martedì 21 marzo 2023

“Piercing” di Murakami Ryū: storia di follia e violenza nella Tokyo più morbosa

Piercing, Murakami Ryū

“Aveva deciso di confidarsi con Yoko, per la prima volta nella vita sentiva il bisogno di parlare con qualcuno del suo passato e dei suoi problemi. Si fidava di lei, le voleva un mondo di bene ed era disposto a rivelarle tutto, a eccezione di un unico episodio accaduto quando aveva diciannove anni: durante una delle sue crisi, aveva ferito una donna con un punteruolo da ghiaccio. Preferiva non dirglielo sia perché ne aveva un ricordo molto vago, sia e soprattutto perché non voleva spaventarla. Era innamorato e non voleva rischiare di perderla.”

Kawashima Masayuki è un graphic designer ventinovenne che vive con la moglie Yōko e la figlia in un bell’appartamento di Tokyo. Fin da piccolo soffre di pavor nocturnus, terrore notturno che si ripercuote sulla vita diurna. Il disturbo sembra essere scemato con l’arrivo di Yōko ma è quando nasce la loro bambina Rie che il padre sente dentro sé il desiderio di trafiggerle la pelle morbida con un punteruolo da ghiaccio. Non può e non vuole farlo e decide così di trascorrere un periodo fuori casa con l’intento di sfogare il suo istinto omicida con una sconosciuta, una giovane prostituta. Kawashima ha un piano preciso che ripassa in continuazione ma qualcosa di inaspettato capita con l’arrivo di Chiaki, una ragazza molto particolare che lavora in un locale sadomaso, che scombina, involontariamente, tutti i suoi piani. È notte a Tokyo, il sesso estremo, le affascinanti luci della città nello sfondo, e la follia di una mente, o forse due, frutto di traumi profondi e profonda morbosità.   

“Piercing” (AtmosphereLibri, 2021, traduzione di Gianluca Coci), romanzo del 1994 dello scrittore Murakami Ryū (classe 1952, vincitore del Premio Akutagawa con “Blu quasi trasparente” e definito l’enfant terrible della letteratura nipponica), è un allucinante e grottesco viaggio nel male oscuro della mente umana.

Murakami Ryū
Una storia incredibile che inizia con un padre che osserva la sua piccola ed inerme bambina e desidera testare la morbidezza di quella pelle. Una scena agghiacciante che ci porta in una famiglia apparentemente felice il cui padre nasconde però un passato terribile che travolge il suo presente.

Una voce interiore alberga nella sua mente, scacciarla è praticamente impossibile e nel momento in cui pensiamo di essere arrivati al culmine della follia umana ecco apparire quella giovane ragazza capace di andare oltre ogni immaginazione.

Squilibrio e violenza sono strettamente legati e l’autore ci trascina dall’uno all’altro con potenza portandoci in alcuni momenti a voler distogliere gli occhi da quelle situazioni così assurde ma profondamente reali.

“Il fatto più assurdo, non ci crederai, è che a un certo punto ci si abitua alla violenza, si impara a sopportarla, quasi che a essere pestato fosse qualcun altro.”

Un romanzo dalle immagini forti ma davvero bello, incalzante, con due protagonisti unici nel loro genere, ricco di suspence che si addentra nella malattia mentale, e tra le sue ripercussioni, come in pochi fino ad ora hanno fatto.

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