martedì 30 ottobre 2018

“Irrecuperabile ribelle”: il coraggio e la fame d’arte dell’appassionata fotografa e artista italiana Tina Modotti


Irrecuperabile ribelle, Tina Modotti
“Oh mio caro, è stato un bene aver fatto questa prova – questa mattina di sofferenza – perché ora apprezzo molto di più la mia libertà – il mio tempo – la mia vita – tutto. Sono come ubriaca con questa stupenda sensazione di libertà – lo so caro che mi sono resa ridicola – è stato infantile aspettare di iniziare a lavorare per rendersi conto che era impossibile, ma è così e tutti possono ridere di me – lo faccio io stessa – soprattutto perché sono così felice – così libera! E dunque, cosa mi è rimasto? Questo: un nuovo ardore – una gran voglia di riprendere la fotografia.”
Ci sono piccole case editrici che si occupano di grandi autori e pubblicano perle della letteratura mondiale. Una di queste è l’italiana, o meglio pistoiese, Via del Vento Edizioni, fondata nel 1991 da Fabrizio Zollo con l’intento di pubblicare testi inediti e rari di grandi letterati italiani e stranieri del Novecento. Da allora sono innumerevoli i testi pubblicati e le collane sono oggi ben quattro (due delle quali cessate di recente).

“Irrecuperabile ribelle” (luglio 2016, Collana «iquadernidiviadelvento», testi inediti e rari del Novecento, cura e traduzione di Francesco Cappellini), libretto di pregiata fattura, edito in sole duemila copie singolarmente numerate, contiene frammenti tratti dalle lettere che Tina Modotti (1896-1942) scrisse al compagno e maestro di fotografia e d’arte Edward Weston tra il 1925 e il 1930, inediti in italiano.

Testimonianze importanti e forti di una donna temeraria che girò mezzo mondo, che si innamorò, che sperimentò e nonostante tutto continuò ad andare avanti con la voglia di vedere e andare oltre ogni comune impressione e concezione.

Una donna che non dava tregua alla sua curiosità, al suo volersi dare da fare, al suo
Tina Modotti
desiderio di vivere una vita da protagonista, nonostante tutto. E che, tra i tanti, conobbe persino Frieda Kahlo e il marito Diego Rivera.

“Oh Edward caro, quanto ho desiderato che tu mi aiutassi durante queste ultime settimane! Anche solo poter parlare con te e discutere di queste orribili faccende mi avrebbe aiutato; sentivo che avrei potuto mollare del tutto la fotografia, ma che altro potrei fare?"

Tina Modotti la rivoluzionaria amava la macchina fotografica e ciò che con questa poteva ritrarre. Le sue foto non erano mai banali e sempre personali, proprio come le lettere raccolte in questo libretto.

Poche parole ma ben pesate, quaranta intense pagine che danno al lettore una visione generale, ma piuttosto ben a fuoco, di un’artista unica nel suo genere che ci lasciò troppo presto.


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