“Aveva deciso di confidarsi con Yoko, per la prima volta nella vita sentiva il bisogno di parlare con qualcuno del suo passato e dei suoi problemi. Si fidava di lei, le voleva un mondo di bene ed era disposto a rivelarle tutto, a eccezione di un unico episodio accaduto quando aveva diciannove anni: durante una delle sue crisi, aveva ferito una donna con un punteruolo da ghiaccio. Preferiva non dirglielo sia perché ne aveva un ricordo molto vago, sia e soprattutto perché non voleva spaventarla. Era innamorato e non voleva rischiare di perderla.”
Kawashima Masayuki è un
graphic designer ventinovenne che vive con la moglie Yōko e la figlia in un
bell’appartamento di Tokyo. Fin da piccolo soffre di pavor nocturnus, terrore
notturno che si ripercuote sulla vita diurna. Il disturbo sembra essere scemato
con l’arrivo di Yōko ma è quando nasce la loro bambina Rie che il padre sente
dentro sé il desiderio di trafiggerle la pelle morbida con un punteruolo da
ghiaccio. Non può e non vuole farlo e decide così di trascorrere un periodo fuori
casa con l’intento di sfogare il suo istinto omicida con una sconosciuta, una giovane
prostituta. Kawashima ha un piano preciso che ripassa in continuazione ma
qualcosa di inaspettato capita con l’arrivo di Chiaki, una ragazza molto
particolare che lavora in un locale sadomaso, che scombina, involontariamente,
tutti i suoi piani. È notte a Tokyo, il sesso estremo, le affascinanti luci
della città nello sfondo, e la follia di una mente, o forse due, frutto di
traumi profondi e profonda morbosità.
“Piercing” (AtmosphereLibri, 2021, traduzione di Gianluca Coci), romanzo del 1994 dello scrittore Murakami
Ryū (classe 1952, vincitore del Premio Akutagawa con “Blu quasi trasparente” e
definito l’enfant terrible della letteratura nipponica), è un
allucinante e grottesco viaggio nel male oscuro della mente umana.
Murakami Ryū |
Una voce interiore
alberga nella sua mente, scacciarla è praticamente impossibile e nel momento in
cui pensiamo di essere arrivati al culmine della follia umana ecco apparire
quella giovane ragazza capace di andare oltre ogni immaginazione.
Squilibrio e violenza
sono strettamente legati e l’autore ci trascina dall’uno all’altro con potenza
portandoci in alcuni momenti a voler distogliere gli occhi da quelle situazioni
così assurde ma profondamente reali.
“Il fatto più assurdo,
non ci crederai, è che a un certo punto ci si abitua alla violenza, si impara a
sopportarla, quasi che a essere pestato fosse qualcun altro.”
Un romanzo dalle immagini
forti ma davvero bello, incalzante, con due protagonisti unici nel loro genere,
ricco di suspence che si addentra nella malattia mentale, e tra le sue
ripercussioni, come in pochi fino ad ora hanno fatto.
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