venerdì 14 aprile 2017

“Cicatrice” di Sara Mesa: la sottile linea tra realtà e finzione che vola nel web

Cicatrice, Sara Mesa
“Tra una fermata e l’altra salgono e scendono passeggeri, un colpo, una gomitata, perdoni, mi scusi, cedere il posto a quell’anziano, e Sonia pensa. Continuare. Nonostante tutto, continuare. Una spirale senza fine. Buchi, necessità, mancanze. Parole, etichette, scatole, prezzi. Salgono passeggeri. Tutto sempre in eccesso. L’espansione. Filtrazione. Infilarsi persino nel buco più piccolo. Piccola spinta, qualcuno protesta. Apparire in ogni spiraglio. In quello che legge. In quello che scrive. In quello che indossa. In quello che pensa. La sua pretesa. E la finzione di sottomissione. Di accettazione. Di amore.”
Sonia è una giovane donna spagnola che ha vinto una borsa di studio per lavorare all’archivio comunale ma più di tanto non può fare lì e si annoia. 

Un lavoro grigio che la porta a dirigersi verso altre mete ritrovandosi così ad esplorare il mondo delle chat. Ne individua una letteraria e ne prende parte: qui si parla di libri, di cinema, di cultura in generale e le pare interessante. 

È poi divertente per lei osservare i vari pseudonimi e provare a crearsi nuove identità e perciò nuove esistenze. Prima conosce Clarice, poi un giorno ecco che riceve un messaggio da un certo Knut Hamsun, che lei aveva solamente intravisto tra i vari nomi, il quale le propone di inviargli una foto per ricevere in cambio qualunque libro desideri

Sonia accetta e da quel momento ne nasce una sorta di amicizia morbosa in cui lui le chiede informazioni di vario tipo e lei gli invia titoli di libri che lui ruba per lei.

Il fatto è che lei si sente lusingata, chi non vorrebbe una persona che ruba libri per noi senza volere altro in cambio, se non uno scambio di messaggi? E se dai libri si passasse all’abbigliamento, alle scarpe e ai cosmetici

Nessuno mai aveva mostrato tanta premura nei suoi confronti, nonostante la stranezza e l’essere solitario di lui (non a caso il suo pseudonimo è preso in prestito dall'intellettuale norvegese Knut Hamsun che a causa degli interessi sbagliati concluse la sua esistenza in manicomio). 
 
“Cicatrice” (Bompiani, febbraio 2017, traduzione di Sara Cavarero) è il quarto romanzo di Sara Mesa, scrittrice madrilena classe 1976, insignita di diversi premi letterari.

Sara Mesa
La storia di Sonia è la visione di ciò che stiamo vivendo oggi, immersi come siamo nelle nuove tecnologie e nel web così ricco di informazioni ma anche di minacce che talvolta si palesano in maniera subdola.

Realtà e finzione: il confine diviene così debole in così poco tempo, così come la distinzione tra follia e sanità mentale, la necessità di affetto e la solitudine.

La storia di Sonia mostra quanto sia semplice e rapido passare da una chat a qualcosa di più tangibile ma non per questo reale. Le identità mutano forma, il desiderio di evasione dalla quotidianità prevale e le conseguenze possono essere irreversibili.

Emerge così la questione dell’alfabetizzazione digitale, fondamentale in primo luogo per i più piccoli, ma anche per i meno avvezzi alle nuove tecnologie, che si ritrovano a dover esplorare un mondo che, come la realtà, può diventare rischioso se non approcciato con gli strumenti idonei.

Sara Mesa è riuscita a creare un romanzo che a tratti infastidisce proprio perché l’atteggiamo morboso di lui e la falsa ingenuità di lei paiono così reali da poterli quasi toccare. 

Si viene trascinati dalla prima all’ultima pagina come spettatori inerti e tutto ciò lo rende un libro fuori dal comune, fortemente attuale e aperto a mille riflessioni.  


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