La mia ciclotimia ha la coda rossa, Lou Lubie |
“Non possiamo scegliere quello che proviamo, ma possiamo scegliere quello che facciamo.”
Esistono diversi generi
letterari ed ognuno di noi legge quelli che preferisce, che sente più vicini a
sé e dai quali ricava piacevoli sensazioni.
Nell'ultimo anno in
Italia è tornata in auge una forma narrativa che tanti di voi avranno
conosciuto da piccoli ma che oggi più che mai è utilizzata per raccontare
qualsiasi cosa vi venga in mente.
Faccio riferimento al graphic novel, il romanzo a fumetti, solitamente rivolto ad un
pubblico di adulti.
Sono numerose le case
editrici che si sono concentrate su questo, Rizzoli Lizard, LSWR, J-POP, Coconino
Press, Bao Publishing (che ha appena compiuto 10 anni; quella che pubblica
Zerocalcare e un sacco di altri talentuosi autori), solo per citarne alcune.
E numerose sono le storie
che possiamo leggere in questo modo. Mi ha colpito, in particolare, l’utilizzo
che si sta facendo del fumetto per informare riguardo fatti storici (potrebbe
essere il “Kobane calling” di Zerocalcare) o patologie/disturbi particolari dei
quali chi non studia in determinati ambiti sa poco o niente.
Potrebbe essere il caso
de “La differenza invisibile” (storia di una ragazza con la sindrome di
Asperger) o de “La mia ciclotomia ha la coda rossa” (ComicOut, novembre 2017)
scritto e disegnato dalla Lou Lubie, originaria de l’Ile de la Réunion e
residente da alcuni anni a Parigi dove lavora.
Quest’ultimo è un graphic
novel autobiografico, la storia di una fumettista, scrittrice, programmatrice e
creatrice di videogame e forum creativi francese, la cui vita non è stata così
semplice a causa della sua ciclotomia. Non avevo idea di cosa si trattasse,
fino a qualche giorno fa, ma ora so che fa parte della famiglia di disturbi
bipolari e che è un po’ come vivere in un continuo vortice di emozioni, con
picchi verso l’alto o verso il basso.
Lou Lubie |
Nel mezzo una grande
creatività, la voglia di impegnarsi in tanti progetti, di sentirsi amati e la
fatica nei momenti più bui, dato dal saliscendi dell' umore, che possono sopraggiungere
in qualsiasi momento.
Per non parlare della
fatica nel trovare qualcuno che capisse quale fosse il problema, che fosse in
grado di fornirle informazioni ed eventuali terapie utili.
Non solo Lou racconta la
sua storia ma contribuisce a sfatare falsi luoghi comuni riguardo il
bipolarismo, mostra quanto sia importante rivolgersi a figure mediche serie e a
non fermarsi al primo consulto.
Inoltre utilizza termini
tecnici, ci sono persino parti schematizzate nelle quali vengono presentate le
diverse forme di bipolarismo e lo fa con competenza, ironia e con l’aiuto della
sua volpe rossa che è davvero simpatica, a parte quanto pretende troppo o si
arrabbia…
Una piccola opera d’arte
per imparare qualcosa di nuovo, acquisire nuove consapevolezze e sensibilità e
prestare un pizzico in più di attenzione, senza diventare invadenti, a chi ci
sta accanto e persino a noi stessi.
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