“Ve lo dico: il ciclamino è uno dei miei fiori preferiti. Ogni volta che lo osservo mi regala una piccola fitta di gioia. La stessa che provo quando una persona mi sorprende per l’intelligenza o per la grazia. Ha quel tipo di bellezza, il ciclamino, che assomiglia alla poesia.”
Il balcone delle meraviglie, Rossella Calabrò
Chi segue Rossella
Calabrò sui social sa che ama adottare le povere piante disperate che si
trovano sole solette sugli scaffali dei supermercati. È più forte di lei, più la
pianta è triste e vicina alla morte e più sente il bisogno di portarla a casa e
darle una seconda opportunità.
Come non capirla: chi ama davvero le piante le
considera, perché è questo che sono, esseri viventi che soffrono, gioiscono e
hanno persino un carattere preciso.
Se anche voi condividete
l’indole di Rossella non potete non leggere “Il balcone delle meraviglie” (Sperling
& Kupfer, aprile 2018), non un romanzo ma una sorta di manuale per coltivare
con successo le piante e noi stessi.
Si comincia con una
premessa nella quale l’autrice racconta di sé e di come è nato l’amore per le
piante e del perché sia nato questo libro, frutto della sua personale
esperienza di giardiniera in appartamento.
“La Quinta Verità è che
vi racconto la mia verità, frutto di trent’anni di giardinaggio da balcone e da
davanzale. Di molte letture, certo, ma più che altro di esperienza personale,
quella che vale più di tutto.”
Dopo alcuni consigli
iniziali su come comportarsi, in generale, con le nostre piante, si parte con l’anturio,
per passare poi all’aspidistra passando per la kenzia, l’edera, il pothos, l’oleandro,
il gelsomino, il rincospermo e tanti altri. Per ogni fiore è presente un’illustrazione ed
ognuna di queste è in bianco e nero così da poter essere colorata dal lettore
per rilassarsi con un po’ di art therapy.
L’ironia è ancora una
volta protagonista e da questa è scaturito un libro che è un piccolo
gioiello, con una copertina davvero bella, completamente floreale, e con parole
che danno la giusta importanza alle piante, compagne fedeli ma talvolta,
giustamente, esigenti, della nostra esistenza.
Ogni capitolo è dedicato ad una
pianta differente ma non solo, ognuno racconta uno stato d’animo, un pezzo di
vita dell’autrice (c'è persino la mitica Crudelia!), un aneddoto nel quale ritrovarsi e sul quale riflettere.
“Che sono esseri viventi,
che hanno un codice genetico simile al nostro per più del cinquanta per cento
(quello di un abete, addirittura, è sette volte più complesso del nostro).
Individui che sentono, soffrono, hanno paura oppure provano gioia. Sono cose
dimostrate scientificamente, eh, non le dico tanto per fare la figlia dei
fiori.”
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