“In buona sostanza, non sappiamo in che termini pensare al concetto di tempo, perché il tempo non comprende se stesso come facciamo noi, perché non gli importa niente di che cosa pensiamo di lui, perché in fondo il tempo è solo una metafora incerta e inaffidabile di come consideriamo la vita. In ultima istanza, infatti, non è il tempo a essere sbagliato per noi, e nemmeno noi per il tempo. Forse è la vita a essere sbagliata.”
Avevamo lasciato Elio ed
Oliver alle loro vite, dopo una splendida estate italiana trascorsa insieme,
alla scoperta di un sentimento che entrambi non conoscevano ancora con tale
intensità.
Cosa sarà accaduto nel
frattempo? Chi ha amato “Chiamami col tuo nome” (Guanda) non può aver
dimenticato quelle pagine intense, quel romanzo di formazione che, nonostante veda
protagonista due uomini, va oltre l’omo o l’eterosessualità.
Vent’anni dopo André Aciman (statunitense,
nato ad Alessandria d’Egitto in una famiglia ebraico-sefardita di origini
turche) torna con “Cercami” (Guanda, ottobre 2019), una sorta di sequel di
“Chiamami col tuo nome” (diventato noto al grande pubblico in seguito
all’omonima pellicola di Luca Guadagnino del 2018).
Il romanzo è strutturato
in maniera differente rispetto al primo: quelle che vengono raccontate sono tre
storie tra loro collegate ma ambientate in luoghi e tempi differenti. Protagonisti
indiscussi Elio e suo padre Samuel.
Il primo non ha scordato
quell’amore di tanti anni fa ma è andato avanti e si trova a vivere un’intensa
storia con un uomo che ha il doppio della sua età. Un uomo affascinante, colto
e con un passato che si svela con il maturarsi del rapporto tra i due.
“Tipo che secondo me tu
non sei molto felice. Ma alla fine sei un po’ come me: alcune persone si
ritrovano con il cuore infranto non perché siano state ferite ma forse perché
non hanno mai conosciuto nessuno a cui tenessero abbastanza da poterne essere ferite.”
André Aciman |
Samuel invece ha
divorziato dalla madre di Elio, continua a svolgere la sua professione di
docente e a viaggiare tra Liguria e Roma. È durante uno dei viaggi in treno che
incontra Miranda, con la metà dei suoi anni ma una personalità che lo affascina
immediatamente e una maturità fuori dal comune per quell'età.
“Perché mi liberava da me
stesso come se fossi un prigioniero il cui carceriere ero proprio io e nessun
altro? E che cos’era quella lozione che non avevo mai provato sulla mia pelle?
Che cosa volevo da quest’uomo e che cosa gli avrei dato io in cambio?”
Non vi svelo se compaia
nuovamente Oliver ma vi dico che la poesia di “Chiamami col tuo nome” è ancora
viva, la musica, quella classica, è la colonna sonora di ogni storia e tutti
sono pronti a svelarsi, a restare nudi di fronte agli occhi del lettore, a
vivere finalmente senza sotterfugi o compromessi di alcun tipo.
Certo, superare, in quanto a bellezza e profondità, il primo
capitolo di questa bellissima storia era veramente difficile ma ammetto che
Aciman ci è andato vicino e che non vedo l’ora di leggere qualche altro suo
libro.
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