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Sirene, Emilia Hart |
“La cosa strana era che anche gli altri sembravano evitarla: i suoi compagni di corso si ritraevano al suo passaggio, mormorando tra di loro; un Mar Rosso di pettegolezzi. Lucy aveva pensato che fosse perché tutti sapevano di lei e Ben, che erano una coppia o che lo stavano diventando. Si era permessa di provare un pizzico di orgoglio. Quanto si era sbagliata.”
2019. Lucy si sveglia di
soprassalto, si trova nella stanza del suo ex ragazzo e sta tentando di
strangolarlo. Non ricorda il motivo per il quale si trova lì e terrorizzata
decide di allontanarsi dal campus universitario e di rifugiarsi dalla sorella
Jess che spera possa aiutarla a capire il sogno che da qualche tempo popola le
sue notti: la scena vivida e inquietante di due sorelle che stanno naufragando.
Jess però non è a casa e
Lucy non capisce perché abbia deciso di trasferirsi in quella cittadina di cui
si parla perfino nei podcast su casi di uomini scomparsi improvvisamente e il
panico aumenta quando inizia a sentire voci femminili tra le onde.
Ma oltre al presente c’è
anche il passato: nel 1800 le sorelle Mary ed Eliza dall’Irlanda vennero
imbarcate su una nave diretta in Australia, insieme ad altre donne tacciate
delle colpe più assurde. Il viaggio fu straziante e con l’avanzare dei giorni
le due ragazze iniziarono a notare degli strani cambiamenti nei loro corpi,
fino al giorno del naufragio.
Cosa unisce queste donne?
Si tratta di una fantasia o forse qualcosa di reale è accaduto e sta per
accadere nuovamente?
“Sirene” (Fazi Editore,
luglio 2024, traduzione di Enrica Budetta) è il secondo romanzo
dell’australiana Emilia Hart dopo il bellissimo "Weyward" pubblicato sempre dalla
Fazi esattamente un anno fa.
“Aveva chiesto a Lucy di
fare una scelta. A volte, però, non c’è scelta. C’è soltanto amore.”
Ancora una volta veniamo
catapultati in un mondo di donne che lottano per la loro indipendenza, per
fuggire da un patriarcato che tenta da sempre di soffocarle.
Ma le voci di chi lotta
non possono essere soffocate ed è questo che rende il romanzo così attuale e
intenso: pensate solo a quanto spesso sentiamo parlare di abusi all’interno
delle mura scolastiche o di violazione della privacy in riferimento, tra le altre
cose, alla diffusione di immagini senza consenso.
Sono storie che si
ripetono da secoli e che in “Sirene” si mescolano alla cultura millenaria degli
aborigeni australiani e alla storia dell’Australia che venne adoperata come
enorme colonia penale per i detenuti europei.
“Come tutti gli
australiani, conosce già le informazioni basilari: i criminali britannici e
irlandesi vennero esiliati in Australia, che all’epoca era solo un pugno di
colonie. Sa di Arthur Phillip e della Prima Flotta, le undici navi che
approdarono a Botany Bay il 26 gennaio del 1788, distruggendo le popolazioni
indigene che prosperavano in quei luoghi da millenni.”
Quasi quattrocento pagine
appassionanti con quel tocco di magia finalizzato a raccontare le storie delle
quattro donne, alle quali se ne aggiungono delle altre, alla ricerca di una
qualche giustizia e di una parvenza di serenità per le loro esistenze.
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Emilia Hart |
“La direttrice non aveva
voluto accettare ciò che Ben aveva fatto a Lucy o magari l’idea che
innumerevoli altri giovani uomini – persino, forse, il suo stesso figlio –
potessero essere capaci di fare la stessa cosa. Era una realtà troppo
sgradevole, troppo spaventosa, e così aveva voltato la testa dall’altra parte.”
I colpi di scena non
mancano e la scrittura di Emilia Hart ci trascina, come una marea, dall’inizio
alla fine tenendoci per mano e chiedendoci di avere coraggio per unirci ad una
storia che può apparire in parte fantastica ma che in fondo, riguarda semplicemente
tutte noi.
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