“Ma queste domande restano senza una risposta se non siamo capaci di guardare a di là delle apparenze – se ci dimentichiamo che dietro la facciata di ogni individuo c’è un altro mondo interiore, dove la mente è condannata a funzionare, volente o nolente.”
Madonna col cappotto di pelliccia, Sabahattin Ali
Vi siete mai domandati
quanti bellissimi romanzi sono ancora nascosti da qualche parte, alcuni mai
pubblicati, altri rifiutati erroneamente da editori poco capaci, altri accolti male dal pubblico?
Io ne ho
appena scoperto uno di recente ed oltre ad essere la mia prima lettura di
questo nuovo anno è anche la prima pubblicazione 2019 della Fazi.
L’autore, Sabahattin Ali, era turco, nacque
nell’Impero Ottomano (ora territorio bulgaro) nel 1907 e visse a Istanbul dove
si laureò. In seguito lavorò come insegnante, per un periodo persino in Germania
e una volta tornato in Turchia insegnò lingua tedesca. Le sue opinioni
politiche, di comunista convinto, gli causarono diversi problemi e vari arresti
e persino la sua morte, avvenuta nel 1948, si dice sia avvenuta a causa di
queste.
“Madonna col cappotto di
pelliccia” (Fazi Editore, gennaio 2019, traduzione di Barbara La Rosa Salim) venne
pubblicato la prima volta nel 1942, pochi anni prima dell’uccisione, e non
venne accolto come meritava. La definirono una storia d’amore, basata troppo su
quest’ultimo. Non ci videro altro o chissà, forse semplicemente avevano paura
di una storia che potesse ispirare la popolazione turca, come sta accadendo ora.
“Madonna col cappotto di pelliccia”
è la storia di Raif e Maria. Raif è un traduttore dal tedesco di lettere
commerciali e un giovane che si trova a lavorare nel suo stesso ufficio rimane
colpito dalla sua mediocrità e riservatezza. Con il tempo i due entrano in
confidenza ed in punto di morte Raif chiede al collega di leggere il suo
taccuino perché vuole che capisca il perché dei suoi atteggiamenti e dei suoi
comportamenti.
Scopre così che Raif da giovane visse a Berlino, spinto dal
padre che sperava che il figlio imparasse un mestiere, e qui conobbe Maria,
l’autrice del dipinto “Madonna col cappotto di pelliccia” dal quale rimase
affascinato, un vero e proprio colpo di fulmine. Un incontro sconvolgente che
cambierà irrimediabilmente la vita di entrambi.
Sabahattin Ali |
“Madonna col cappotto di pelliccia” è
bellissimo, originale, puro, la scrittura di Sabahattin Ali scorrevole ed
incisiva.
“Come poteva una persona,
quasi senza fare niente, arrecare una tale felicità a un’altra? Solo con un
sorriso amichevole, pulito… E io in quel momento non desideravo altro.”
È un libro che conquista
dopo le prime pagine che incuriosiscono e portano verso una
storia d’amore che nasconde le insidie della vita, le emozioni di un uomo privo
di interessi, se non quello per la lettura, e di aspirazioni, la disillusione
di una donna ferita dall'indifferenza e dalle pulsioni degli uomini.
“In ognuno di quei volumi
ritrovavo qualcosa di personale, frammenti del mondo che vedevo e sentivo
intorno a me. Mi parlavano di cose che non riuscivo a comprendere o a vedere
pur avendole vissute in prima persona, e solo ora riuscivo a dare loro un
senso.”
Un romanzo di formazione con
un protagonista che ricorda in alcuni tratti William Stoner, con la sua
indecisione e la sua personalità semplice e complicata al tempo stesso, una storia che rievoca quell'Angelo azzurro (questo il titolo del film del 1930 di Josef von Sternberg,
tratto dal romanzo “Il Professor Unrat” di Heinrich Mann), incarnato da Rosa
Fröhlich, la donna angelicata ed amata in maniera morbosa dal vecchio
professore.
“Madonna col cappotto di
pelliccia” è intenso, commovente, è il percorso di un uomo che incontra quello
di una donna e con ostentata onesta si ritrovano l’uno nell'altra, con
difficoltà, con sentimenti contrastanti ed innocente stupore.
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