giovedì 19 gennaio 2023

“Il ragazzo” di Annie Ernaux: l’arte di raccontarsi, di essere donna e di mostrarsi senza veli

Il ragazzo, Annie Ernaux

“Il mio corpo non aveva più età. Era necessario lo sguardo carico di disapprovazione dei clienti del tavolo accanto al nostro ristorante perché tornasse a manifestarsi. Sguardo che, ben lontano dal provocarmi vergogna, rafforzava la mia determinazione a non nascondere quella relazione con un uomo <<che avrebbe potuto essere mio figlio>>, mentre un tizio qualunque di cinquant’anni poteva presentarsi con una ragazza con ogni evidenza non era sua figlia senza suscitare la minima riprovazione.”

Ogni anno ci si chiede chi si aggiudicherà il prestigioso Premio Nobel per la Letteratura e da tempo speravo di sentire pronunciare, prima o poi, il nome della scrittrice francese. Nessuno più di Annie Ernaux meritava tale riconoscimento, ancora più in questo periodo storico nel quale tanto si parla di donne, del loro ruolo nella società, di diritti negati.

Annie Ernaux ha saputo raccontarsi come poche sono riuscite a fare, lo ha fatto sempre senza alcuna pretesa ma con la piena consapevolezza di cosa significasse un tempo e di cosa significhi oggi essere donna.

Ogni suo scritto è così (purtroppo) fortemente attuale e lo stesso si può dire per “Il ragazzo” (L’orma editore, traduzione di Lorenzo Flabbi), scritto tra il 1998 e il 2000 ma pubblicato solamente nel 2022 sia in Francia (Éditions Gallimard) che in Italia.

Una donna racconta la relazione con un ragazzo di circa trent’anni più giovane. Lui frequenta ancora l’università, mentre lei è già madre e con un notevole bagaglio di esperienza. Quella che inizialmente era una semplice avventura si trasforma in una storia d’amore nella quale entrambi prendono qualcosa l’uno dall’altra e si osservano consci della differenza generazionale che non costituisce però motivo di contrasto. Ad osservarli e a vederci qualcosa di scandaloso sono gli altri, soprattutto perché il membro della coppia grande di età è lei e non lui. Ma la passione è la loro e di nessun altro, così come il piacere della compagnia reciproca.

“Era un segno, il segno che il suo ruolo di scoperchiatore del tempo nella mia vita era finito. Probabilmente era finito anche il mio, di iniziatrice nella sua.”

Per la protagonista questa storia è un tuffo nel passato, una visione di vita passata che può ancora essere rievocata, con le stesse incertezze e lo stesso desiderio di libertà. Quel giovane ragazzo è un mezzo per ritrovare se stessa, la sua femminilità, il suo essere donna degna di apprezzamento e fonte di passione e arricchimento.

Le circa trenta pagine di racconto sono arricchite dalla presenza di tre discorsi della stessa Ernaux pronunciati in altrettante occasioni, due in Italia, una in Francia, nella sua cittadina d’infanzia.

Annie Ernaux

In questi ripercorre parte della sua esistenza, la ragione del suo scrivere e l’importanza delle sue origini. Ed è piacevole ritrovare accenni e situazioni che riguardano suoi precedenti libri che contribuiscono a renderli ancora più chiari ed intellegibili.  

“Il ragazzo” è amore, è un pezzo di vita di una scrittrice che sa colpire ogni volta con le sue parole e con le sue esperienze, che sa come condurci a vecchie e nuove riflessioni sulle donne, sugli uomini, e sui tempi che stiamo, seppure con fatica, attraversando.

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