L'evento, Annie Ernaux |
“Può darsi che un racconto come questo provochi irritazione, o repulsione, che sia tacciato di cattivo gusto. Aver vissuto una cosa, qualsiasi cosa, conferisce il diritto inalienabile di scriverla. Non ci sono verità inferiori. E se non andassi fino in fondo nel riferire questa esperienza contribuirei a oscurare la realtà delle donne, schierandomi dalla parte della dominazione maschile del mondo.”
Avete mai letto niente di
Annie Ernaux? Parlo della scrittrice francese, ancora vivente, autrice, tra gli
altri, de “Gli anni” con il quale ha vinto numerosi premi letterari (Marguerite
Duras, François Mauriac, del Prix de la langue française, Premio Strega europeo
2016).
La sua è una scrittura
davvero particolare, o meglio particolare è ciò che scrive, con quella
mescolanza di autobiografia e fatti storici che la rendono unica nel suo
genere. La sua passione per la sociologia incontra in maniera così naturale le
esperienze personali e riportare queste ultime su carta diventa quasi un
obbligo, una necessità o, in ogni caso, questo è ciò che il lettore percepisce.
“L’evento” (L’orma
Editore, novembre 2019, traduzione di Lorenzo Flabbi) racconta di un aborto, il suo.
Era la fine del 1963, in
quella Francia nella quale abortire era ancora illegale e anche solo nominare
quella parola era considerato reato. Lei ha poco più di 23 anni, il padre del
bambino è interessato a ben altro, per quanto finga per un po’ di essere
presente.
Cosa le rimane se non
affidarsi a qualcuno che pratichi aborti clandestini? Anche questo non è così
semplice e il percorso sarà lungo, impegnativo e doloroso.
Quella che ci offre Annie
Ernaux è una cronaca quasi tangibile di ciò che accadde alla ragazza, la strada
permeata di momenti di solitudine, di vicinanza da parte di una compagna di
studi, di ricerca di un coraggio che non poteva mancare.
Ci ritroviamo immersi in
una situazione quasi assurda, ma più reale di quanto potremmo mai
immaginare, in
compagnia di una ragazza che deve sbrigarsela da sola e che dimostra una
caparbietà non usuale.
Non solo deve combattere
per un diritto che in quegli anni non era ancora tale ma deve farlo anche
contro un mondo maschilista rafforzato dalla differenza di classi sociali, se
così possono essere definite.
Paradossale il momento
nel quale il medico si rende conto che quella ragazza è una studentessa
universitaria, come lo era stato lui fino a pochi anni prima, e che merita
quindi un trattamento privilegiato rispetto alle altre povere ignoranti
ricoverate nella stessa struttura.
“E, come al solito, era
impossibile determinare se l’aborto era proibito perché era un male o se era un
male perché era proibito. Si giudicava in base alla legge, non si giudicava la
legge.”
“L’evento” è la voce
cristallina di una donna consapevole e risoluta che parla a uomini e donne per
raccontare loro dei fatti storici ancora realtà in diversi Paesi del mondo.
È un lungo percorso che
dal buio iniziale sfocia verso la luce, un ritorno alla vita che non pretende
di essere giudicato ma che ha come intento quello di far riflettere e di andare
oltre il mondo maschilista e bigotto che ancora oggi ci circonda.
Agghiaccianti i fatti e
il racconto di come l’aborto è stato praticato ma ancora più agghiacciante è la
consapevolezza che quella società degli anni Sessanta francese a volte non è
così lontana da quella che stiamo vivendo ora.
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