La madre di Eva, Silvia Ferreri |
“È un sogno che avevo messo da parte finché non è rispuntato fuori e mi è arrivato in faccia violento e secco come un ceffone. Come una profezia inascoltata. Quando mi è tornato improvvisamente quel giorno, ricordo che mi fermai immobile sulla sedia, col fiato sospeso per paura che mi sfuggisse di nuovo. Perché non me l’ero ricordato prima? Per anni mi sono chiesta se quel sogno avesse potuto dirmi qualcosa, se avessi potuto darmi un indizio. O se fosse solo un sogno. Per anni mi sono tormentata con l’idea che avrei potuto fare qualcosa per cambiare il corso delle cose. Se solo fossi stata più attenta, più pronta. Invece che così lenta a capire.”
Eva si è sempre sentito
Alessandro, fin dai primi anni di vita. Da piccolissimo credevano si trattasse
di un gioco da bambini ma ben presto genitori e insegnanti si rendono conto che
c’è dell’altro sotto. Eva è nata nel corpo sbagliato, un corpo femminile che
come un abito che non piace non sente suo e desidera solamente togliersi. Sono
anni di tormento e malcontento, di contrasto con i genitori, di derisione.
Finalmente al compimento dei diciotto anni può entrare nella sala operatoria di
una clinica serba e cambiare sesso. A raccontare l’attesa di quei diciotto anni
è la madre, stanca, impaurita, arrabbiata ma soprattutto piena di amore per
quella figlia che non riesce a trovare pace.
“La madre di Eva” (Neo
Edizioni, 2017) è il primo romanzo della giornalista e scrittrice Silvia
Ferreri, uno tra i dodici finalisti del Premio Strega 2018.
Una storia forte,
l’immersione in un mondo ancora parzialmente sconosciuto, quello di coloro che
necessitano di cambiare sesso a causa di un corpo che nulla ha a che fare con
ciò che si sentono dentro di sé.
Un viaggio lungo diciotto anni durante il
quale l’intera famiglia è coinvolta: da una parte il desiderio
di vedere la
propria figlia felice, dall'altra la difficoltà nell'accettare le scelte più
difficili come quella di sottoporsi a delicati interventi chirurgici.
Silvia Ferreri |
Eva, un nome evocativo,
la prima donna che procreò la stirpe umana, un nome beffardo che qui nulla ha a
che fare con la femminilità e tutto ciò che le gira intorno.
Difficile schierarsi da
una parte o dall'altra, entrambi hanno le loro motivazioni, le loro sofferenze,
i loro dubbi.
Ed entrambi infine si riconoscono in uno stesso obiettivo, per
quanto percepito da differenti prospettive.
Un romanzo attuale,
crudo, spiazzante, un grido di libertà contro una natura che si mostra in tutta
la crudeltà.
Un ottimo candidato al
Premio Strega 2018!
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