“Hai quarant'anni quando… sai come deludere qualcuno; hai smesso di frequentare persone che ti fanno sentire malissimo; sai che se una donna vuole passare il suo tempo libero con te, ci sono buone probabilità che ti apprezzi; hai talmente poco tempo da sacrificare il sonno, ma hai bisogno di dormire per poter fare tutto quel che devi, il paradosso ti rende perpetuamente improduttiva; sai che la maggior parte dei conflitti coniugali è causata o dalla mancanza di sesso o dalla mancanza di sonno.”
Non si diventa mai adulti, Pamela Druckerman
C’è chi si lamenta degli
anni che passano e chi preferirebbe smettere di festeggiare i compleanni ma
dopotutto ogni anno che passa significa che ci siamo ancora quindi perché non
prenderla con filosofia e trovare il modo di godersi al meglio l’età che si ha?
Deve averla pensata così
anche Pamela Druckerman, la giornalista e scrittrice autrice di “Non si diventa
mai adulti. E altre cose che ho impiegato quarant'anni a imparare” (Sonzogno,
agosto 2018, traduzione dall’inglese americano di Paola Bertante). Lei ha
superato di recente i quarant’anni e ha iniziato a riflettere sul suo passato accostandolo
al suo presente. Cosa cambia quando si supera questa età? Ci si sente ancora
come dei ventenni o si è proiettati verso il futuro?
Pamela la prende con
filosofia e si gode il presente giorno per giorno e con tutta la sua ironia ci
racconta come è arrivata ai quarant’anni, quale è la percezione degli altri e
come questa età era concepita fino a qualche anno fa.
Oltretutto non solo è una
quarantenne ma è anche una donna americana che si è trasferita in Francia! Sono
perciò diversi i motivi che portano l’autrice, protagonista del suo stesso
libro – diario, a sentirsi disorientata dopo anni di presunte certezze.
Pamela Druckerman |
Il suo sguardo è ironico
e il suo modo di analizzare ciò che accade e ciò che gli altri pensano e dicono
è originale, divertente e fa capire quanto l’esperienza di vita e gli anni già
vissuti contino per i giorni e gli anni che verranno.
“Una volta terminato il
libro sull'educazione dei figli, invece, avevo l’impressione di aver dato il
massimo. Non avrei cambiato una virgola. A quarant'anni non mi preoccupavo più
delle mie potenzialità. Finalmente, davo il meglio di me stessa.”
C’è il marito, ci sono i
figli, c’è soprattutto una donna con la sua indipendenza, con tutto ciò che le
piace e che non le piace, con i momenti felici, quelli di incertezza, le
malattie, la scrittura.
Una lettura piacevole,
scorrevole, un inno alla femminilità, al non prendersi mai, o quasi, sul serio,
al tenere conto della propria età ma con positività ed emozione.
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