Le ultime lezioni |
“Non giudicava i nostri amori, anche i più sfacciati. Gli spiacevano i tradimenti, la mancanza di fedeltà, ma più per romanticismo che per severità di morale. Era più gentile con le ragazze, per innata cavalleria e perché presagiva per loro una vita più faticosa di quella dei maschi.”
Di tanto in tanto capita
di ritrovarsi a leggere libri che te ne ricordano altri, che ti fanno
immergere in atmosfere che avevi amato e nelle quali è bello rivivere.
A me è capitato con “Le ultime lezioni” (Feltrinelli, marzo 2019) del veneziano, classe 1983, Giovanni Montanaro.
A me è capitato con “Le ultime lezioni” (Feltrinelli, marzo 2019) del veneziano, classe 1983, Giovanni Montanaro.
Jacopo è uno studente
delle superiori, a Venezia, e Costantini professore di letteratura, quello che
tutti, almeno una volta, abbiamo avuto in classe. Jacopo apprezza le sue
lezioni ma al tempo stesso lo guarda con sfiducia e curiosità, come volesse
saperne di più e al tempo stesso dimenticarlo il prima possibile. Poi
all'improvviso la moglie di Costantini muore e lui lascia l’insegnamento.
Anni
dopo Jacopo ripensa a quel professore, al suo modo di insegnare, lo cerca sui
social, lo trova, e riallaccia i contatti con lui. Jacopo è ormai
all’università, studia Economia, mentre il Professore vive con la figlia
disabile sull’isola di Sant’Erasmo.
Su quell’isola e tra le parole di quell’uomo il giovane studente trova un rifugio, un diversivo dalla quotidianità, un luogo vicino ma al contempo lontano nel quale scrivere la tesi e ascoltare le parole che desiderava sentire pronunciare. Costantini è il maestro, Jacopo l’allievo e l’uno si nutre dell’altro. Tra di loro Lucia, immobilizzata su di una carrozzina dalla disabilità, dal ragionamento fino e profondo e la femminilità che in qualche modo spaventa Jacopo.
Su quell’isola e tra le parole di quell’uomo il giovane studente trova un rifugio, un diversivo dalla quotidianità, un luogo vicino ma al contempo lontano nel quale scrivere la tesi e ascoltare le parole che desiderava sentire pronunciare. Costantini è il maestro, Jacopo l’allievo e l’uno si nutre dell’altro. Tra di loro Lucia, immobilizzata su di una carrozzina dalla disabilità, dal ragionamento fino e profondo e la femminilità che in qualche modo spaventa Jacopo.
“Le ultime lezioni” è
davvero bello e si sviluppa come una sorta di flusso di coscienza dalle diverse
sfumature.
Un po’ “Stoner” (Fazi
Editore, 2016) di John Williams e un po’ “I miei martedì col professore”
(Rizzoli,
2000) di Mitch Albom, l’ultimo scritto di Giovanni Montanaro è una di romanzo
di formazione atipico, o meglio differente dai più recenti ma in qualche modo
dal profumo dei Bildungsroman del
periodo Romantico.
Giovanni Montanaro |
“Crescere, mi disse, è
perdere opportunità, scegliere una sola esistenza tra le infinite possibili.”
Jacopo si trova in una
fase di transizione e Costantini, consumato da un’esistenza scelta solo in
parte, mai avrebbe immaginato di ritrovare uno studente e di ricavarne tanto da
lui, in termini di vicinanza e sostegno, per sé e per la figlia.
“Ci divertivamo, ci
sentivamo potenti; era la gioventù, l’assenza di responsabilità, le infinite
energie dei corpi, i soldi che i nostri genitori ci davano.”
Ho davvero amato “Le
ultime lezioni”, il suo fluire tra le isole della laguna veneziana, la
scrittura riconoscibile, precisa, sincera, scorrevole ma con lo spazio, tra una
parola e l’altra, per la riflessione.
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