La donna gelata, Annie Ernaux |
“Percorso ammirevole, quello di una libertà senza scarti o deviazioni, ma io non ne sono mai stata capace. Mi attendono anni di tira e molla con me stessa, di compromessi. È pieno di ragazze che stanno sole per mesi, le si vedono andare in giro tutte le sere, quasi sdegnose, per poi un bel giorno essere beccate in un anfratto buio con un tale, urletti di sorpresa e di riprovazione, da loro non ce lo saremmo mai aspettare, e poi rivederle di nuovo sole. Lascia perdere, quelle è stramba. Sono una stramba anche io.”
Dopo “L’evento” la casa
editrice L’orma editore è tornata con “La donna gelata” (febbraio 2021, traduzione
di Lorenzo Flabbi), non l’ultimo romanzo (risale infatti al 1981 la
pubblicazione da parte delle Éditions Gallimard) ma l’ultima traduzione in
italiano della francese Annie Ernaux.
La scrittrice, classe 1940, all’epoca aveva quarantuno anni e quella che racconta è la sua storia di ragazza adolescente verso l’età adulta.
Sono gli anni Cinquanta,
siamo nella provincia francese, le donne conducono le loro esistenze seguendo i
dettami di un’epoca che le vedeva brave mogli e casalinghe, costrette dai
dettami di una società tradizionalista che si preparava alla liberazione degli
anni Settanta.
Lei trascorreva le giornate tra la scuola e l’attività commerciale dei genitori. Una madre amante dei libri che non amava dedicare il proprio tempo a spolverare o ad attività casalinghe non indispensabili. Un padre che non si faceva problemi a lavare i piatti, sbucciare le verdure o cucinare. Nonostante ciò, entrambi i genitori cominciarono ad un certo punto a chiedersi quando la figlia avrebbe deciso di sposarsi e costruire una famiglia.
Al tempo stesso a scuola le voci erano
diverse: le più ammiravano le madri che tiravano a lucido la casa
quotidianamente e speravano di trasformarsi il prima possibile nelle loro
sosia; altre, una minoranza, guardavano oltre, o almeno così era all’apparenza.
Troppi tabù, troppe incoerenze, troppa voluttà in alcuni casi, per comprendere
come comportarsi, chi ascoltare, cosa e a chi credere. Educazione sociale,
sentimentale e sessuale vanno di pari passo, la donna che non poteva esprimersi
liberamente, l’universo maschile che dettava le regole, l’inesistenza della
collaborazione tra marito e moglie.Annie Ernaux
Sono trascorsi diversi
anni ma le parole di Annie Ernaux sono ancora una volta attualissime. Di strada
se ne è fatta tanto, in quanto a diritti delle donne, ma tanto c’è da fare e
troppo ci ricorda ancora un passato che fatica a trasformarsi una volta per
tutte annullando la distanza tra uomo e donne, tra ruoli maschili e femminili.
“Quanto a me, non avrei
mai voluto avere una madre il cui volto non si fosse illuminato di piacere
davanti a libri e riviste, che non si fosse concessa quei momenti di follia
settimanale, lontana dai barattoli di marmellata e dai clienti a credito, da
tutto quel cibo in scatola, freddo, no, non la volevo una madre convinta che
leggere fosse una perdita di tempo.”
Tra i titoli più attesi
di questo nuovo anno, “La donna gelata” è un flusso di coscienza, uno sgorgare
di parole che dovevano essere tirate fuori come uno sfogo necessario, una
liberazione che venisse resa nota per aiutare a comprendere meglio la società
nella quale viviamo oggi.
Passione e desiderio, in
tutte le loro forme, non mancano mai e rendono così unica questa scrittrice
unica nel panorama letterario contemporaneo.
Per quanto ancora dovrà
essere complicato per una donna farsi avanti, esprimere le proprie ambizioni
senza essere sottoposta ad un giudizio maschile, vivere una vita di coppia che
vada oltre i luoghi comuni, distaccarsi dall’immagina sempiterna dell’angelo
del focolare dedito allo stiraggio e alla lettura di riviste femminili?
Annie Ernaux ha
reinventato i modi e le possibilità dell’autobiografia, è una donna che ha
vissuto tanto, e sempre ardentemente, ed è proprio questo il motivo per il
quale è necessario che venga letta, perché possa essere un esempio o se non
altro un riferimento importante per chi come lei si è sentita disorientata, e
lo si sente ancora, in una realtà non ancora abbastanza pronta a cancellare un
mondo che del maschilismo ha fatto la sua forza.
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