martedì 18 maggio 2021

“Le cronache dell’acero e del ciliegio. Libro 1 - La maschera del Nō” di Camille Monceaux: la formazione di un giovane giapponese tra cappa e spada

Le cronache dell'acero e del ciliegio, Camille Monceaux

“Quando risuonarono le prima note musicali, si fece buio in sala. Ipnotizzato dall’atmosfera di sacralità che era scesa sul palcoscenico, trattenni il fiato. Non vedevo ancora nulla. L’oscurità era completa, di uno spessore profumato e vellutato in cui le note musicali risuonavano come nella cassa di un tamburo. Mi sembrò di essere in preda a un’illusione.”

Copertina zigrinata con le splendide illustrazioni di Olivier Balez, dorso con il logo floreale dell’autrice stessa, tagli decorati con lo stesso celeste del titolo sempre opera della Monceaux, carta composta da fibre naturali, rinnovabili e riciclabili: questo è ciò che ammiriamo ad un primo sguardo dell’ultima pubblicazione de L’ippocampo, la casa editrice milanese specializzata in libri illustrati di alta qualità. Poi lo si comincia a sfogliare, si osserva la cartina disegnata da Camille Monceaux e si parte con un prologo che cattura immediatamente.

“Le cronache dell’acero e del ciliegio. Libro 1 - La maschera del Nō” (maggio 202, traduzione di Fabrizio Ascari) è il primo capitolo della tetralogia ambientata nel Giappone del XVII secolo scritta dalla francese Camille Monceaux classe 1991.

Ichirō è stato abbandonato quando era ancora in fasce con l’unica compagnia di un ciondolo a forma di foglia d’acero; viene così trovato e cresciuto da un misterioso samurai che gli insegna la rigorosa via della spada e dall’anziana Oba che gli insegna a leggere, scrivere, cucinare e a coltivare la sensibilità d’animo. Ichirō cresce in mezzo alla natura selvaggia incontaminata, al ritmo delle sue regole stagionali e lontano dalla civiltà. Un giorno però qualcuno giunge a turbare la loro serenità e tutto da quel momento cambia. 

Il ragazzo si trova solo a dover affrontare un mondo che ha conosciuto solamente dalle parole di chi lo ha cresciuto, raggiunge Edo, l’antica Tokyo, e comincia una nuova vita tutt’altro che semplice. È qui che scopre i quartieri malfamati governati da gruppi di orfani tiranneggianti, i samurai della capitale e il teatro kabuki per il quale riuscirà persino ad esibirsi con grande successo. Grazie a questo incontrerà un poeta dalle grandi ambizioni, il coetaneo Shin e la misteriosa Hiinahime che indossa una maschera del teatro Nō che non toglie mai.

"Sulla scena si può essere chi si vuole: una pazza, un fantasma, un ricco signore. Una donna o un uomo."

“Le cronache dell’acero e del ciliegio” è un bellissimo romanzo di formazione che porta il lettore ad immergersi nel Giappone del diciassettesimo secolo, tra le sue genti, le tradizioni, i santuari, l'inizio delle persecuzioni dei professanti altre religioni, le botteghe degli artigiani, tra i quartieri più poveri e quelli più abbienti.  

Camille Monceaux

“Dopo colazione, presi la direzione del santuario. Era da così tanto tempo che non ci andavo che provavo una leggera angoscia all’idea che il luogo fosse cambiato. Mentre risalivo il sentiero fangoso, un’ondata di nostalgia mi travolse. Pioveva leggermente e la foresta risuonava del picchiettio delle gocce sul denso fogliame. Era una melodia rasserenante, composta dal rimbalzare delle gocce da un ramo all’altro.”

Ciò che inizia come una fiaba si trasforma in un romanzo se possibile ancora più poetico e nel quale storia e arte la fanno da padrone. Con l’arrivo a Edo Ichirō abbandona l’infanzia per scoprire l’adolescenza e comprendere quanto la vita reale sia complicata e dolorosa.

Non dimentica le origini ma si ritrova proiettato in un futuro che deve costruirsi da solo e sempre più desidera scoprire chi siano i genitori e soprattutto chi è veramente lui.

“Le cronache dell’acero e del ciliegio” è un viaggio tra i viottoli della città imperiale, allora ben differente da come la si potrebbe immaginare, e tra il tradizionale teatro Nō e l’allora innovativo, e contestato, Kabuki.

Molto bella, inoltre, l'immagine chi si ha delle donne le quali, nonostante gli infausti destini, mantengono una spiccata dignità e tentano di non farsi sopraffare dalla società maschilista.

Ci sarebbe ancora tanto da dire ma vi lascio sole e soli tra le pagine di questo libro tutto da scoprire, con curiosità, sorpresa, passione, commozione, il cui unico difetto è quello di finire troppo in fretta, nonostante le oltre quattrocento pagine.

Il secondo capitolo, “La spada dei Sanada”, sarà pubblicato ad ottobre. Non ci resta che attendere con impazienza!

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