“Oh mio caro, è stato un bene aver fatto questa prova – questa mattina di sofferenza – perché ora apprezzo molto di più la mia libertà – il mio tempo – la mia vita – tutto. Sono come ubriaca con questa stupenda sensazione di libertà – lo so caro che mi sono resa ridicola – è stato infantile aspettare di iniziare a lavorare per rendersi conto che era impossibile, ma è così e tutti possono ridere di me – lo faccio io stessa – soprattutto perché sono così felice – così libera! E dunque, cosa mi è rimasto? Questo: un nuovo ardore – una gran voglia di riprendere la fotografia.”
Irrecuperabile ribelle, Tina Modotti
Ci sono piccole case
editrici che si occupano di grandi autori e pubblicano perle della letteratura
mondiale. Una di queste è l’italiana, o meglio pistoiese, Via del Vento
Edizioni, fondata nel 1991 da Fabrizio Zollo con l’intento di pubblicare testi
inediti e rari di grandi letterati italiani e stranieri del Novecento. Da allora
sono innumerevoli i testi pubblicati e le collane sono oggi ben quattro (due
delle quali cessate di recente).
“Irrecuperabile ribelle”
(luglio 2016, Collana «iquadernidiviadelvento», testi inediti e rari del
Novecento, cura e traduzione di Francesco Cappellini), libretto di pregiata
fattura, edito in sole duemila copie singolarmente numerate, contiene frammenti
tratti dalle lettere che Tina Modotti (1896-1942) scrisse al compagno e maestro
di fotografia e d’arte Edward Weston tra il 1925 e il 1930, inediti in
italiano.
Testimonianze importanti
e forti di una donna temeraria che girò mezzo mondo, che si innamorò, che
sperimentò e nonostante tutto continuò ad andare avanti con la voglia di vedere
e andare oltre ogni comune impressione e concezione.
Una donna che non dava
tregua alla sua curiosità, al suo volersi dare da fare, al suo
desiderio di vivere
una vita da protagonista, nonostante tutto. E che, tra i tanti, conobbe persino
Frieda Kahlo e il marito Diego Rivera.
Tina Modotti |
“Oh Edward caro, quanto
ho desiderato che tu mi aiutassi durante queste ultime settimane! Anche solo
poter parlare con te e discutere di queste orribili faccende mi avrebbe
aiutato; sentivo che avrei potuto mollare del tutto la fotografia, ma che altro
potrei fare?"
Tina Modotti la
rivoluzionaria amava la macchina fotografica e ciò che con questa poteva
ritrarre. Le sue foto non erano mai banali e sempre personali, proprio come le
lettere raccolte in questo libretto.
Poche parole ma ben pesate,
quaranta intense pagine che danno al lettore una visione generale, ma piuttosto ben a
fuoco, di un’artista unica nel suo genere che ci lasciò troppo presto.
Link per l'acquisto qui
Nessun commento:
Posta un commento