lunedì 7 maggio 2018

“Il diavolo dentro” di Roberto Ottonelli: un viaggio tra gli abissi, la paura e le atrocità dell’uomo



“Una volta in piedi, con le braccia ancora imprigionate, mi ritrovai a osservarvi nel piccolo specchio che avevo di fronte: il sangue mi colava dalla bocca lungo il collo inzuppando la maglietta arancione, il naso era tumefatto e avevo l’espressione di una appena uscita da un incontro col diavolo. Se anche fossi riuscita a liberarmi, dove mai sarei potuta andare conciata in quel modo? Abbassando il capo mi resi conto di essere ancora nude, dalla vita in giù; lo strano era che non ne fossi a conoscenza. Mi scorticai per tagliare il nastro adesivo contro l’angolo del tavolo, ma me ne resi conto solo osservando i rivoli di sangue lungo le braccia. Non avevo percepito nulla.”
Mi ero promessa di leggere questo libro mesi fa e in effetti cominciai ma non era il periodo giusto. Dopo una trentina di pagine circa, belle intense, desistetti, indirizzandomi verso qualcosa di più leggero. Immagino sarà capitato ad ogni lettore di ritrovarsi a dover cambiare libro, e non certo perché quel testo non fosse valido. 

Sono ritornata sulle pagine de “Il diavolo dentro” (Delos Digital, 2017) pochi giorni fa e mi sono bastati due pomeriggi per divorarlo.

Non avevo scordato la prima parte ma volevo ricominciare dall'inizio, per avere bene in mente ogni dettaglio, per conoscere meglio Manuela e Andrea, due bambini che si conoscono in un istituto per minori
Roberto Ottonelli

Un incontro come tanti lì dentro e non ci vorrà molto perché le strade dei due si dividano. Manuela passa da una famiglia all'altra, ambientarsi non è semplice, così come non lo è trovare una serenità personale. L’abisso è più facile da raggiungere e quando conosce Michele non capisce subito dove presto finirà. Poi c’è Pietro, carismatico ed enigmatico, ci sono i Doors e Marylin Manson, la religione, la droga, il sesso, quello malato e la voglia di andare sempre oltre.

Roberto Ottonelli (network engineer milanese classe 1978) si è liberamente ispirato alle Bestie di Satana per la stesura di questo suo primo romanzo. Un esordio davvero crudo, un romanzo che non conosce i giri di parole e che racconta i fatti con i relativi protagonisti con feroce realismo.

Sarebbe bello pensare che nulla di quanto leggerete (o avete già letto) sia frutto della fantasia dell’autore, e in effetti così è, ma il ricordo delle vicende dei ragazzi arrestati nel 2004 per gli efferati omicidi (compiuti in nome di Satana) fa davvero rabbrividire e ci ricorda che i meno sospettati, i nostri vicini più cheti, potrebbero compiere simili fatti. 

“Lui non aveva amici, non frequentava nessuno, così forse si convinse che quel genere di persone lo potesse in qualche modo capire, condividendo con lui la sua necessità via via più forte di sfogarsi. Manifestava infatti sempre più spesso degli scatti incontrollabili di violenza gratuita. Aveva il diavolo dentro.”

Lo stile asciutto e diretto di Ottonelli arriva al cuore del lettore, le pagine si fanno divorare ma non mancano i momenti nei quali si preferirebbe sollevare gli occhi dalle pagine per 'non vedere’ ciò che sta accedendo.

Diventa davvero interessante, al di là dell’efferatezza, capire come siano giunti a determinati comportamenti. 

Non si parla solamente dei protagonisti ma anche dei genitori, dell’interesse per l’occulto e di tutte quelle mancanze che hanno contribuito ad isolarli e a farli precipitare negli abissi più profondi.

“Il diavolo dentro” è l’eterna lotta tra il bene e il male con la supremazia di quest’ultimo, è un salto dentro quella parte più nascosta di ognuno di noi, è lo smarrimento totale dell’uomo, e in questo caso del lettore, che teme di rimanere avvinghiato ad una realtà che, una volta abbracciata, potrebbe divenire l’unica possibile.  

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