“È un discendente degli indigeni oppressi dell’India e un simbolo della discriminazione di casta, ma anche un vagabondo felice in giro per il mondo. È un ragazzo della giungla e un uomo di città. Non possiede ricchezze, eppure ha tutto quello che gli serve. Conosce la storia dell’arte, l’immaginario romantico e le sfumature dei passaggi di Turner, ma non sa dove sia la Svezia, e la tecnologia per lui rimane un mistero. La sua vita è stata molto più ricca di esperienze di quanto avesse mai osato sognare, eppure si sente ancora un ingenuo: crede a tutto quello che gli dicono, e ha sempre voglia di imparare qualcosa. Ha tentato il suicido tre volte ed è quasi morto d’inedia, eppure si sente leggero come una piuma. Anzi, addirittura felice. Crede nel destino e nelle tradizioni, ma anche nella libertà di metterle da parte.”
Quando Pikay nacque
l’astrologo predisse che avrebbe sposato una ragazza straniera, che lui non
avrebbe dovuto cercarla ma che lei sarebbe venuta da lui. Non disse però quali
ingiustizie avrebbe dovuto subire a causa della suddivisione della popolazione
indiana in caste, la fame che avrebbe patito e le soddisfazioni che sarebbero
arrivate.
Quella di Pikay è una storia incredibile che si svolge tra il 1975,
il suo anno di nascita, e i giorni nostri. Dopo anni non certo semplici,
vissuti da ‘intoccabile’, dopo aver persino ritratto Indira Gandhi, lui e
Lotta, una ragazza svedese, si incontrano per caso a Nuova Delhi. Lei è solo di
passaggio ma qualcosa li lega fin dal primo momento tanto che, quando riparte,
lui cerca un modo per rivederla. È convinto che il destino abbia deciso per
lui, così inforca una vecchia bicicletta e parte verso l’Europa, un luogo
esotico che non vede l’ora di scoprire, curioso e innamorato della sua Lotta.
Pikay |
“L’incredibile storia
dell’uomo che dall’India arrivò in Svezia in bicicletta per amore” (Sonzogno,
giugno 2018, traduzione di Giulia Pillon e Alessandra Scali) è la storia vera
di un indiano che percorse migliaia di chilometri per amore, percorrendo la
mitica hippie trail, un percorso
ricco di cultura, di persone, di perigli ma anche di solidarietà e ospitalità.
“Senza quella
frustrazione ora non sarebbe seduto su questo treno. È stata la spinta decisiva
in direzione della felicità. Senza quel senso di inferiorità non sarebbe mai
diventato un artista. L’emarginazione si è trasformata nel motore che la ha
fatto avanzare ininterrottamente, fino a traguardi che non si sarebbe mai
sognato di raggiungere.”
Un viaggio incredibile
dal sapore fiabesco, l’unione tra i racconti hippie e le storie d’amore di
Bollywood. La vita di un bambino, poi ragazzo e poi uomo, che, giunto ai limiti
della sopportazione umana, si trova sorpreso dinanzi alle possibilità che la vita
gli offre. Una società indiana governata dalle caste, ricca per questo di
discriminazioni, che tenta però di modernizzarsi e liberarsi dalle idee ormai
vecchie.
Nella mente sempre la
madre, Kalabati, personaggio carismatico che lo condurrà, pur se
inconsapevolmente, verso l’arte in tutte le sue sfaccettature.
“In ogni essere umano
scorre la stessa energia vitale, indipendentemente dalle origini o dal colore
della pelle. Se la si pensa così non si può essere razzisti, di questo Lotta
era certa.”
“L’incredibile storia
dell’uomo che dall’India arrivò in Svezia in bicicletta per amore” è un mondo di
umanità, di speranza, di spirito di fratellanza e di tutti quei sentimenti che
i lettori troveranno dentro di sé dopo aver affrontato questo favoloso e
commovente viaggio insieme a Pikay e Lotta.
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