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Il ragazzo, Annie Ernaux |
“Il mio corpo non aveva più età. Era necessario lo sguardo carico di disapprovazione dei clienti del tavolo accanto al nostro ristorante perché tornasse a manifestarsi. Sguardo che, ben lontano dal provocarmi vergogna, rafforzava la mia determinazione a non nascondere quella relazione con un uomo <<che avrebbe potuto essere mio figlio>>, mentre un tizio qualunque di cinquant’anni poteva presentarsi con una ragazza con ogni evidenza non era sua figlia senza suscitare la minima riprovazione.”
Ogni anno ci si chiede
chi si aggiudicherà il prestigioso Premio Nobel per la Letteratura e da tempo
speravo di sentire pronunciare, prima o poi, il nome della scrittrice francese. Nessuno
più di Annie Ernaux meritava tale riconoscimento, ancora più in questo periodo
storico nel quale tanto si parla di donne, del loro ruolo nella società, di
diritti negati.
Annie Ernaux ha saputo
raccontarsi come poche sono riuscite a fare, lo ha fatto sempre senza alcuna
pretesa ma con la piena consapevolezza di cosa significasse un tempo e di cosa
significhi oggi essere donna.
Ogni suo scritto è così (purtroppo)
fortemente attuale e lo stesso si può dire per “Il ragazzo” (L’orma editore,
traduzione di Lorenzo Flabbi), scritto tra il 1998 e il 2000 ma pubblicato
solamente nel 2022 sia in Francia (Éditions Gallimard) che in Italia.
Una donna racconta la
relazione con un ragazzo di circa trent’anni più giovane. Lui frequenta ancora
l’università, mentre lei è già madre e con un notevole bagaglio di esperienza. Quella
che inizialmente era una semplice avventura si trasforma in una storia d’amore
nella quale entrambi prendono qualcosa l’uno dall’altra e si osservano consci
della differenza generazionale che non costituisce però motivo di contrasto. Ad
osservarli e a vederci qualcosa di scandaloso sono gli altri, soprattutto perché
il membro della coppia grande di età è lei e non lui. Ma la passione è la loro
e di nessun altro, così come il piacere della compagnia reciproca.
“Era un segno, il segno
che il suo ruolo di scoperchiatore del tempo nella mia vita era finito. Probabilmente
era finito anche il mio, di iniziatrice nella sua.”
Per la protagonista
questa storia è un tuffo nel passato, una visione di vita passata che può ancora essere rievocata, con le stesse incertezze e lo stesso desiderio di
libertà. Quel giovane ragazzo è un mezzo per ritrovare se stessa, la sua
femminilità, il suo essere donna degna di apprezzamento e fonte di passione e
arricchimento.
Le circa trenta pagine di
racconto sono arricchite dalla presenza di tre discorsi della stessa Ernaux
pronunciati in altrettante occasioni, due in Italia, una in Francia, nella sua
cittadina d’infanzia.
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Annie Ernaux |
In questi ripercorre
parte della sua esistenza, la ragione del suo scrivere e l’importanza delle sue
origini. Ed è piacevole ritrovare accenni e situazioni che riguardano suoi
precedenti libri che contribuiscono a renderli ancora più chiari ed
intellegibili.
“Il ragazzo” è amore, è un pezzo di vita di una scrittrice che sa colpire ogni volta con le sue parole e
con le sue esperienze, che sa come condurci a vecchie e nuove riflessioni sulle donne,
sugli uomini, e sui tempi che stiamo, seppure con fatica, attraversando.
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