Absence, Chiara Panzuti |
“Qualcuno, nel mondo, aveva deciso di farmi questo. E non potevano esserci motivazioni di odio o ripicca, perché non avevo nemici. Ero sola, destinata a un cambiamento continuo, e neppure gli amici facevano in tempo a farsi un’opinione su di me. È così dannatamente semplice sentirsi invisibili.”
Avete mai provato la
sensazione di essere ignorati da qualcuno? Quando parlate e nessuno sembra
ascoltarvi? O quando vi trovate in mezzo a tante persone ma è come se foste soli? E avete mai avuto paura di essere dimenticati dalle persone alle quali
tenete?
Se la risposta è positiva non vi sarà difficile calarvi nelle vite dei quattro protagonisti di “Absence: Il gioco dei quattro” (Fazi Editore, collana LainYA, giugno 2017), il primo capitolo della trilogia di Chiara Panzuti, giovane scrittrice milanese, classe 1988.
Se la risposta è positiva non vi sarà difficile calarvi nelle vite dei quattro protagonisti di “Absence: Il gioco dei quattro” (Fazi Editore, collana LainYA, giugno 2017), il primo capitolo della trilogia di Chiara Panzuti, giovane scrittrice milanese, classe 1988.
Tutto parte con Faith,
una sedicenne finita a Londra con la madre in attesa di una bambina, dopo
l’ennesimo trasloco. Ma tutto ad un tratto lei non l’ascolta più, la
ignora completamente, come se fosse diventata invisibile. È l’inizio di un
incubo, nessuno la vede né si ricorda di lei. La stessa madre parla con gli
altri come se la figlia non fosse mai esistita.
Poi l’incontro con un uomo
vestito di nero che le consegna delle lenti a contatto, degli auricolari e un
biglietto con su scritto “0°13'07''S78°30'35''W,
torna a vedere”. Cosa significa tutto questo? E dove il lungo viaggio porterà Faith
e i compagni di viaggio, anche essi divenuti invisibili, Jared, Christabel e
Scott?
“Absence: Il gioco dei
quattro”, genere young adult, è un libro davvero particolare e diverso dai
soliti che avete letto fino ad ora. Si parte da situazioni reali facenti parte
della quotidianità di gran parte di noi per sfociare in una condizione paradossale
in cui niente è come sembra e tutti devono guardarsi le spalle per il timore di
perdere anche quel poco che ancora possiedono.
Chiara Panzuti |
“Ero non-vista in mezzo
ai non-visti. Perché Jared aveva ragione, alla gente non importava del mondo
attorno.”
La parola che resta in
mente dopo la lettura è alienazione. Tutto gira intorno a questo, alle paure
dell’essere umano, al rischio di essere dimenticati e rimanere soli. È una
condizione terribile ma non troppo lontana da ciò che accade nel mondo.
Grazie alle nuove
tecnologie e ai social si ha l’impressione di far parte di una rete senza fine
ma siamo certi che la solitudine non si nasconda proprio in ciò?
“Absence” fa riflettere e
rabbrividire al tempo stesso e proprio per questa ragione risulta
incredibilmente attuale. E cosa rimane infine ai protagonisti e al lettore se
non il cercare di avere fede, Faith, nei
confronti degli altri, di sé stessi e del mondo che ci circonda, tra sentimenti
altalenanti e nuove consapevolezze?
“Perché? È possibile
diventare invisibili? Ed è possibile dimenticare chi ami? Perché? Tornare a
vedere. Ma chi ero io? E cosa dovevo vedere esattamente?”
Se perciò avete voglia di
leggere qualcosa di diverso (che in alcuni, pochissimi, tratti ricorda “Maze
runner – Il Labirinto” di James Dashner, Fanucci Editore), di coinvolgente e
sconvolgente, in cui si viaggia in maniera avventurosa per il mondo, allora è il libro per voi.
E per chi, come me l’ha
già divorato, non resta che attendere l’uscita dei prossimi due capitoli, “L’altro
volto del cielo” e “La memoria che resta”.
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