venerdì 3 maggio 2019

“Le ultime lezioni” di Giovanni Montanaro: un allievo, un maestro e le loro esistenze parallele

Le ultime lezioni
“Non giudicava i nostri amori, anche i più sfacciati. Gli spiacevano i tradimenti, la mancanza di fedeltà, ma più per romanticismo che per severità di morale. Era più gentile con le ragazze, per innata cavalleria e perché presagiva per loro una vita più faticosa di quella dei maschi.” 
Di tanto in tanto capita di ritrovarsi a leggere libri che te ne ricordano altri, che ti fanno immergere in atmosfere che avevi amato e nelle quali è bello rivivere. 

A me è capitato con “Le ultime lezioni” (Feltrinelli, marzo 2019) del veneziano, classe 1983, Giovanni Montanaro.

Jacopo è uno studente delle superiori, a Venezia, e Costantini professore di letteratura, quello che tutti, almeno una volta, abbiamo avuto in classe. Jacopo apprezza le sue lezioni ma al tempo stesso lo guarda con sfiducia e curiosità, come volesse saperne di più e al tempo stesso dimenticarlo il prima possibile. Poi all'improvviso la moglie di Costantini muore e lui lascia l’insegnamento. 

Anni dopo Jacopo ripensa a quel professore, al suo modo di insegnare, lo cerca sui social, lo trova, e riallaccia i contatti con lui. Jacopo è ormai all’università, studia Economia, mentre il Professore vive con la figlia disabile sull’isola di Sant’Erasmo

Su quell’isola e tra le parole di quell’uomo il giovane studente trova un rifugio, un diversivo dalla quotidianità, un luogo vicino ma al contempo lontano nel quale scrivere la tesi e ascoltare le parole che desiderava sentire pronunciare. Costantini è il maestro, Jacopo l’allievo e l’uno si nutre dell’altro. Tra di loro Lucia, immobilizzata su di una carrozzina dalla disabilità, dal ragionamento fino e profondo e la femminilità che in qualche modo spaventa Jacopo.

“Le ultime lezioni” è davvero bello e si sviluppa come una sorta di flusso di coscienza dalle diverse sfumature.

Un po’ “Stoner” (Fazi Editore, 2016) di John Williams e un po’ “I miei martedì col professore
Giovanni Montanaro
(Rizzoli, 2000) di Mitch Albom, l’ultimo scritto di Giovanni Montanaro è una di romanzo di formazione atipico, o meglio differente dai più recenti ma in qualche modo dal profumo dei Bildungsroman del periodo Romantico.

“Crescere, mi disse, è perdere opportunità, scegliere una sola esistenza tra le infinite possibili.”

Jacopo si trova in una fase di transizione e Costantini, consumato da un’esistenza scelta solo in parte, mai avrebbe immaginato di ritrovare uno studente e di ricavarne tanto da lui, in termini di vicinanza e sostegno, per sé e per la figlia.

“Ci divertivamo, ci sentivamo potenti; era la gioventù, l’assenza di responsabilità, le infinite energie dei corpi, i soldi che i nostri genitori ci davano.”

Ho davvero amato “Le ultime lezioni”, il suo fluire tra le isole della laguna veneziana, la scrittura riconoscibile, precisa, sincera, scorrevole ma con lo spazio, tra una parola e l’altra, per la riflessione.

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