Io sono l'usignolo, Emanuela Navone |
“Passai mezz’ora a spulciare ogni angolo alla ricerca dei settimanali del 1979, ma non li trovai. Ero sorpreso: come poteva mancare un’intera annata? E se fosse stata proprio quella dell’incendio? Perplesso, misi a posto e uscii dall’archivio. Forse la giovane dal sorriso lentigginoso poteva aiutarmi. Al banco informazioni non c’era. La biblioteca era deserta. Aspettai ancora qualche minuto, poi uscii. L’aria del mattino mi spalancò i polmoni e una nuova consapevolezza mi si presentò davanti: c’era qualcosa legato a quell’incendio. Qualcosa che, forse, doveva restare nascosto. E io dovevo scoprirlo.”
Rubino Traverso si è
appena trasferito, con moglie e figlia, a Val Salice, piccolo paese ligure alle
pendici della montagna. Giornalista di professione scopre che il paesino
rischiò di bruciare a causa di un brutto incendio nel quale morirono il
sindaco, la moglie e il figlio. Non ci sarebbe nulla di strano se la gente non
parlasse di un certo Florian Chevalier, detto l’usignolo, che parrebbe essere
il colpevole di questo storia. Rubino comincia così ad indagare per il suo
articolo ma comincia a ricevere minacce che lo intimoriscono, ma non
abbastanza da convincerlo ad abbandonare le ricerche.
“Io sono l’usignolo” (autopubblicazione,
2017) è un thriller coinvolgente e davvero ben scritto. La suspense comincia
subito, fin dalle prime pagine. Il mistero sull'incendio è ciò che scatena
tutto e da quel momento in poi è un susseguirsi di colpi di scena fra i quali
alcuni davvero inaspettati e difficilmente prevedibili.
Rubino Traverso è un
personaggio ben tratteggiato, con i suoi punti di forza e le sue debolezze. Queste
ultime lo porteranno a tragici esiti per i quali dovrà prendersi le proprie
responsabilità e ciò lo rende ancora più umano e realistico.
Gli altri
personaggi, per quanto interessanti, gravitano intorno a lui, ma lui è il vero incontrastato protagonista
nel quale immedesimarsi e per il quale i giudizi da parte del lettore diventano
superflui.
In bilico tra mistero e
follia “Io sono l’usignolo” si fa divorare ed è inevitabile ritrovarsi a
riflettere su ciò che accade nel romanzo, con qualche brivido di orrore e l’incredulità
dei tanti segreti che, forse, prima della fine, verranno svelati.
“Rimasi sveglio a lungo, quella sera. Tante immagini mi tiravano i capelli. Rossana. De Simone. Il mio articolo. Florian Chevalier. Davvero lui si aggirava ancora per il paese? E dov’era? E chi si divertiva a lasciarmi messaggi criptici che puzzavano di minaccia?”
TITOLO: Io sono l’usignolo
AUTORE: Emanuela Navone
EDITORE: Autopubblicato
GENERE: Thriller
NUMERO DI PAGINE: 330
DATA DI USCITA: 10/12/2017
PREZZO ED. CARTACEA: ND
PREZZO ED. DIGITALE: 2,99 €
LINK D’ACQUISTO QUI
Biografia di Emanuela
Navone:
Emanuela è nata a Genova
e vive in un paesino sperduto sui monti proprio sul confine con il Piemonte. Scrive da quando era una
bambina, e da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. È cresciuta a pane e
Stephen King, e gran parte della sua esistenza l’ha trascorsa leggendo i suoi
horror e i fantasy della Bradley, Tolkien, Goodkind e autori meno famosi.
Nel 2014 ha finalmente
ottenuto la laurea dopo anni di lacrime e sangue e si è trovata nel mondo reale
e ha scoperto che era pieno di denti aguzzi. È diventata assistente editor per Edicolors,
una casa editrice specializzata in narrativa per l’infanzia; poi, cedendo allo
smisurato ego che la divora, ha deciso di diventare freelance.
Vive in una grande casa
circondata da gatti — prima o poi diventerà come la gattara dei Simpson. Oltre
alla scrittura, adora la musica metal e la fotografia. La trovate spesso in
giro per i boschi con la sua fedele reflex e la testa sulle nuvole.
Ha pubblicato, sempre
come self, il breve Prontuario di editing
e il racconto Reach, contenuto anche
nella raccolta a scopo benefico Only Hope.
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