“Lettura: primo sintomo di malessere. In caso, recarsi immediatamente al pronto soccorso. Le forme epidemiche causate da passaparola si risolvono in genere con adeguata quarantena in luoghi protetti.”
Avete mai pensato che Voi
che leggete così tanto, avete sempre libri in giro per casa, dentro la borsa,
ovunque vi troviate, potreste risultare ‘anormali’ o che qualcuno vi considerasse
persino portatore di qualche malattia?
Se qualcosa di simile
l’avevate intuito a chiarirvi le idee ci ha pensato Marco Rossari,
scrittore e traduttore classe 1973, che con il suo “Piccolo dizionario delle
malattie letterarie” (Italo Svevo Editore, 2016) analizza le malattie
letterarie nelle quali certamente ogni lettore si potrà ritrovare.
Si parte con una
esilarante prefazione di Edoardo Camurri che narra come sia arrivato a questo
libro e come sia stato contattato dall’editore senza avere contatti con
l’autore, situazione per lui inammissibile e paradossale.
Segue un vero e proprio
mini dizionario organizzato in ordine alfabetico con diverse malattie letterarie
dalla A alla Z. L’ambito è quello letterario e le definizioni arrivano da
diversi aspetti della letteratura e dell’essere letterati sia nel senso di
lettori che di scrittori.
Avete mai pensato a cosa
significhi il vostro far parte della comunità di Anobii, per esempio?
“Anobii: bacillo
contratto in seguito a un eccesso di vita social, che spinge il paziente a
esprimere un parere su qualsiasi libro, come se l’autore fosse suo cugino.”
E sarete ancora convinti,
dopo la lettura di questo libercolo, che la poesia faccia così bene?
“Poesia: malattia
terminale e incurabile, contraibile ovunque, in qualsiasi momento. In caso
Marco Rossari |
di
contagio, si consiglia di mettere il paziente in quarantena. Se continua,
sopprimere.”
Per non parlare poi della
passione di taluni per il genere Young Adult definito da Rossari ‘pedofilia
editoriale’!
E vogliamo, ehm, parlare
della definizione accostata al sostantivo ‘recensione’? Si tratterebbe di
‘diagnosi errata di un dottore amico’...
Se avete il timore di
ritrovarvi in una delle malattie non è il libro per voi ma se al contrario
l’ironia vi appartiene e avete voglia di farvi quattro risate sono certa che
godrete di queste sessanta pagine davvero particolari e uniche nel loro genere.
"Déjà-lu: pericolosa
sindrome del lettore sazio per la quale ogni libro ne ricorda un altro
infinitamente migliore."
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