lunedì 27 settembre 2021

“Baci d’autunno”: la poesia di Cristina Biolcati


“Un poeta è un uomo che mette una scala su una stella e vi sale mentre suona un violino.” Edmond de Goncourt

Eccoci tornati, dopo la pausa estiva, alla poesia di Cristina Biolcati, al quarto appuntamento che ci permetterà di conoscere ancora più in profondità l’estro creativo di questa scrittrice.

Come “Meriggio”, “Tracce di te (a mio padre)” e “Salsedine”, anche “Baci d’autunno” è un inedito, per il quale ringrazio ancora una volta l’autrice.

Da pochi giorni siamo entrati in autunno e questa è la poesia perfetta per questa stagione carica di colori e di cambiamenti.

Questi sono i protagonisti della lirica che potete leggere qui sotto, con le foglie autunnali che mutano colore, le gradazioni di rosso e arancione che prevalgono su tutto, la nostalgia dell’estate appena trascorsa che ci regala ancora un po’ di tepore.

Cristina Biolcati
Una lirica che è essa stessa un paesaggio stupendo che si tinge di emozione, di sensazioni autunnali, di malinconia e di romanticismo.

Cristina Biolcati, scrittrice e poetessa ferrarese e padovana d’adozione, da anni ormai ci fa sognare e riflettere con i suoi racconti e con le sue liriche (per e con entrambi si è aggiudicata numerosi premi letterari); di recente abbiamo potuto leggere il suo primo romanzo thriller “Le congetture di Bonelli” (Delos Digital), ad inizio estate l’abbiamo ritrovata nel racconto breve “Al riparo dai sogni” (Officina Milena, per la nuova collana Milena in love), ne “Il castigo dell’acqua” (il cui ricavato va a sostenere “Sorriso in viaggio”, associazione che supporta i bambini malati e le famiglie che devono affrontare spese di viaggio e assisterli nei continui spostamenti per le visite specialistiche) e nel nuovo romanzo breve “Il suono delle sue ferite” (Delos Digital Passport).

 

 

Ho affidato alle foglie

lo spavento di cambiare colore,

mentre una giungla di scena

s’infuoca, cela un sopito livore.

Ce ne andremo come l’estate,

come le anime belle che mutano

e non posson restare.

L’autunno bacerà il lembo

di quel paesaggio a lungo nutrito,

lievemente, solo per farlo tornare.




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