lunedì 2 novembre 2020

“Sul filo dell’acqua” di Sara Rattaro: un omaggio a Genova tra vita, morte e amore imperterriti



“Attraversi il corridoio grazie alla poca luca che filtra dalle finestre. Poi li vedi. Sono in tre e due di loro sono in divisa. Da quel momento inizi ad annegare anche tu. Sprofondi lentamente fino a toccare il fondo, il momento in cui dovrai dirlo a tuo figlio.”

Dimenticare quel 4 novembre 2011 non è semplice, è ancora meno lo è per i genovesi che lo vissero in prima persona. La Genova ferita che ha sempre la forza di rialzarsi, la Genova di Sara Rattaro che ha deciso di omaggiarla con un romanzo toccante che vede protagonisti donne e uomini che, come in una catena umana di salvezza, hanno vissuto quella giornata, e la vita precedente, in maniera differente ma con alcuni punti di contatto.

Giulia osservò la piena irrompere nel negozio dei genitori e si salvarono per un pelo; Chiara era in auto bloccata e se non fossero arrivati i soccorritori chissà dove sarebbe ora; Angela non era in città ma non sapeva che anche lei avrebbe perso qualcosa di molto importante; Anna ha perso il marito che non potrà più mettere il suo coraggio al servizio degli altri.

Un anno dopo le vite proseguono ma perdurano gli strascichi di quel terribile giorno.

Anna e Chiara si scontrano ma non hanno il tempo di parlare perché Giulia è a casa sua e sta per partorire. Andrea ha perso un amico ed Enea, vedovo ormai da anni, si ritrova a dover rinunciare ancora una volta ad un amore. Marco deve dire addio mentre Carlo trova Giulia… le vite di otto persone si intrecciano fino a chiudere un cerchio nel quale le cicatrici non potranno mai rimarginarsi.

“Infine torna la pioggia che ha portato via così tanto di me da far sembrare impossibile che io mi riesca ancora a muovere.”

“Sul filo dell’acqua” (Solferino, ottobre 2020) è un romanzo collettivo, non solo per gli otto protagonisti le cui storie Sara Rattaro ci racconta con passione, ma perché è presente l’intera Genova, con il suo passato doloroso, i suoi sacrifici, la sua forza che la fa sempre riemergere con orgoglio.

L’oscurità iniziale di ogni storia porta sempre verso la luce, vita e morte si susseguono e coesistono in un cerchio di scambi, emozioni, persone, amore.

“Forse quello significava innamorarsi: smettere di avere fretta di fare altro. Forse era questo che voleva dirmi mia sorella.”

L’acqua porta la morte ma è dall’acqua nasce la vita ed è attorno a questo elemento che tutto accade.

“Ho attraversato la strada e ho allungato la mano sul suo petto. La lana soffice sotto le mie dita è riuscita a scaldare tutto il mio corpo come se io fossi diventata capace di condurre calore, finalmente.”

Un bellissimo omaggio alla Genova ferita che puntualmente si rialza, amori intensi e complicati al contempo, storie così legate alla realtà da permettere al lettore di immedesimarcisi con facilità.

“Diversi mesi dopo, Genova fu ferita da una delle alluvioni più feroci della sua storia e tutti noi avremmo impiegato un po’ a ritornare alla normalità, ad accettare la fragilità della nostra terra e a smettere di piangere il sommozzatore morto quel pomeriggio mentre tentava di soccorrere una coppia.”

Ancora una volta Sara Rattaro ci trasporta nel suo mondo fatto di emozioni, ci fa sorridere e commuovere, ci racconta di un passato sempre presente e ci fa come al solito sognare.

Un unico difetto: anche questo, come i precedenti, si legge troppo velocemente!!

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