Non si uccide per amore, Rosa Teruzzi |
“Alla fine, Libera sbucò in piazza Dumo. Il sole non era ancora sorto, ma già decine di persone la stavano attraversando come formiche operaie indaffarate, gettando solo uno sguardo di sfuggita alla mole imponente della Galleria e alle guglie della cattedrale. Come ogni volta che le ammirava, Libera sentì che il cuore le si gonfiava per il senso di amore e appartenenza. Ogni miracolo era possibile in una città come questa.”
Libera, la fioraia del
Giambellino i cui bouquet si dice portino fortuna, è in piena crisi
esistenziale. Il lavoro non manca ma da quando quel biglietto ingiallito è
stato ritrovato nella tasca di quella vecchia camicia a quadri nulla è come
prima e anche quelle poche certezze acquisite nel tempo sono svanite.
Si
potrebbe dimenticare tutto e cominciare una nuova vita ma Libera ha bisogno di
fare chiarezza per provare a ritrovare la serenità e poi come dire di no alla
sua voglia, e a quella della madre Iole, di investigare? Le due detective da
Milano viaggeranno fino alla Calabria tra misteri, luoghi magici e… amore.
Per la terza volta
Libera, Iole e Vittoria tornano tra le mani (e dentro le menti) dei lettori e
sebbene si tratti del terzo capitolo (dopo “La sposa scomparsa” e “La fioraia
del Giambellino”, entrambi per Sonzogno) potrebbe tranquillamente essere letto
autonomamente.
La stessa indipendenza
insita nelle persone delle tre protagoniste, tre donne tanto diverse tra loro,
tre generazioni differenti, ma al contempo molto simili.
“Non si uccide per amore”
(Sonzogno, marzo 2018) di Rosa Teruzzi è forse tra i tre libri quello più sentito, più intimo,
nel quale la protagonista indiscussa è Libera, quasi cinquantenne, rimasta
vedova troppo giovane, alle prese con una madre figlia dei fiori e una figlia, Vittoria, che non le parla, quasi volesse
attribuirle colpe immeritate.
Rosa Teruzzi |
Una donna affascinante, amante dei fiori e della
lettura, le cui passioni non si sono mai esaurite ma la cui educazione la porta
troppo spesso a chiudersi in se stessa e reprimere le proprie emozioni. Libera
ama la bellezza, gode di ogni particolare della natura e della sua città,
Milano, con scenari inediti, con la vista delle zone periferiche e ancora una
volta con il fascino del casello ferroviario ora divenuto abitazione delle tre
donne.
“Era proprio quello che
ci voleva. La bellezza, per Libera, rappresentava l’antidoto perfetto alle
asperità della vita e al suo gusto amaro.”
Oltre a ciò non mancano
le risate: le parti più investigative del romanzo sono intriganti e divertenti,
come potrebbe non esserlo con una vecchietta come Iole che si inventa di tutto
pur di apparire giovanile e far colpo sugli uomini? Libera non può fare altro
che lasciarsi trascinare e anche il viaggio in Calabria, per quanto doloroso,
diventa una bellissima avventura che le porterà in posti magici e forse persino
tra le braccia dell’amore.
Un romanzo da divorare,
con un finale davvero inaspettato, che fa sperare in un graditissimo prosieguo.
Link per l'acquisto qui
Nessun commento:
Posta un commento