martedì 14 maggio 2019

“Auschwitz” di Pascal Croci: un’opera a fumetti per sensibilizzare i giovani e non dimenticare


“Auschwitz ha distrutto le nostre vite. Che senso ha adesso?”
Jugoslavia. Kazik e sua moglie Cessia ricordano insieme il periodo trascorso ad Auschwitz e si rendono conto di aver vissuto vicende simili ma differenti e che alcuni dettagli non erano mai stati raccontati nella loro integrità. Il lettore viene così trasportato nel campo di sterminio tra i prigionieri, i kapot, i boia nazisti e le attività che lì venivano svolte. 

La storia è quella che conosciamo ma vederla raccontata a fumetti è qualcosa di originale e che colpisce nel profondo. I disegni non sono meno incisivi delle parole o dei documentari che possiamo aver visto, anzi. Pascal Croci non propone nuovi tesi storiche né modifica i fatti ma crea quest’opera con l’intento di sensibilizzare le nuove generazioni donando un ulteriore mezzo di conoscenza, per imparare e non dimenticare.

“Auschwitz” (Mondadori Comics, collana Historica, gennaio 2019, traduzione di Giuseppe Girolamo) è una pubblicazione originale, mai prima d’ora avevamo visto i campi di sterminio e i loro abitanti sotto forma di fumetto.

Pascal Croci, fumettista francese classe 1961, non si fa spaventare dalle titubanze dei testimoni, quelli con i quali ha parlato per la creazione del suo libro, di fronte a questo mezzo, e ne ricava una soddisfazione inaspettata da parte loro.
Pascal Croci
Il volume, di poco meno di 100 pagine, è il risultato di un lavoro di ben cinque anni e ha ricevuto il Prix Jeunesse dell’Assemblea Nazionale Francese ed è stato tradotto in numerosi Paesi.

Le tavole sono davvero belle, vanno oltre ogni estetismo e voyeurismo, e pur non mostrando nudità, se non quella dei corpi allo stato cadaverico, ormai in decomposizione, risultano forti, dirette e conturbanti.

La storia è romanzata ma alcuni fatti sono reali ed importantissimo al riguardo sono state le testimonianze dei sopravvissuti. Ci si accorge di come chi viveva dentro i campi, quello di Auschwitz-Birkenau è solo uno tra i tanti, sviluppava un istinto di sopravvivenza davvero forte. 

Non esisteva una routine, questo estraniava ancora di più i prigionieri, ma le torture psicologiche erano all'ordine del giorno e se non si voleva crollare era necessario adottare determinati comportamenti e creare rapporti stretti, psicologicamente salvifici, con i compagni di campo.

Un libro per adulti e adolescenti, con pagine finali nelle quali l’autore racconta la genesi dell’opera e i fatti accaduti realmente dai quali ha preso spunto.

Una lettura differente, importante, per ricordare, per non dimenticare, per educare.

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