martedì 27 settembre 2022

"Abulia": la poesia di Cristina Biolcati


“Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole.” J. W. von Goethe
 

Dopo una lunga e calda estate siamo ormai in autunno, a pochi mesi dal termine di questo anno così strano ed impegnativo.


Cristina Biolcati, che ringrazio, ci regala ancora una volta una sua poesia, “Abulia”, con parole che ben rispecchiano il periodo che stiamo vivendo, di incertezza, di inquietudine.


E a trasportarci in questo stato d’animo così cupo è anche questo periodo dell’anno, il passaggio da una stagione all’altra, l’avvicinarsi dell’inverno e il non sapere cosa ci accadrà il giorno dopo.


Una lirica che può essere interpretata e percepita in maniera differente, soggettiva ma dalla quale, in ogni caso, si percepisce uno spiraglio di speranza, senza la quale non vi sarebbe vita.

Cristina Biolcati, scrittrice e poetessa ferrarese e padovana d’adozione, da anni ormai ci fa sognare e riflettere con i suoi racconti e con le sue liriche (per e con entrambi si è aggiudicata numerosi premi letterari); di recente abbiamo potuto leggere il suo primo romanzo thriller “Le congetture di Bonelli” (Delos Digital), ad inizio estate l’abbiamo ritrovata nel racconto breve “Al riparo dai sogni” (Officina Milena, per la nuova collana Milena in love), ne “Il castigo dell’acqua” (il cui ricavato va a sostenere “Sorriso in viaggio”, associazione che supporta i bambini malati e le famiglie che devono affrontare spese di viaggio e assisterli nei continui spostamenti per le visite specialistiche), nel nuovo romanzo breve “Il suono delle sue ferite” (Delos Digital Passport) e nel thriller "Una mano negli abissi" (Delos Digital Crime). 

 

 

Ci uniremo come spettri la notte,

ciascuno col suo senno spossato,

mentre un singulto gonfia le tende

e s’avvinghia alle membra stonate.

Sei tu che dalla terra degli inferi

vorresti spazzare l’incuria padrona,

sottrarmi a questa feroce abulia.

Sono l’ombra sgradevole e grama,

figlia di un armonioso virgulto,

che oramai ha smarrito allegria.

E mentre piano discende la sera

e aspetto i miei sogni catartici,

vorrei confidarti un segreto.

Potessi tornare a bagnare corolle

o a fare di ogni passo un’idea.

Invece rimango carponi,

a divorarmi nei fragili anfratti,

negando a me stessa la via.






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