giovedì 1 giugno 2017

“Manifesto per una vita analogica” di Julius Hendricks: un manualetto alla riscoperta di ciò che era e che può ancora essere

Manifesto per una vita analogica, Julius Hendricks
“Mi chiedo solo perché la gente non legga più. Di recente ho letto in un articolo che l’internauta tedesco passa in media due ore e mezza al giorno su Facebook, Twitter, e simili. Se si considera che il lettore medio può registrare e comprendere qualcosa come duecento parole al minuto e che una pagina di romanzo ne conta circa 250, potrebbe benissimo leggere una cinquantina di pagine al giorno sottraendo non più di un’ora al tempo dedicato ai social network.”
Siamo ormai circondati dalle tecnologie e nonostante i numerosi vantaggi spesso ce ne lamentiamo. Ricordate per esempio quando non c’erano i telefonini e potevamo andare in giro indisturbati senza l’ansia che qualcuno potesse chiamarci o inviarci un messaggio da un momento all'altro? E quando non c’era Facebook e le persone si incontravano fisicamente o scrivendo una bella lettera?

“Ma ovviamente non è vero che passiamo due ore al giorno seduti davanti al computer a rispondere a richieste di amicizia e a condividere immagini e video divertenti. No, ci stiamo tutto il giorno, sempre con un occhio alla rete e senza mai badare veramente a quello che stiamo facendo.”

Tempi passati e dimenticati, dirà qualcuno, ma chi ci impedisce di fare, di tanto in tanto, un passo indietro e goderci la tranquillità che, per quanto ci paia lontana, esiste ancora?

“Manifesto per una vita analogica” (Corbaccio, 2017) mostra come si possa modificare il nostro stile di vita per dedicarci maggiormente alle cose importanti (o almeno tali per noi) mettendo da parte tutto ciò, o quasi, che fa parte del mondo multimediale.

Ciò significa dedicarsi ai libri senza distogliere lo sguardo ogni due secondi per vedere se qualcuno ci ha scritto su WhatsApp, osservare la natura, le persone e quant'altro di bello è stato creato per essere guardato.

“Perché allora oggi nessuno ha più tempo per leggersi un libro in tranquillità? Per la stessa ragione per la quale nessuno ha più tempo per pensare: perché mentre lo si fa non si riesce a fare nient’altro.”
Julius Hendricks

Ciò che sorprende è che Julius Hendricks (studente di Storia dell'Arte e Comparatistica all'Università di Bonn e dipendente in una libreria di Colonia), l’autore di questo che può essere definito un piccolo manuale di analogical lifestyle, è un vero e proprio nativo digitale, classe 1993, nato e cresciuto tra i tanti dispositivi tecnologici.

“Al mattino per prima cosa apri la finestra, non Windows.”

Ci si aspetterebbe un discorso differente mentre ecco che la tendenza si inverte e anziché portare avanti un discorso pro-tecnologie avviene il contrario, vi è una riscoperta di ciò che si usava e si faceva anni fa, un ritorno all'analogico che permetta di vivere meglio la propria vita, con minor stress e permettendo al tempo di scorrere in maniera meno frenetica.

“Non uscire mai di casa senza un tascabile. Quando senti il bisogno di dare un’occhiata al cellulare, leggine un paio di pagine.”

Dopo una parte introduttiva le pagine sono dedicate a brevi consigli per un ritorno rapido, ma il più possibile indolore, all'analogico. Suggerimenti per chi si sente assuefatto da telefonini, tablet e computer e per coloro i quali non ammetteranno mai di esserlo ma che sotto sotto cercano un modo per uscirne fuori almeno in parte.

Al centro di ogni riflessione l’importanza dei libri, delle librerie, la magia e le atmosfere che solamente questi ci possono regalare.

Ciò non significa perciò abbandonare le tecnologie ma provare a concentrarci meno su di esse, riscoprire ciò che forse avevamo dimenticato e leggere per vivere nuovi inimmaginabili mondi.  

“Metti il naso fuori dalla finestra per vedere che tempo fa invece di controllare sull’app meteo.” 

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