mercoledì 20 dicembre 2017

“Il burattinaio” di Nicola Rocca: quando passato e presente si scontrano con effetti impensabili

Il burattinaio, Nicola Rocca
“Che quel cane di Silvio volesse incastrarlo? Che stesse organizzando una fuga? Magari dall'altra parte del mondo? Anzi, magari si era già imbarcato sul primo volo disponibile per Ilpiùlontanopossibile. E lui lì, in quella casa che puzzava di morte. Gli occhi di Carlo saettarono sul corpo esanime di Ilenia.”
Tutto andava bene prima di quella chiamata. Silvio era disperato e non sapeva cosa fare con quel cadavere. Alla fine l’aveva fatto, aveva ammazzato Ilenia, preso da un momento improvviso di follia. E ora se la deve sbrigare Carlo Noccia che non può certo dire di no all'amico di una vita. 

Prova così a chiedere aiuto a dei conoscenti, alcuni tra i quali sono esperti in simili situazioni. Ma nessuno vuole prendersi il carico di una simile responsabilità, inoltre lo stesso Carlo teme di ritrovarsi tra le mani di qualche traditore. Meglio quindi sbrigarsela da solo ma qualcosa va storto e le cose precipitano

Dov'è Silvio e Carlo e sicuro di ciò che sta per fare? E perché continuano a tornargli in mentre i racconti del nonno?

Nicola Rocca, scrittore bergamasco classe 1982, insignito di diversi riconoscimenti per i suoi scritti, è tornato con un nuovo romanzo. Ormai ha abituato bene i suoi lettori e ne sforna uno all'anno, con l’intramezzo di qualche racconto nei mesi precedenti. Il genere, lo sappiamo, è il thriller e va detto che di libri in libro diventa sempre più convincente e avvincente.
Nicola Rocca

Anche questa volta a farla da protagonista è l’aspetto psicologico, tutto passa infatti per la psiche del protagonista con un epilogo incredibile che fa intuire l’immensità della mente umana.

Ne “Il burattinaio” (ENNEERRE, ottobre 2017) i colpi di scena non mancano, nulla è come sembra in un primo momento ed è un piacere per il lettore indagare sul terribile omicidio e cercare, insieme al protagonista, di nascondere quello scomodo cadavere.

Anche perché non è così difficile mettersi nei panni di Carlo Noccia e chiedersi cosa avremmo fatto noi al suo posto. Avremmo rischiato tanto per un amico?

Quasi duecento pagine che scorrono in maniera piacevole, un thriller in piena regola, con vari momenti di riflessione per il lettore, da gustare durante queste feste natalizie e da far trovare sotto l’albero di chi ama il genere.
“Il passato è fatto di ricordi, è certezza allo stato puro. Il futuro, al contrario, è un punto interrogativo. Oggi siamo qua e domani… Chi lo sa?! Il presente, invece, dipende solo da te. Tu e tu solo puoi decidere quale direzioni fargli prendere, quale consistenza conferirgli. Hai la facoltà di stravolgerlo, o di lasciare tutto com'è.” 

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