“Una volta in piedi, con le braccia ancora imprigionate, mi ritrovai a osservarvi nel piccolo specchio che avevo di fronte: il sangue mi colava dalla bocca lungo il collo inzuppando la maglietta arancione, il naso era tumefatto e avevo l’espressione di una appena uscita da un incontro col diavolo. Se anche fossi riuscita a liberarmi, dove mai sarei potuta andare conciata in quel modo? Abbassando il capo mi resi conto di essere ancora nude, dalla vita in giù; lo strano era che non ne fossi a conoscenza. Mi scorticai per tagliare il nastro adesivo contro l’angolo del tavolo, ma me ne resi conto solo osservando i rivoli di sangue lungo le braccia. Non avevo percepito nulla.”
Mi ero promessa di
leggere questo libro mesi fa e in effetti cominciai ma non era il periodo
giusto. Dopo una trentina di pagine circa, belle intense, desistetti,
indirizzandomi verso qualcosa di più leggero. Immagino sarà capitato ad ogni
lettore di ritrovarsi a dover cambiare libro, e non certo perché quel testo non
fosse valido.
Sono ritornata sulle
pagine de “Il diavolo dentro” (Delos Digital, 2017) pochi giorni fa e mi sono
bastati due pomeriggi per divorarlo.
Non avevo scordato la prima parte ma volevo ricominciare dall'inizio, per avere bene in mente ogni
dettaglio, per conoscere meglio Manuela e Andrea, due bambini che si conoscono in un istituto per minori.
Un incontro come tanti lì dentro e non ci vorrà
molto perché le strade dei due si dividano. Manuela passa da una famiglia all'altra, ambientarsi non è semplice, così come non lo è trovare una serenità
personale. L’abisso è più facile da raggiungere e quando conosce Michele non
capisce subito dove presto finirà. Poi c’è Pietro, carismatico ed enigmatico,
ci sono i Doors e Marylin Manson, la religione, la droga, il sesso, quello
malato e la voglia di andare sempre oltre.
Roberto Ottonelli (network
engineer milanese classe 1978) si è liberamente ispirato alle Bestie di Satana per la stesura di
questo suo primo romanzo. Un esordio davvero crudo, un romanzo che non conosce
i giri di parole e che racconta i fatti con i relativi protagonisti con feroce
realismo.
Sarebbe bello pensare che
nulla di quanto leggerete (o avete già letto) sia frutto della fantasia
dell’autore, e in effetti così è, ma il ricordo delle vicende dei ragazzi
arrestati nel 2004 per gli efferati omicidi (compiuti in nome di Satana) fa
davvero rabbrividire e ci ricorda che i meno sospettati, i nostri vicini più cheti, potrebbero compiere simili fatti.
“Lui non aveva amici, non
frequentava nessuno, così forse si convinse che quel genere di persone lo
potesse in qualche modo capire, condividendo con lui la sua necessità via via
più forte di sfogarsi. Manifestava infatti sempre più spesso degli scatti
incontrollabili di violenza gratuita. Aveva il diavolo dentro.”
Lo stile asciutto e
diretto di Ottonelli arriva al cuore del lettore, le pagine si fanno divorare
ma non mancano i momenti nei quali si preferirebbe sollevare gli occhi dalle
pagine per 'non vedere’ ciò che sta accedendo.
Diventa davvero
interessante, al di là dell’efferatezza, capire come siano giunti a determinati
comportamenti.
Non si parla solamente dei protagonisti ma anche dei genitori,
dell’interesse per l’occulto e di tutte quelle mancanze che hanno
contribuito ad isolarli e a farli precipitare negli abissi più profondi.
“Il diavolo dentro” è
l’eterna lotta tra il bene e il male con la supremazia di quest’ultimo, è un
salto dentro quella parte più nascosta di ognuno di noi, è lo smarrimento
totale dell’uomo, e in questo caso del lettore, che teme di rimanere
avvinghiato ad una realtà che, una volta abbracciata, potrebbe divenire l’unica
possibile.
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