mercoledì 24 luglio 2024

“Sirene” di Emilia Hart: dall’Australia la storia di quattro donne che non potranno mai essere separate

Sirene, Emilia Hart

“La cosa strana era che anche gli altri sembravano evitarla: i suoi compagni di corso si ritraevano al suo passaggio, mormorando tra di loro; un Mar Rosso di pettegolezzi. Lucy aveva pensato che fosse perché tutti sapevano di lei e Ben, che erano una coppia o che lo stavano diventando. Si era permessa di provare un pizzico di orgoglio. Quanto si era sbagliata.”

2019. Lucy si sveglia di soprassalto, si trova nella stanza del suo ex ragazzo e sta tentando di strangolarlo. Non ricorda il motivo per il quale si trova lì e terrorizzata decide di allontanarsi dal campus universitario e di rifugiarsi dalla sorella Jess che spera possa aiutarla a capire il sogno che da qualche tempo popola le sue notti: la scena vivida e inquietante di due sorelle che stanno naufragando.

Jess però non è a casa e Lucy non capisce perché abbia deciso di trasferirsi in quella cittadina di cui si parla perfino nei podcast su casi di uomini scomparsi improvvisamente e il panico aumenta quando inizia a sentire voci femminili tra le onde.

Ma oltre al presente c’è anche il passato: nel 1800 le sorelle Mary ed Eliza dall’Irlanda vennero imbarcate su una nave diretta in Australia, insieme ad altre donne tacciate delle colpe più assurde. Il viaggio fu straziante e con l’avanzare dei giorni le due ragazze iniziarono a notare degli strani cambiamenti nei loro corpi, fino al giorno del naufragio.  

Cosa unisce queste donne? Si tratta di una fantasia o forse qualcosa di reale è accaduto e sta per accadere nuovamente?

“Sirene” (Fazi Editore, luglio 2024, traduzione di Enrica Budetta) è il secondo romanzo dell’australiana Emilia Hart dopo il bellissimo "Weyward" pubblicato sempre dalla Fazi esattamente un anno fa.

“Aveva chiesto a Lucy di fare una scelta. A volte, però, non c’è scelta. C’è soltanto amore.”

Ancora una volta veniamo catapultati in un mondo di donne che lottano per la loro indipendenza, per fuggire da un patriarcato che tenta da sempre di soffocarle.

Ma le voci di chi lotta non possono essere soffocate ed è questo che rende il romanzo così attuale e intenso: pensate solo a quanto spesso sentiamo parlare di abusi all’interno delle mura scolastiche o di violazione della privacy in riferimento, tra le altre cose, alla diffusione di immagini senza consenso.

Sono storie che si ripetono da secoli e che in “Sirene” si mescolano alla cultura millenaria degli aborigeni australiani e alla storia dell’Australia che venne adoperata come enorme colonia penale per i detenuti europei.

“Come tutti gli australiani, conosce già le informazioni basilari: i criminali britannici e irlandesi vennero esiliati in Australia, che all’epoca era solo un pugno di colonie. Sa di Arthur Phillip e della Prima Flotta, le undici navi che approdarono a Botany Bay il 26 gennaio del 1788, distruggendo le popolazioni indigene che prosperavano in quei luoghi da millenni.”

Quasi quattrocento pagine appassionanti con quel tocco di magia finalizzato a raccontare le storie delle quattro donne, alle quali se ne aggiungono delle altre, alla ricerca di una qualche giustizia e di una parvenza di serenità per le loro esistenze.

Emilia Hart

“La direttrice non aveva voluto accettare ciò che Ben aveva fatto a Lucy o magari l’idea che innumerevoli altri giovani uomini – persino, forse, il suo stesso figlio – potessero essere capaci di fare la stessa cosa. Era una realtà troppo sgradevole, troppo spaventosa, e così aveva voltato la testa dall’altra parte.”

I colpi di scena non mancano e la scrittura di Emilia Hart ci trascina, come una marea, dall’inizio alla fine tenendoci per mano e chiedendoci di avere coraggio per unirci ad una storia che può apparire in parte fantastica ma che in fondo, riguarda semplicemente tutte noi.

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