“Auschwitz ha distrutto le nostre vite. Che senso ha adesso?”
Jugoslavia. Kazik e sua
moglie Cessia ricordano insieme il periodo trascorso ad Auschwitz e si rendono
conto di aver vissuto vicende simili ma differenti e che alcuni dettagli non
erano mai stati raccontati nella loro integrità. Il lettore viene così
trasportato nel campo di sterminio tra i prigionieri, i kapot, i boia nazisti e
le attività che lì venivano svolte.
La storia è quella che conosciamo ma
vederla raccontata a fumetti è qualcosa di originale e che colpisce nel
profondo. I disegni non sono meno incisivi delle parole o dei documentari che
possiamo aver visto, anzi. Pascal Croci non propone nuovi tesi storiche né
modifica i fatti ma crea quest’opera con l’intento di sensibilizzare le nuove
generazioni donando un ulteriore mezzo di conoscenza, per imparare e non
dimenticare.
“Auschwitz” (Mondadori
Comics, collana Historica, gennaio 2019, traduzione di Giuseppe Girolamo) è una
pubblicazione originale, mai prima d’ora avevamo visto i campi di sterminio e i
loro abitanti sotto forma di fumetto.
Pascal Croci, fumettista
francese classe 1961, non si fa spaventare dalle titubanze dei testimoni, quelli
con i quali ha parlato per la creazione del suo libro, di fronte a questo
mezzo, e ne ricava una soddisfazione inaspettata da parte loro.
Pascal Croci |
Il volume, di poco meno
di 100 pagine, è il risultato di un lavoro di ben cinque anni e ha ricevuto il
Prix Jeunesse dell’Assemblea Nazionale Francese ed è stato tradotto in numerosi
Paesi.
Le tavole sono davvero
belle, vanno oltre ogni estetismo e voyeurismo, e pur non mostrando nudità, se
non quella dei corpi allo stato cadaverico, ormai in decomposizione, risultano
forti, dirette e conturbanti.
La storia è romanzata ma
alcuni fatti sono reali ed importantissimo al riguardo sono state le
testimonianze dei sopravvissuti. Ci si accorge di come chi viveva dentro i
campi, quello di Auschwitz-Birkenau è solo uno tra i tanti, sviluppava un
istinto di sopravvivenza davvero forte.
Non esisteva una routine, questo
estraniava ancora di più i prigionieri, ma le torture psicologiche erano all'ordine del giorno e se non si voleva crollare era necessario adottare
determinati comportamenti e creare rapporti stretti, psicologicamente
salvifici, con i compagni di campo.
Un libro per adulti e
adolescenti, con pagine finali nelle quali l’autore racconta la genesi
dell’opera e i fatti accaduti realmente dai quali ha preso spunto.
Una lettura differente,
importante, per ricordare, per non dimenticare, per educare.
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