena arrivate in magazzino o se è intento ad allestire un tavolo: il vero libraio lavora con passione e credo sia proprio la gioia di fare un mestiere che lo entusiasma a permettere di passare sopra a uno stipendio non esattamente da capogiro, ai turni faticosi, al costante contatto col pubblico che può essere logorante. Le giornate di lavoro in libreria sono lunghe, è vero, ma il fatto stesso di stare in mezzo ai libri, di sentirsi parte attiva della filiera attraverso cui il libro arriva alle mani del lettore, la consapevolezza del proprio ruolo di operatore culturale rappresentano una gratificazione.” (Romano Montroni, “Memorie di un libraio”)
Era il 19 maggio 2001
quando la Libreria Paese d’ombre venne inaugurata a Villacidro, una cittadina
del Medio Campidano, nel sud ovest della Sardegna.
Il giovane GianpieroCarta, laureato pochi anni prima in Scienze Politiche, apriva questa nuova
attività con entusiasmo e coraggio e sono questi che gli hanno permesso di
festeggiare i primi venti anni della sua splendida libreria, un must per
gli amanti dei libri di Villacidro e dei paesi dei dintorni.
Situata nel centro
storico, a pochi passi dalla chiesa patronale di Santa Barbara, la Libreria
Paese d’ombre vuol omaggiare Giuseppe Dessì, lo scrittore che a Villacidro
trascorse la sua infanzia e l’adolescenza, che con l’omonimo romanzo “Paese
d’ombre” vinse il Premio Strega nel 1972.
Non è quindi un caso che
all’interno della libreria vi sia una parte consistente dedicata alla letteratura
sarda, comprendendo sia autori/autrici del passato che attuali. Non mancano i
best sellers, i grandi classici mondiali, la manualistica, i libri di varia ed
una stanza (la libreria è divisa in due da uno stretto corridoio) interamente
dedicata ai libri per bambini con alle pareti splendidi disegni a tema.
La sorella Elisabetta, la
cugina Paola, entrambe evidentemente appassionate di libri, sono tra coloro che
più spesso gli amici – clienti della libreria hanno potuto incontrare oltre a
Gianpiero.
La Libreria Paese d’ombre
è un bel posticino nel quale trascorrere del tempo per acquistare qualche bel
libro e fare una piacevole chiacchierata con il libraio o la libraia di turno.
Lascio ora la parola a
Gianpiero che ancora, dopo venti anni, svolge il suo mestiere con passione e
sempre con un sorriso per chi varca la soglia della sua libreria.
© Paola Lilliu
Innanzitutto,
auguri per i venti anni della tua libreria e complimenti per questo importante
traguardo Gianpiero! Come stai vivendo questo anniversario e come pensi di
festeggiarlo?
Ti
ringrazio per i graditi auguri.
Festeggerò
come sempre, condividendo cultura, amicizia, sorrisi, speranza e ottimismo con
i miei amici clienti.
Questo
momento lo sto vivendo in modo inaspettato, nel senso che non avrei mai pensato
di arrivare a venti anni di attività da librario; ma i libri ti appassionano,
ti seducono e se riesci a creare un rapporto di amicizia e fiducia con i
clienti... ecco venti anni in un secondo.
Nel
corso degli anni, e prima che tu aprissi, diverse librerie hanno tentato
l’impresa ma hanno tutte, chi prima, chi dopo, chiuso. Cosa ha permesso a te di
resistere e consolidare l’attività?
Penso
nell'aver puntato fin dall'inizio attività nella completa indipendenza; in
questo modo ho avuto la possibilità di poter plasmare la libreria seguendo le
esigenze e gli umori dei clienti nel corso degli anni e dopo tanti errori. Poi
è stata strutturata in modo non molto ampio, ma a dimensione locale. Non
esistono piccole librerie, ma piccoli lettori.
Un
noto giornale provinciale scrisse che il tuo era (in riferimento all’apertura
della libreria), tra le altre cose, un test di maturità per Villacidro. Quindi
ti chiedo: dopo venti anni ritieni che Villacidro sia culturalmente cresciuta?
Credo
che Villacidro sia sempre stata una cittadina culturalmente ricca e dinamica;
ultimamente è presente una buona vivacità letteraria, soprattutto tra i giovani
e le donne. Il punto cruciale è che non riesce ad esprimere tutto questo
fervore culturale in modo armonico ed omogeneo. Quindi voglio rispondere alla
Tua domanda in modo positivo, pur nella sua caoticità e faziosità.
Quali differenze noti oggi rispetto a venti anni fa? Forse è cambiato il tipo di clientela? O sono differenti i generi di libri venduti?
Al
pari della clientela è cambiato anche il libraio... ci siamo trasformati nel
corso degli anni e nel corso dei vari avvenimenti storici e culturali. Oggi
noto una maggiore attenzione nella scelta del libro, una conoscenza maggiore
dei vari libri richiesti; sicuramente merito delle varie rubriche,
trasmissioni, blog e pagine di giornali che dedicano finalmente il meritato
spazio ai libri.
Per
quanto riguarda i generi dei libri venduti, ho notato una sensibile ascesa dei
libri per ragazzi, soprattutto album e il settore della saggistica.
“Come ho detto tante volte, i libri sono merci, ma non sono merci come tutte le altre, perché sono prodotti dello spirito, plasmano la nostra personalità, il nostro modo di stare al mondo: noi siamo anche i libri che leggiamo”. Queste sono le parole di Romano Montroni nell’introduzione di “Memorie di un libraio” di Orwell. Cosa rappresentano per te i libri? E dal momento che siamo anche i libri che leggiamo, tu quali libri leggi solitamente? Quali ti hanno formato?
I
libri, per me, rappresentano degli insegnanti di vita; degli amici che mi
trasmettono sicurezza e consapevolezza in ogni occasione, che ti danno il
consiglio giusto nei momenti più difficili, ma anche la battuta ad effetto nei
momenti ironici.
Non
ho un genere di libri preferito, mi piace spaziare e affrontare i vari generi,
come poesia o libri per ragazzi. Tra i romanzi che mi hanno formato partendo
dall'adolescenza posso citare “Il signore delle mosche” di William Golding, il
“Giovane Holden” di J.D. Salinger. In una età un po' più matura potrei inserire
“Sulla strada” di Jack Kerouac, “Martin Eden” di Jack London”, “Il buio oltre
la siepe” di Harper Lee. Come ultimi inserirei “Fiabe italiane” di Calvino,
“Passavamo sulla terra leggeri” di Sergio Atzeni e “Stoner” di John Williams.
Cosa
della tua libreria ami in modo particolare e perché?
Ciò
che amo maggiormente è la sua collocazione, ossia presso il centro storico
della cittadina. Luogo purtroppo sempre più abbandonato a discapito della sua
bellezza.
Cosa ami del tuo mestiere di libraio indipendente?
Semplicemente
l'indipendenza, la libertà di scelta in tutti i campi senza condizionamenti. Ho
fatto questa scelta fin dal principio nel rispetto del mio spirito libero da
compromessi.
La pandemia non ha reso la vita facile a nessuno ma fortunatamente, ormai da mesi, si è deciso di non imporre la chiusura alle librerie. Come hai vissuto l’ultimo anno e come va ora che l’estate è vicina?
Dopo
il grande spavento e disorientamento iniziale, ora riusciamo a convivere con il
nostro sgradito ospite. La pandemia perlomeno ha avuto il merito di
avvicinare/riavvicinare parecchie persone alla lettura; forse per evadere dalla
drammatica realtà, per poter viaggiare tramite la lettura, per aggrapparsi a
delle certezze o per evadere dalla monotonia e piattezza dei media.
Le nuove tecnologie e i social network hanno contribuito a ridurre le distanze, in ogni aspetto della vita. È stato così anche per te e la tua libreria?
Qualsiasi
innovazione tecnologica, se usata bene e per scopi positivi, conferisce dei
vantaggi. Nel mio caso, ha permesso maggiore visibilità e contato diretto con i
potenziali clienti. Tutto ciò mi è possibile tramite l'utilizzo di vari
social-media. Curiamo una pagina Facebook quotidianamente, che ha un discreto
successo; soprattutto apprezzate le foto della mia collega Paola.
Nel corso degli anni non ti sei limitato a vendere libri nella tua libreria ma hai partecipato a diversi eventi. Ce n’è uno, o più di uno, che ti ha dato particolare soddisfazione o che ricordi in modo particolare?
© Paola Lilliu |
L'evento
più gradevole e a cui partecipo ogni anno con molta soddisfazione e #ioleggoperché,
che consiste in una raccolta e donazione di libri alle varie biblioteche
scolastiche del territorio. Ricordo in modo particolare una manifestazione
legata all'evento #ioleggoperché, dove i ragazzi dell'istituto Alessandro Volta
di Guspini/Arbus/Villacidro, per incrementare la donazione di libri,
organizzarono un buffet con torte e vari dolci a forma di libro. La
soddisfazione personale principale è la finalità di questa manifestazione:
rimpinguare le scarne biblioteche scolastiche.
In venti anni di esperienza come libraio indipendente hai visto passare tante persone: sono stati di più quelli che Orwell definisce ‘snob da prima pagina’ o gli appassionati di letteratura?
Fortunatamente
posso affermare “appassionati di letteratura”. Anche perché in una piccola
libreria indipendente giungono lettori “maturi”, che sanno già ciò che cercano.
Spesso chiedono consigli, ma hanno sempre un'idea ben precisa e definita.
Il cliente più bizzarro che abbia varcato la soglia della tua libreria?
Come
cliente bizzarro posso citare un ragazzo che durante le giornate uggiose,
piovose, ma specialmente quando vi sono anche tuoni e fulmini si presenta
puntualmente in libreria. Un giorno incuriosito gli chiesi il motivo di questa
“tempistica metereologica” in libreria, lui rispose: “perché i libri mi danno
sicurezza, riescono a rilassarmi e presso questa libreria mi sento a casa ed al
sicuro. So che in mezzo ai libri sono protetto, non mi succederà niente e mi
passa la paura”.
Cosa ti auguri per i prossimi venti anni della tua libreria?
Altri venti anni e più di
passione, amicizia e condivisione.
Pagina Facebook Libreria qui
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